Mobilità sostenibile
Sabato 4 Giugno u.s., presso il COSIB di Termoli, promosso dal Comitato promotore della Coalizione Civica Molise Domani, col contributo della Fondazione don Milani e del periodico la fonte, si è tenuto l’incontro “Verso un Molise a zero emissioni di CO2 – Gigafactory uno sviluppo sostenibile per un territorio accogliente”.
Al centro del confronto l’ormai ben nota decisione di realizzare in Italia, in particolare a Termoli, uno dei tre centri europei di produzione di batterie a marchio Stellantis. Gli altri due saranno collocati in Francia e Germania. Per lo stabilimento di Termoli si tratta di un vero e proprio progetto di riconversione industriale. Si passerà, infatti, dalla tradizionale tecnologia dedicata alla produzione di motori endotermici a quella della mobilità sostenibile. L’obiettivo del Gruppo industriale, costituito in partnership con altre realtà produttive europee e statunitense, è quello di vendere, a livello globale, tra Europa e Stati Uniti, supportati da altri due poli produttivi siti negli USA, fino a cinque milioni di veicoli elettrici.
Com’è facile immaginare si tratta di una grande occasione che, al di là del potenziale sviluppo economico e occupazionale, locale e nazionale, diretto o meno, può innescare una serie di ulteriori passaggi in grado di stimolare altre pratiche sostenibili, sempre più in linea con l’abbandono dell’uso dei combustibili fossili e quindi le negatività ad essi associati.
La transizione energetica irreversibilmente in atto, in gran parte segnata dall’abbandono dell’uso dei motori endotermici e il conseguente aumento dell’attivazione della propulsione elettrica, ci pone di fronte a scelte del tutto nuove e mai prima nemmeno pensate. Si tratta, infatti, di operare nel ricorrere maggiormente sia ai motori elettrici che all’uso delle energie rinnovabili, per loro natura diffuse sul territorio e soprattutto non sempre disponibili e quindi subordinate ad accumuli preventivi.
La Gigafactory di Termoli diventa un importantissimo tassello di questa nuova inevitabile operazione che vede la cara e classica automobile in prima fila in un processo storico riguardante tutti i settori produttivi, a servizio dell’uomo e delle sue attività, coesi nei più avanzati settori dell’attuale ricerca scientifica e tecnologica. Per gli altri mezzi di locomozione, come in parte sta già avvenendo – vedi i piccoli tradizionali mezzi in uso in città, ma non solo, quali le moto o anche le biciclette a pedalata assistita e/o i non sempre ben accettati monopattini – si è già avviato e continua ad affermarsi uno sviluppo numerico, pressoché impensabile, fino a tempi relativamente recenti.
Stesso discorso può e deve essere affrontato per buona parte dei veicoli acquatici, fluviali, lacuali e marini, sia da diporto che per lavoro, compreso in particolare quelli per la pesca, oltretutto favoriti, nella loro usuale attività, per il livello di silenziosità prodotto dai motori elettrici, contrariamente alla rumorosità di quelli a combustione interna.
L’era delle energie rinnovabili è prepotentemente in corso, né alcunché può impedirne il cammino intrapreso. L’abbandono delle tradizionali fonti fossili di energia è inevitabile, pena anche il loro crescente prezzo di acquisto, in ragione della scarsità dell’offerta, la cui richiesta non potrà che tendere evidentemente con gradualità a diminuire. È dunque quanto mai necessario agire dal basso, nel senso che siano le stesse comunità a rendersi consapevoli, laicamente e razionalmente, dei giusti limiti e delle opportune modalità, per essere in grado di localizzare produzioni e consumi di tale tipo di risorsa energetica, nell’interesse massimo di soddisfare le necessità dei nuovi paradigmi produttivi, altresì salvaguardando la casa comune che ospita le attuali e le future generazioni.☺