Medici di base in rete
Si segnala carenza di medici. Gli italiani sono circa 59 milioni. I medici e i pediatri di famiglia sono 44mila e 11mila quelli di continuità assistenziale. Qualche annotazione. I general practitioners inglesi sono37mila e assistono 56,6 milioni di persone. Non è, perciò, una carenza quantitativa. Va piuttosto imputata all’orario di lavoro settimanale incidente sulla loro disponibilità. Gran parte dei medici europei, liberi professionisti o dipendenti, lavorano 38-40 ore settimanali (52 in Francia e 49 in Inghilterra). I medici massimalisti italiani (1.500 pazienti) sono in studio per 15 ore settimanali (art. 35 accordo collettivo): 3 ore al giorno. Ciò corrisponde a una disponibilità complessiva di meno di 20mila medici a tempo pieno invece di 44mila. Si sostiene che, nei fatti, i medici lavorino più delle 15 ore contrattuali. Può essere vero, anche se ciò non è documentato da dati e ricerche. Gran parte lavora da solo e, spesso, senza un’infermiera. Ciò può essere, a volte, dovuto all’orografia del territorio e alla dispersione dei piccoli centri.
Si lavora associati all’estero. Una pratice inglese è una piccola impresa. Dispone, in media, di 5,9 general practitioners, 6 salaried, 5,4 infermieri, fisioterapisti, altre figure professionali, amministrativi e manager: 22,3 persone (Fonte: Nhs Digital, 2024). Assiste, in media, 8.793 persone con punte fino a 20mila. I medici di base spagnoli, dipendenti del Sistema nacional de Salud, lavorano in 3.042 Centros de salud urbani pubblici dotati di un’equipe: 10-15 medici generalisti, 4-5 pediatri, 10-25infermieri, 1-2fisioterapisti, ostetrica, dentista, ginecologo, 5-7 amministrativi e attrezzature diagnostiche. Assistono 23-30mila abitanti. Esistono 9.982 Consultorios nei piccoli comuni dotati di 1-2 medici di famiglia, un pediatra, un infermiere (Fonte: Minister de la Salud).
Lavorare associati è possibile anche in Italia: associazione semplice, in rete o di gruppo (art. 40 Dpr 270/2000). Lavorano nel proprio studio i medici delle prime due forme cercando di coordinare l’attività e, se in rete, condividere la scheda-paziente, se esiste. Di fatto, lavorano da soli. Lavorare in gruppo richiede un’unica sede e un’associazione tra 3 a 8 medici, garantendo 6 ore di apertura al giorno. Fruiscono di indennità varabili, secondo il tipo di associazione, che possono coprire fino al 50% i costi del personale infermieristico e di segreteria (se in gruppo). I dati forniti dal Ministero della Salute (2022) mostrano che il 69% dei medici percepisce qualche indennità, perché associato. Non è, però, possibile distinguere tra le varie forme associative. Il 31% lavora come singolo e si stima che il 10-15% sia in associazione semplice e, di fatto, singolo.
Molti sono medici sotto-occupati: 5.597 (19% del totale) con meno di 1.000 pazienti nel 2022. Non si sa se trattasi di giovani medici, in acquisizione di pazienti, o specialistici che hanno lasciato l’attività ospedaliera per esercitare, in contemporanea, la libera professione o medici di piccolissimi comuni di montagna. Devono per contratto lavorare almeno un’ora al giorno, fino a 500 scelte, o due ore tra 500 e 1000 scelte. Forse si deve pensare a una migliore utilizzazione e professionalmente gratificante.
L’ACN 2019-21 (art. 38) stabilisce che (solo) i nuovi medici convenzionati dovranno prestare almeno 38 ore settimanali, destinando 24 ore alle attività del distretto sanitario, se hanno in carico da 400 a 1.000 assistiti, 12 ore da 1.000 a 1.200 e 6 ore da 1.200 a 1.500. Forse collocare questi medici nel distretto può essere uno spreco di risorse, viste le urgenti necessità dell’assistenza di base? E quali le attività a loro destinate? E chi li dovrà coordinare?☺
