Il Molise ha aderito alla campagna di sensibilizzazione sulla cittadinanza attiva mediterranea promossa dal COSPE, il progetto Sabir Maydan.
È bello sapere che i nostri amministratori abbiano colto “l’urgenza di aprire un percorso verso l’integrazione nella regione mediterranea”, come si legge sulla bacheca del sito della Regione, ma hanno inteso il metodo Sabir Maydan fatto tutto di incontri, confronto, dialogo? Il progetto, nato per aprire nuovi strumenti e spazi di dialogo sullo stile della piazza, si sta trasformando in un percorso con tappe fisse e nuovi partecipanti. Perché la piazza, comprese quelle virtuali? Perché è proprio lì che i cittadini si incontrano, è lì che sono sbocciate le primavere arabe, è il luogo dal quale sono partite non solo le proteste in vari Paesi del Mediterraneo, ma anche le proposte per uno stile di res publica al quale le istituzioni non sembra siano in grado di rispondere, lontane dalle necessità di certezza dei diritti, democrazia e giustizia sociale. Tanta l’ energia generata in questa forma di mobilitazione, ma tanta anche la frustrazione per le attese tradite, per il modo in cui le istituzioni hanno represso queste istanze.
A Messina si è svolto l’incontro annuale di Sabir Maydan con temi molto interessanti che vanno dalla libertà di espressione a tematiche economiche e sociali. Alcuni degli argomenti: “Donne in prima linea: un approccio femminista al dialogo interculturale”; “Libertà o stabilità? Dobbiamo davvero scegliere tra diritti umani e sviluppo economico?”; “Islam politico: può una cultura dei diritti unire e riconciliare?”; “Verso un’economia sociale e solidale: che pratiche economiche per un Mediterraneo di prosperità, sostenibilità e giustizia sociale?”; “I movimenti sociali dopo il 2011: correre per il potere o stare fuori dal Palazzo?”.
Proprio mentre a Messina si discuteva di questo e altro (terrorismo, migrazioni, xenofobia) a Oslo veniva assegnato il Nobel per la Pace alle quattro organizzazioni che hanno contribuito alla transizione democratica in Tunisia, il National Dialogue Quartet. Un premio che la responsabile Maghreb del COSPE ha visto come “un incoraggiamento a non fermarsi e a costruire un dialogo e una democrazia reali”, ma che è considerato anche sotto un altro aspetto dalla responsabile COSPE in Tunisia: “Nella notizia leggo anche di una Tunisia nuovamente strumentalizzata, adesso tutti parlano di un processo di transizione democratica che si è svolto in maniera eccellente, tutto perfetto, tutto secondo le tappe previste e in un certo senso imposte dall’Unione Europea”.
Il forum della Cittadinanza mediterranea ha lanciato un messaggio inequivocabile: per costruire un processo capace di raccontare tutto il Mediterraneo, parlando di valori e diritti comuni e rispettando le diversità, bisogna dare un segnale forte contro la guerra. Vallo a spiegare a quei governi che vanno a braccetto con i fabbricanti di armi, che tutelano i propri interessi in terre altrui con la forza devastante delle bombe, che usano il terrorismo come giustificazione per i propri scopi.
Solidarietà e dialogo sono alla base di qualsiasi percorso di pace. L’incontro dal quale nasce il confronto e quindi il riconoscimento dell’altro è la vera propulsione verso una società includente. Noi ci sentiamo già empatici se mettiamo un “like” a qualche notizia, figuriamoci.
E così il nostro presidente, contento di aderire alla campagna cittadinanza attiva mediterranea, è volato negli Stati Uniti, non sappiamo se sulle orme di Colombo o di Marino, lo si vedrà al momento delle scelte politiche o personalistiche, chissà. Durante il viaggio, nell’insonnia del jet lag, avrà ripensato a quanto è importante incontrare le persone? Ascoltare le varie istanze potendo guardare in viso l’interlocutore? Al vero ruolo della società civile che sembra invece essere considerata un blob, una massa informe da tenere sotto controllo e dalla quale estrarre a casaccio qualche figura da far rispettare?
Anche il Molise ha tante piazze, molte sono desolatamente deserte, molte altre pullulano di idee e di energia costruttiva: per incontrarle basterebbe uscire dal Palazzo. ☺
Il Molise ha aderito alla campagna di sensibilizzazione sulla cittadinanza attiva mediterranea promossa dal COSPE, il progetto Sabir Maydan.
È bello sapere che i nostri amministratori abbiano colto “l’urgenza di aprire un percorso verso l’integrazione nella regione mediterranea”, come si legge sulla bacheca del sito della Regione, ma hanno inteso il metodo Sabir Maydan fatto tutto di incontri, confronto, dialogo? Il progetto, nato per aprire nuovi strumenti e spazi di dialogo sullo stile della piazza, si sta trasformando in un percorso con tappe fisse e nuovi partecipanti. Perché la piazza, comprese quelle virtuali? Perché è proprio lì che i cittadini si incontrano, è lì che sono sbocciate le primavere arabe, è il luogo dal quale sono partite non solo le proteste in vari Paesi del Mediterraneo, ma anche le proposte per uno stile di res publica al quale le istituzioni non sembra siano in grado di rispondere, lontane dalle necessità di certezza dei diritti, democrazia e giustizia sociale. Tanta l’ energia generata in questa forma di mobilitazione, ma tanta anche la frustrazione per le attese tradite, per il modo in cui le istituzioni hanno represso queste istanze.
A Messina si è svolto l’incontro annuale di Sabir Maydan con temi molto interessanti che vanno dalla libertà di espressione a tematiche economiche e sociali. Alcuni degli argomenti: “Donne in prima linea: un approccio femminista al dialogo interculturale”; “Libertà o stabilità? Dobbiamo davvero scegliere tra diritti umani e sviluppo economico?”; “Islam politico: può una cultura dei diritti unire e riconciliare?”; “Verso un’economia sociale e solidale: che pratiche economiche per un Mediterraneo di prosperità, sostenibilità e giustizia sociale?”; “I movimenti sociali dopo il 2011: correre per il potere o stare fuori dal Palazzo?”.
Proprio mentre a Messina si discuteva di questo e altro (terrorismo, migrazioni, xenofobia) a Oslo veniva assegnato il Nobel per la Pace alle quattro organizzazioni che hanno contribuito alla transizione democratica in Tunisia, il National Dialogue Quartet. Un premio che la responsabile Maghreb del COSPE ha visto come “un incoraggiamento a non fermarsi e a costruire un dialogo e una democrazia reali”, ma che è considerato anche sotto un altro aspetto dalla responsabile COSPE in Tunisia: “Nella notizia leggo anche di una Tunisia nuovamente strumentalizzata, adesso tutti parlano di un processo di transizione democratica che si è svolto in maniera eccellente, tutto perfetto, tutto secondo le tappe previste e in un certo senso imposte dall’Unione Europea”.
Il forum della Cittadinanza mediterranea ha lanciato un messaggio inequivocabile: per costruire un processo capace di raccontare tutto il Mediterraneo, parlando di valori e diritti comuni e rispettando le diversità, bisogna dare un segnale forte contro la guerra. Vallo a spiegare a quei governi che vanno a braccetto con i fabbricanti di armi, che tutelano i propri interessi in terre altrui con la forza devastante delle bombe, che usano il terrorismo come giustificazione per i propri scopi.
Solidarietà e dialogo sono alla base di qualsiasi percorso di pace. L’incontro dal quale nasce il confronto e quindi il riconoscimento dell’altro è la vera propulsione verso una società includente. Noi ci sentiamo già empatici se mettiamo un “like” a qualche notizia, figuriamoci.
E così il nostro presidente, contento di aderire alla campagna cittadinanza attiva mediterranea, è volato negli Stati Uniti, non sappiamo se sulle orme di Colombo o di Marino, lo si vedrà al momento delle scelte politiche o personalistiche, chissà. Durante il viaggio, nell’insonnia del jet lag, avrà ripensato a quanto è importante incontrare le persone? Ascoltare le varie istanze potendo guardare in viso l’interlocutore? Al vero ruolo della società civile che sembra invece essere considerata un blob, una massa informe da tenere sotto controllo e dalla quale estrarre a casaccio qualche figura da far rispettare?
Anche il Molise ha tante piazze, molte sono desolatamente deserte, molte altre pullulano di idee e di energia costruttiva: per incontrarle basterebbe uscire dal Palazzo. ☺
Il Molise ha aderito alla campagna di sensibilizzazione sulla cittadinanza attiva mediterranea promossa dal COSPE, il progetto Sabir Maydan.
È bello sapere che i nostri amministratori abbiano colto “l’urgenza di aprire un percorso verso l’integrazione nella regione mediterranea”, come si legge sulla bacheca del sito della Regione, ma hanno inteso il metodo Sabir Maydan fatto tutto di incontri, confronto, dialogo? Il progetto, nato per aprire nuovi strumenti e spazi di dialogo sullo stile della piazza, si sta trasformando in un percorso con tappe fisse e nuovi partecipanti. Perché la piazza, comprese quelle virtuali? Perché è proprio lì che i cittadini si incontrano, è lì che sono sbocciate le primavere arabe, è il luogo dal quale sono partite non solo le proteste in vari Paesi del Mediterraneo, ma anche le proposte per uno stile di res publica al quale le istituzioni non sembra siano in grado di rispondere, lontane dalle necessità di certezza dei diritti, democrazia e giustizia sociale. Tanta l’ energia generata in questa forma di mobilitazione, ma tanta anche la frustrazione per le attese tradite, per il modo in cui le istituzioni hanno represso queste istanze.
A Messina si è svolto l’incontro annuale di Sabir Maydan con temi molto interessanti che vanno dalla libertà di espressione a tematiche economiche e sociali. Alcuni degli argomenti: “Donne in prima linea: un approccio femminista al dialogo interculturale”; “Libertà o stabilità? Dobbiamo davvero scegliere tra diritti umani e sviluppo economico?”; “Islam politico: può una cultura dei diritti unire e riconciliare?”; “Verso un’economia sociale e solidale: che pratiche economiche per un Mediterraneo di prosperità, sostenibilità e giustizia sociale?”; “I movimenti sociali dopo il 2011: correre per il potere o stare fuori dal Palazzo?”.
Proprio mentre a Messina si discuteva di questo e altro (terrorismo, migrazioni, xenofobia) a Oslo veniva assegnato il Nobel per la Pace alle quattro organizzazioni che hanno contribuito alla transizione democratica in Tunisia, il National Dialogue Quartet. Un premio che la responsabile Maghreb del COSPE ha visto come “un incoraggiamento a non fermarsi e a costruire un dialogo e una democrazia reali”, ma che è considerato anche sotto un altro aspetto dalla responsabile COSPE in Tunisia: “Nella notizia leggo anche di una Tunisia nuovamente strumentalizzata, adesso tutti parlano di un processo di transizione democratica che si è svolto in maniera eccellente, tutto perfetto, tutto secondo le tappe previste e in un certo senso imposte dall’Unione Europea”.
Il forum della Cittadinanza mediterranea ha lanciato un messaggio inequivocabile: per costruire un processo capace di raccontare tutto il Mediterraneo, parlando di valori e diritti comuni e rispettando le diversità, bisogna dare un segnale forte contro la guerra. Vallo a spiegare a quei governi che vanno a braccetto con i fabbricanti di armi, che tutelano i propri interessi in terre altrui con la forza devastante delle bombe, che usano il terrorismo come giustificazione per i propri scopi.
Solidarietà e dialogo sono alla base di qualsiasi percorso di pace. L’incontro dal quale nasce il confronto e quindi il riconoscimento dell’altro è la vera propulsione verso una società includente. Noi ci sentiamo già empatici se mettiamo un “like” a qualche notizia, figuriamoci.
E così il nostro presidente, contento di aderire alla campagna cittadinanza attiva mediterranea, è volato negli Stati Uniti, non sappiamo se sulle orme di Colombo o di Marino, lo si vedrà al momento delle scelte politiche o personalistiche, chissà. Durante il viaggio, nell’insonnia del jet lag, avrà ripensato a quanto è importante incontrare le persone? Ascoltare le varie istanze potendo guardare in viso l’interlocutore? Al vero ruolo della società civile che sembra invece essere considerata un blob, una massa informe da tenere sotto controllo e dalla quale estrarre a casaccio qualche figura da far rispettare?
Anche il Molise ha tante piazze, molte sono desolatamente deserte, molte altre pullulano di idee e di energia costruttiva: per incontrarle basterebbe uscire dal Palazzo. ☺
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