L’effimero nell’arte barocca
13 Luglio 2019
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L’effimero nell’arte barocca

In epoca barocca, l’effimero e l’illusione ottica furono in arte strumenti di propaganda della Chiesa cattolica. Nella Roma tardobarocca Andrea Pozzo è probabilmente l’ultimo grande interprete della pittura illusionistica che fonde i precetti del quadraturismo con quelli della prospettiva aerea di origine mantegnesca. L’inganno però non è fine a se stesso ma rappresenta lo strumento retorico della comunicazione visiva ed un efficace mezzo di persuasione, capace di cogliere le pulsioni di un rinnovato fervore religioso. L’intento è quello di convincere i fedeli che l’unica verità indiscussa, dopo la Riforma protestante, è ancora la dottrina cattolica e lo fa attraverso il linguaggio teatrale, quale mezzo di comunicazione più immediato per arrivare al popolo.

Arte come didattica

L’artificio scenografico coinvolge il pubblico attraverso lo stimolo dei sensi, chiamandolo a partecipare ad un evento meraviglioso. Con la Controriforma la funzione dell’arte resta sì didattica, ma maggiormente diretta a far leva sulle emozioni del fruitore. L’artista barocco usa la prospettiva quale mezzo per ingannare l’occhio e far vedere, in maniera illusionistica, spazi che non esistono. Un trompe l’œil portato a livelli di complessità molto più arditi e spettacolari. È l’adesione ai princìpi berniniani dell’arte come spettacolo, ma anche una celata adozione al suggestivo concetto di universo infinito, formulato sul finire del Cinquecento dal filosofo Giordano Bruno.

Giordano Bruno

Con le sue teorie Bruno reinterpreta il sistema copernicano. L’universo precopernicano è un universo finito, di forma sferica, con al centro la terra; l’universo visto da Copernico è un universo finito, con al centro il Sole e ai confini del mondo una sfera immobile di stelle fisse. Per Bruno la sfera immobile di stelle fisse, che Copernico non aveva osato toccare, non è altro che quella di innumerevoli soli, da cui dipende un numero infinito di astri, distribuiti in un universo infinito. L’universo per Giordano Bruno non è creazione di Dio ma la manifestazione di Dio, quindi se la causa è infinita, infinito sarà l’effetto. Bruno, che non è uno scienziato ma un metafisico, è il primo a proporre un sistema coerente contrapponibile a quello aristotelico-tolemaico. Tale teoria, a differenza del copernicanesimo, comporta però delle implicazioni di natura teologica, prima che astronomica.

Architettura effimera

Artista di riferimento di quest’ epoca è indubbiamente Gian Lorenzo Bernini. Ricordato soprattutto come scultore, architetto, pittore, Bernini è stato anche regista e scenografo delle spettacolari feste cristiane e pagane che si tenevano a Roma fin dal Rinascimento. Feste usate come strategia di comunicazione con il popolo e che vengono propagandate al mondo attraverso le testimonianze scritte e la divulgazione di libretti stampati, corredati di splendide incisioni per moltiplicare il messaggio visivo della festa romana. Nel campo della festa effimera la città muta sotto la costruzione di finte architetture e di conseguenza l’architettura effimera diventa laboratorio sperimentale per l’architettura stabile; ovviamente in considerazione dei materiali non costosi, impiegati nelle architetture festive, la fantasia dell’artista può esprimersi molto più liberamente. In occasione di questi eventi si progettano apparati effimeri che richiedono mesi di preparazione e il lavoro di decine di artigiani specializzati, per poi essere distrutti nel giro di una giornata.

Il fattore distintivo dell’estetica barocca basa l’identificazione del bello su ciò che desta meraviglia. Suscitare stupore, destare meraviglia, impressionare, anche attraverso il piacevole inganno dell’occhio, sono i mezzi utilizzati dall’artista barocco per coinvolgere emotivamente lo spettatore. Rendere plausibili e coinvolgenti fenomeni sovrannaturali, “far credere vero quel che è solo apparente” come dice Andrea Pozzo. È per questo motivo che con il Barocco inizia la moderna civiltà dell’ immagine.☺

 

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