Leggere la fonte mi fa bene
29 Giugno 2024
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Leggere la fonte mi fa bene

Gentile direttore,
non leggevo la fonte. Fortunatamente il mio amico Gildo Giannotti ha fatto in modo che mi arrivi ogni mese. Ho ricevuto marzo, aprile e maggio. Devo dire che sono rimasto sorpreso dalle tante idee rappresentate. Dalla “teoria della cura e della gentilezza” di Patrizia Manzo, al sindaco ideale di Tina de Michele, alla lungimirante e realistica visione politica di Famiano Crucianelli (separare il grano dal loglio), al senso di rabbia di Pasquale Di Lena per l’abbandono del territorio molisano, alla veemenza nell’argomentare del direttore, alle dotte citazioni e suggerimenti storici e classici di Mena Giannotti. Idee diverse ma tutte rivolte allo stesso obiettivo. La fonte: periodico dei terremotati o di resistenza umana. E allora io ne faccio parte di diritto, sia perché casa mia a Bonefro non è stata ricostruita, pur terremotata, sia perché la mia resistenza umana è stata messa a dura prova dalle vicende politiche del nostro paese. E leggere la fonte mi fa bene. Non so che frutto daranno queste idee, so però che sono le stesse che ho coltivato.
Ho fatto per un po’ di anni il vicepresidente e poi assessore di un municipio (220 mila abitanti) di Roma. Con i cittadini ho avuto un rapporto diretto, anche telefonico, appunto teoria della cura e della gentilezza. Qualche volta magari i miei rapporti con i cittadini sono stati anche ingenui, troppo disponibili. Un giorno la mia segretaria mi dice: “Assessore, c’è un signore giù che le chiede di scendere”. “Perché non sale?”, chiedo io. “Forse è invalido”, mi dice lei. La gentilezza appunto e scendo. Trovo un signore seduto in macchina con accanto il conducente. Non scende, non si presenta. Mi chiede i tempi per la manutenzione di una strada che porta alla sua attività. Gli do i tempi di intervento e va via. Sicuramente è invalido, penso io. Non lo conoscevo. Mai visto. Dopo un po’ di anni lo vedo in TV eletto presidente del CONI: Malagò. L’arroganza, la superbia paga? Presidente del CONI. Commerciante di macchine di grossa cilindrata, ha scalato i gradini del potere frequentando i politici che scimmiottano i campioni di tennis al circolo ‘Aniene’ di Roma. Le nostre Istituzioni sono zeppe di Malagò. La gentilezza e l’arroganza. Non poteva muoversi per un assessorucolo di un municipio. Ma sono d’accordo con Famiano: separare il grano dal loglio.
Già Famiano. Non ci siamo frequentati molto. Ci siamo conosciuti soprattutto durante la campagna elettorale nel collegio in cui lui era candidato e che faceva parte del territorio del municipio di cui ero vicepresidente. Un collegio dove nessun candidato di sinistra aveva mai vinto. Lui, seppur con i resti, fu eletto. Nella legislatura precedente ci aveva provato Paolo Pietrangeli che aveva sguinzagliato sul territorio tutto il palco del Maurizio Costanzo e lo stesso Costanzo. Non fu eletto per 658 voti. Questo per dire che a la fonte avete un campione della buona, vera politica che non può essere sopraffatta dal “se non vinco io, meglio che vinca un avversario”: pratica del PD molisano. Ma poi non solo molisano. Questo è un modo di fare tipico della politica romana del PD che Famiano conosce molto bene. Pensate alla vicenda del sindaco Marino a Roma, fatto fuori dalla sua stessa maggioranza PD che non si sentiva sufficientemente soddisfatta dagli incarichi ricevuti. Appunto come dice Famiano del PD molisano “se non posso vincere io, meglio che vinca un avversario”. E a Roma arrivarono i 5 Stelle. Il PD romano poi? Tutti promossi. La moglie di Franceschini, allora capogruppo al comune, e quindi principale responsabile della vicenda Marino, è stata promossa alla regione. Come vedete un pizzico di politica con influenze di origine molisana (se non vinco io è meglio che vinca un avversario) è presente anche a Roma.
Perché questa lettera. Ma perché leggendo la fonte ho risentito un po’ di voglia ad interessarmi della mia terra che mi appariva ormai muta da tanto e sepolta con l’elezione di Lotito e Cesa. E poi se se ne interessano la Castellina e Crucianelli vuol dire che ne vale proprio la pena.
Grazie, direttore. ☺

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