Le polveri sottili
11 Marzo 2022
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Le polveri sottili

Si parla sempre più spesso della presenza, più o meno pericolosa, delle polveri sottili che invadono i nostri ambienti di vita e di come combatterle, nel senso di ridurne i quantitativi dispersi intorno a noi. La motivazione di fondo, che spinge a limitarne la diffusione, la si fa risalire, nella maggior parte dei casi, ai conclamati effetti sulla nostra salute, ma anche su quella degli altri viventi, animali e vegetali, che frequentano e condividono i nostri stessi luoghi. A ben pensarci, però, se è pur vero che il discorso è ammissibile per tutto quanto prodotto e/o proveniente dalle attività umane, non è parimenti importante l’assunto, per ciò che rientra nei cicli bio-geochimici della natura, tanto se riferito alla materia vivente che a quanto appartenente al mondo minerale.

Le polveri sottili, che invadono costantemente la nostra atmosfera, si diversificano, da luogo a luogo, per qualità ed estensione dei territori di provenienza, in relazione alla natura e alla morfologia dei terreni, oltre che per il grado di densità di vegetazione, fino alle aree desertiche, vere e proprie e a quelle correlate alle attività vulcaniche delle aree coinvolte e/o comunque originate all’interno della crosta terrestre. È inoltre importante ricordare che sono la latitudine e l’altitudine dei luoghi, i fattori che di certo maggiormente determinano la natura e la densità dei pollini e di ogni altro microrganismo disperso nelle masse d’aria circolanti. Quelle, poi, che si abbassano, fino a spazzare la superficie del mare, possono sollevare e/o catturare goccioline di acqua e particelle di sale capaci di mescolarsi agevolmente alle polveri minerali, desertiche e/o vulcaniche, trasportate. Il ferro contenuto, nei frammenti inorganici ricadenti nelle acque marine, per la sua capacità fertilizzante, è capace di dar vita a vaste fioriture di microrganismi fotosintetici, in grado di catturare e immagazzinare enormi quantità dei gas serra ampiamente disperse in atmosfera.

È altresì interessante ricordare che le polveri volanti riescono anche a trasportare diverse tipologie di microrganismi patogeni, quali batteri, funghi e virus, capaci di colpire, oltre che l’uomo e gli altri animali, molte specie di piante, comprese quelle commestibili e presenti numerose nelle nostre comuni coltivazioni.

Di contro, come d’altra parte ampiamente risaputo, il vento è anche, insieme agli insetti, agli uccelli e ad altri animali, uno dei principali fattori disperdente i pollini addetti alla fecondazione di tante specie vegetali, sia spontanee che coltivate. Tutte quelle, cioè, alla base della biodiversità dei nostri ambienti, cui costantemente si fa riferimento ed è bene tenere nella massima considerazione. Come pure può non di rado accadere che le sostanze trasportate possano essere utili per le aree in cui vanno a depositarsi, specialmente quando si tratta di quelle povere di particolari nutrienti.

Combattere, ad esempio, in modo massiccio e oltre un certo limite, il contenimento della desertificazione, in una determinata area della superficie terrestre, per avere più terreni agricoli, può avere significative conseguenze sulla diminuzione delle masse di sabbia associate alle tempeste che le sollevano e le trasportano per centinaia e/o migliaia di chilometri.  È, infatti, il materiale sabbioso che si deposita negli oceani, in particolare il ferro in esso contenuto, che diventa la base per la proliferazione delle nominate microalghe. Una sua eventuale sensibile diminuzione potrebbe, verosimilmente, avere importanti conseguenze sulle minori quantità di fitoplancton disperso in larga parte delle distese oceaniche, da cui un pericoloso, drastico calo della sua capacità d’immagazzinare, gli importanti volumi di CO2, ad opera dell’associata azione fotosintetica.☺

 

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