mondo sottosopra   di Antonio Di Lalla
27 Marzo 2012 Share

mondo sottosopra di Antonio Di Lalla

 

Mentre molte famiglie continuano ad abitare casette in legno ormai fatiscenti e altre sono in autonoma sistemazione a seguito del terremoto del 2002, il presidente commissario Iorio si dice non ancora pronto a tornare alla normalità della gestione e insiste con proroghe, aizzando gli scagnozzi contro il governo che ha deciso in modo perentorio di porre finalmente un termine. È una scena che va in onda da un lustro e nessuno si pone la più elementare delle domande: perché ogni anno versa lacrime di coccodrillo (assistito dal fu sub Romagnuolo) sperando l’insperato, pur di non avviare il carrozzone della struttura commissariale alla normalità? Si atteggia a difensore di quanti hanno subìto gli effetti del terremoto, spalleggiato da tutti i sindaci della provincia di Campobasso, tenuti naturalmente ben distinti fra i rappresentanti del cosiddetto cratere e gli altri, in modo da mantenere alta la litigiosità fra loro e col governo centrale. Perso lo stato di emergenza vorrebbe mantenere all’infinito almeno quello di criticità non perché gliene freghi molto di quanti vivono nel disagio, perché anzi più stanno male e più per lui sono un punto di forza per perseguire i suoi scopi che sono sostanzialmente due: a) evitare il controllo del consiglio regionale sulla gestione del post terremoto; b) mantenere in piedi la struttura commissariale che ogni anno divora ben 8 milioni e duecentomila euro, per un totale di 75 milioni in questi nove anni. Se questi sono bruscolini! Due dettagli per non rimanere nel vago. In ognuno dei 70 comuni al di fuori del cratere sono stipendiati due tecnici nel centro operativo comunale (c.o.c.) con il compito di istruire, visionare, seguire i progetti dei fabbricati danneggiati dal terremoto. Sono stati retribuiti 108 mesi che per due tecnici dei 70 comuni fa 15.120 mesi di lavoro per un totale di circa 40 progetti finanziati in 17 comuni. Se “tre mesi sono lunghi da passare”, sospirava Rosanna Fratello negli anni d’oro, i sindaci dovrebbero documentare come i tecnici ne hanno trascorso 108 nei loro uffici! A Bonefro, nel cratere, 4 tecnici costano 8.400 euro al mese che per 108 mesi di lavoro più le tredicesime oltrepassano i 900 mila euro. Poiché i progetti istruiti sono 85 significa che pro capite hanno prodotto circa un progetto ogni tre mesi! Niente trapela e quindi non possiamo documentare  quanto divora la struttura centrale, ma se il buon giorno si vede dal mattino… E ora di che si discute? Non dei disagiati naturalmente, né delle imprese che chiudono, né degli operai licenziati, ma della stabilizzazione dei tecnici, contro i quali, sia ben chiaro, non abbiamo assolutamente niente, perché tutti hanno diritto a una vita sicura e garantita. Ma il muratore che lavora alla costruzione di un palazzo ha diritto al salario non anche ad un appartamento: pensavamo che fosse chiaro almeno a certi sindacati. Ricomponiamo la scala delle priorità, a meno che non decidiamo che il mondo debba essere sottosopra. Solo il berlusconiano sen. Di Giacomo, di fronte a tutto questo, poteva affermare che la colpa della miniproroga è della sinistra che ha remato sempre contro gli interessi del territorio. Finalmente avrebbe qualche merito, se solo fosse vero!

Ora che il presidente Iorio comincia a sentire il fiato della giustizia sul collo cerca disperatamente un posto in parlamento dove immunità fa rima con impunità e così mentre i falchi del suo schieramento sperano che si torni alle urne per candidare a governatore della regione Vitagliano, le colombe dello schieramento avverso, che sarebbe pretenzioso definire di sinistra, sperano che i ricorsi non vadano a buon fine e tutti felici e contenti mantengano caldo lo scranno loro assegnato da un responso falsato in partenza.

Un mondo sottosopra, a proposito di giustizia, vorrebbe anche il procuratore Iacoviello che a proposito del processo di Dell’Utri e al fondato sospetto di connivenza con la mafia, se ne è uscito con l’infelice affermazione che al concorso esterno non crede nessuno. Noi, per esempio, ci crediamo e da anni con Libera lottiamo contro ogni mafiosità perché si ristabilisca l’ordine costituito, i mafiosi e i collusi vengano condannati e i loro beni confiscati e restituiti alla società civile a cui illecitamente sono stati sottratti.

Perché il mondo non finisca sottosopra e inutilmente dilaniato e massacrato vorremmo chiarezza anche sul TAV (l’alta velocità dei treni in Val di Susa). Se un intero popolo dice un no chiaro e secco deve pur avere qualche fondato motivo e il governo, che si definisce tecnico, farebbe bene ad avviare un confronto tecnico per verificare se il millantato beneficio sia reale o un’invenzione dei governi precedenti. Finché non sapremo con certezza se il gioco vale la candela la nostra solidarietà ai no-tav sarà totale e senza riserve detestiamo l’uso delle forze di polizia, espressione di governi arroganti e prepotenti.

E sempre perché crediamo e ci battiamo per un mondo altro, da anni perseguiamo e diamo voce a chiunque crede ancora a una politica che sia a servizio della comunità. Lavoriamo a che ci si coalizzi, si faccia rete, a che il bene comune venga prima degli interessi di bottega e per questo apriremo un blog per confrontarci su una sana politica. I cristiani, in questo mese, con la pasqua celebrano la certezza che il male può essere sconfitto, che la risurrezione in una vita futura non solo non aliena dall’impegno nell’oggi, ma dà senso e vigore a tutte le lotte di liberazione. Da artigiani, vogliamo solo costruire botti nuove pronte ad accogliere il nuovo che nel torchio della storia vogliamo pigiare.☺

 

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