Molise: un territorio ricco di acqua
Il territorio molisano è caratterizzato dalla presenza di sei grandi invasi artificiali di cui quattro interamente ricadenti sul territorio regionale (Liscione, Chiauci, Castel San Vincenzo, Arcichiaro) e due ricadenti, rispettivamente, tra Molise e Puglia (Occhito) e tra Molise e Campania (Monte Cesima).
Invaso del Liscione
Il bacino artificiale del Liscione, realizzato a partire dalla seconda metà degli anni ’70, si estende nei territori comunali di Larino, Casacalenda e Guardialfiera e consta di uno sbarramento che invasa le acque del Fiume Biferno. Il bacino si estende per una superficie pari a circa 1.043 kmq e, alla quota di massimo invaso, rappresenta un serbatoio per una capienza massima di circa 173 milioni di mc, con un volume effettivamente utilizzabile pari a circa 148 milioni di mc.
Le acque invasate nel Liscione vengono im- piegate per scopi idropotabili, irrigui-indus- triali e per la produzione di energia elettrica; la destinazione d’uso per il consumo umano è garantita dall’utilizzo di idonei sistemi di potabilizzazione. Le acque del Liscione vengono impiegate per alimentare un sistema di irrigazione che serve una superficie di circa 20.000 ettari di territorio del basso Molise, per alimentare gli acquedotti comunali di Termoli, Campomarino, San Martino in Pensilis, Portocannone e Ururi, oltre che per alimentare un impianto di produzione di energia idroelettrica e il Nucleo Industriale del Basso Biferno con una portata garantita di 3 mc/s.
Invaso di Occhito
Il bacino artificiale di Occhito è localizzato in corrispondenza del confine regionale tra Molise e Puglia demarcandolo per circa 10 km. Lo sbarramento sottende un bacino idrografico sviluppato per una estensione areale di circa 1.012 kmq, per un volume massimo invasabile pari a 333 milioni di mc e un volume utile di circa 250 milioni di mc; l’invaso è alimentato dalle acque del Fiume Fortore che ne è immissario ed emissario.
Le acque vengono utilizzate per irrigazione di un comprensorio di 143.000 ettari di terreni lungo il corso del fiume Fortore e della pianura del Tavoliere, ricadenti nel perimetro del Consorzio di Bonifica della Capitanata; subordinatamente si ha l’utilizzo idropotabile e l’uso industriale. In particolare, l’invaso di Occhito costituisce fonte di approvvigionamento potabile per gran parte della Capitanata e del Gargano, integrando le risorse provenienti dallo schema acquedottistico Sele-Calore con quantitativi idrici pari a circa 63 milioni di mc annui (circa 11% del volume totale addotto in Puglia).
Invaso di Chiauci
Il bacino artificiale di Chiauci, localizzato nell’ambito dei territori comunali di Pescolanciano, Chiauci e Civitanova del Sannio, è realizzato per effetto di uno sbarramento che sottende un bacino idrografico sviluppato per una estensione areale di circa 115 kmq, per un volume massimo invasabile pari a 14 milioni di mc e un volume utile di circa 11 milioni di mc; l’invaso è alimentato dalle acque del Fiume Trigno che ne è immissario ed emissario. Le acque sono utilizzate per fini irrigui, industriali, idropotabili e per la produzione di energia idroelettrica; l’invaso ha anche la funzione di regolatore delle portate al fine di garantire anche per il periodo estivo una portata utile alle opere di presa di San Giovanni Lipioni e Pietrafracida.
Invaso di Castel San Vincenzo
Il bacino artificiale di Castel San Vincenzo, realizzato nel 1956 allo scopo di fornire acqua per la produzione di energia idroelettrica, si inserisce nell’ambito di un articolato schema idrico che trova origine nel Lago della Montagna Spaccata (Abruzzo) e termina in agro del Comune di Colli al Volturno in corrispondenza dello scarico dell’impianto idroelettrico “Volturno 3”. L’invaso, localizzato ad una quota media di 783 m s.l.m., ha una superficie di massimo pari a 0,57 kmq per un volume massimo pari a circa 5,6 milioni di mc. Le acque provengono dal lago della montagna Spaccata, situato ai confini dei vicini Comuni di Alfedena e Barrea (AQ) a quota 1.050 m s.l.m., ed è alimentato prevalentemente con acque piovane e con quelle collettate all’interno di modesti fossi e impluvi torrentizi.
Invaso di Arcichiaro
Il bacino artificiale di Arcichiaro è stato realizzato sul torrente Quirino che è immissario del fiume Biferno; la superficie di bacino drenante è di 21,75 kmq, la capacità totale è pari a circa 13,7 milioni di mc per un volume utilizzabile pari a 11,7 milioni di mc. L’invaso è stato ultimato da pochi anni ed è in esercizio sperimentale; le acque sono utilizzate per fini idropotabili, irrigui ed industriali.
Invaso di Monte Cesima
Il bacino artificiale di Monte Cesima, realizzato per i soli fini di produzione idroelettrica, ha un volume massimo totale pari a circa 6,2 milioni di mc, le sue acque vengono utilizzate per il funzionamento dell’impianto di Presenzano (CE).
