Marco polo e l’oca
31 Marzo 2015 Share

Marco polo e l’oca

Sui libri, quelli che spesso riempiono gli scaffali impolverati, si trova scritto in qualche pagina che “l’ideale allontana dalla realtà”, così come il contrario “l’ideale riempie di significati la realtà”.

Le oche nello stagno, intanto, affondano le loro teste sotto l’acqua e puliscono le proprie penne bianche. Loro non hanno domande e neanche risposte, soprattutto non scrivono.

Un mio vecchio amico libro, vecchio ed allineato con gli altri, spolverato di recente, riporta una riflessione: “… nelle terre che governa il mio Signore, non tramonta mai il sole e sulla Sua testa c’è la corona che unirà la cristianità e formerà l’impero più grande della storia”. Continuando a sfogliare quelle pagine ingiallite dal tempo della storia, si racconta anche di un commerciante veneziano, tal Marco Polo, che ha viaggiato su navi, “caravelle” entrate nell’immaginario di tanti aspiranti santi, navigatori ed eroi, che trovò un altro impero. Un impero immenso più antico della più antica delle nostre città, più grande di tutti i nostri regni uniti, più ricco di quanto una persona possa immaginare. Gente, bella gente, che ha inventato la carta su cui scrivevano i nostri Re e Papi; la polvere da sparo utilizzata per ampliare i confini del proprio potere; la seta con cui si sono fatte le bandiere simbolo; la bussola per andare ad occupare altri confini e perfino l’abaco per contare le proprie ricchezze … e non si son fatti conquistare dalla “cristianità”,  ma il “vero mondo” era considerato quello da questa parte!

Il cielo del deserto risplende su quei sogni, simili sicuramente a quanti hanno una tenda sotto quel cielo, che sicuramente è lo stesso cielo con qualche linea diversa sulla “palla-mondo”. Qualcuno, ieri ed oggi, si ostina a voler unificare i cieli, che già unici sono. Perché? L’oca non lo sa.

Nell’ululare della notte dell’ideale, rintanato tra libri e sogni, il ricercatore ferma i suoi pensieri su quelle stelle che colorano di luci variopinte il passare del tempo. Perché? Rincorre i giorni passati, sfoglia quelle pagine ingiallite, scorrendo uno ad uno quei titoli altisonanti di libri depositati su quella parete di vecchi ricordi. Quegli uomini e donne, che hanno fatto scrivere la storia di un pezzo della “palla-mondo”, oscurando quell’altro mondo, soprattutto le “piccole storie individuali”, vivevano alle spalle di altri ed altre che coltivavano le terre di cui loro si erano legittimati proprietari, ma al soldo di commercianti, eroi-guerrieri ed aspiranti santi, proprietari reali di denaro, potere ed ideali, funzionali solo a loro stessi, ma che condizionavano le “piccole storie individuali”, che poi, alla fine del gioco, sono quelle che rendono significativa la vita di ognuno di noi.

La vita scorre lenta, inesorabile come il tempo e splendente di luce che ogni mattino allontana il buio della notte che l’ha preceduta. Sotto il monte coperto di neve, in una casa isolata dalle altre, al viandante-ricercatore che bussa, una piccola fata apre la porta e lo invita ad entrare. Lui e lei, soli. Fantasie di uomini e donne, accanto alla stufa che sbuffa il suo calore, si intrecciano in variopinti colori sotto quell’arcobaleno che unisce le cime di monti, sogni e desideri. Le fate sono generose con i viandanti ed i loro sogni, così come questi sono restii a chiudere le porte anche quando il tepore incontrato lo permetterebbe … è in quel momento che eroi, sacerdoti di religioni, santi, poeti, guerrieri e scrivani si chiudono sul cuore del mondo con le loro aspirazioni, morali, problemi e richieste. Diventano oche?

Il mondo non ha memoria, rimane sempre una “palla-mondo” che ruota inesorabile con il tempo che scorre per dar tempo alla vita di ascoltare il cuore di quelle persone che riescono ancora ad aprire le proprie porte a chi bussa con discrezione e si scalda al tepore di una stufa che sbuffa. Ma … ieri ed oggi, Principi, Re, Sudditi e Cardinali, vestiti a nuovo e di Democrazia, pensano di decidere sulle sorti delle oche che starnazzano negli stagni. Sono così lontani dal loro cuore e dal cuore del mondo che continuano ad inseguire ricchezze, potere e privilegi nascondendosi dietro ideali arditi e “mission ad hoc…a”; si allontanano dalla realtà per riempire la loro vita di servitù continue, lasciando che gli ideali riempiano di significati la realtà di altri, o forse, “semplicemen- te”, gli altri, pochi, hanno preferito la vita agli ideali significativi di quell’altro che oscura l’arcobaleno di colori, impedisce alle fate e streghe di mettere il bricco di caffè sulla stufa per il viandante e non le rende libere di chiudere la porta.

Pasqualino, l’oca killer, si lancia in volo e plana nel canale inseguendo Ester, l’oca beata, che si dibatte, fugge e si sottrae alle sue smanie; i novelli Marco Polo sono alla ricerca di Re e Regine che possano scucire soldi per i loro avventurosi viaggi alla scoperta e conquista di nuovi mondi. La “palla-mondo”, intanto, rotola su di sé per mostrare che, comunque si gira, il mondo racchiuso nel pianeta Terra, è uno solo, spesso, troppo spesso, alterato ed inquinato da navigatori, esploratori ed aspiranti santi al soldo del banchiere di turno, che si sa, oggi, e si può certamente affermare con rammarico, può contare anche sui risparmi di quanti hanno rinunciato alla libertà di chiudere la porta. Marco Polo sorride, mentre l’oca killer mi guarda inebetita!☺

 

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