Le querele non ci intimidiscono
18 Febbraio 2023
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Le querele non ci intimidiscono

Il 14 marzo 2022 la Procura della Repubblica di Larino ci inviava un “avviso di richiesta di archiviazione” di un procedimento penale a nostro carico. Siamo così venuti a conoscenza di essere stati querelati da due consiglieri comunali di Casacalenda: D’Ambrosio Vincenzo e Melfi Demelza per il reato di diffamazione a mezzo stampa, avvenuto sul numero di giugno del 2021 de la fonte, in un articolo dal titolo, “gli incapaci di Casacalenda”. Successivamente ci veniva comunicato che c’era stata da parte dei querelanti “opposizione alla richiesta di archiviazione” avanzata dal PM e che la causa si sarebbe discussa davanti al GUP a gennaio del 2023.

Non c’è mai stata volontà di offendere la reputazione di persone che sostengono il peso di decisioni, aventi rilevanza pubblica. La nostra critica, ancorché aspra, è riferita a scelte che continuiamo a sostenere dannose per la comunità. “L’espressione usata “incapace” è scriminata dal diritto di critica. Non travalica il limite della continenza in quanto sottolinea soltanto la “incapacità” (intesa come inidoneità o inadeguatezza) dei consiglieri a sostenere l’amministrazione comunale. La pubblicazione attiene infine a una vicenda di interesse pubblico”. Questo scrive il Giudice delle indagini preliminari all’Udienza del 23/ 01/2023. Il fatto che gli altri consiglieri coinvolti nella vicenda delle dimissioni notarili avessero preferito non aderire alla richiesta di punizione degli inquisiti, avrebbe dovuto consigliare maggiore prudenza a chi ha sottoscritto la querela nei confronti del direttore di questo periodico e dello scrivente, appunto per non correre il rischio di fare la fine del pifferaio di montagna, così come poi in realtà è avvenuto. Non è stata sufficiente la richiesta di archiviazione fatta dal PM per convincere i querelanti che, ostinatamente, hanno prodotto atti e indicato testimoni al fine di giungere a una dichiarazione di condanna. Negli atti prodotti, i querelanti hanno insistito nel sostenere che avevano consistenti motivazioni politiche per negare la fiducia al sindaco. Non abbiamo motivo di non credere alle loro intenzioni, ma l’atto concordato con gli altri quattro consiglieri non contiene alcuna causale; l’unico requisito richiesto, a pena di nullità è infatti la contemporaneità della sottoscrizione, per questo abbiamo parlato di accordo e non per le sciocchezze che hanno addebitato. Se i querelanti avessero voluto far valere le loro ragioni politiche, vogliamo ricordare a noi, prima che a loro, che la sede opportuna sarebbe stata il Consiglio comunale, è lì che si svolge l’ esercizio democratico del confronto politico, se si è in grado di esercitarlo, non quella dello Studio di un notaio. Hanno voluto ostentare i nomi di qualche capobastone per intimorirci: evidentemente non hanno mai letto la nostra rivista. Hanno preferito leggere ciò che noi non abbiamo scritto e si sono risentiti per ciò che noi non abbiamo mai detto. Se tutto questo ha prodotto turbamenti in queste persone, siamo pronti: chiediamo scusa.☺

 

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