politica da bar  di Domenico D’Adamo
1 Dicembre 2011 Share

politica da bar di Domenico D’Adamo

 

Dopo la proclamazione degli eletti, si spera che il centrosinistra voglia finalmente smetterla di farsi male, imbastendo storie che servono solamente a nascondere la sconfitta. Ancora oggi la stampa nazionale non riesce a comprendere come per verificare i verbali di 136 comuni ci sia voluto un mese di tempo: manco nel Burundi impiegano tanto per stabilire chi vince alle elezioni! Grazie a Roberto Ruta e Danilo Leva, autentici democratici, rispettosi delle istituzioni, la sinistra molisana è riuscita, per trenta giorni, a godere dell’illusione di aver vinto le elezioni regionali. Intorno a questa bufala sono riusciti a mettere sul carro della vittoria anche quelli che Frattura non lo hanno votato neanche alle primarie. Sarebbe bastato fare il giro dei comuni, 136 in tutto il Molise, per verificare i risultati e scoprire chi aveva vinto.

Ai due strateghi della sinistra evidentemente non interessava questa notizia: due, tre giorni al massimo e l’arcano sarebbe stato svelato, volevano al contrario compiacere i loro elettori facendo credere loro di avere azzeccato il gioco; qualcuno si è fatto fare anche i complimenti per l’ottimo lavoro e l’inatteso risultato. Oggi, a tumulazione avvenuta, ai due mancini del centrosinistra non rimane che liberare le scrivanie, riempire gli scatoloni e sparire. Mai più modello Molise, tuonò Rosy Bindi, ospite da Lerner  a L’Infedele; tutti pensammo si riferisse al modello coniato da Iorio e compari per la ricostruzione post sisma, invece si riferiva al sisma politico che aveva investito il suo partito in Molise, sceso al 9% rispetto al 28% della media nazionale. Il povero Bersani, che aveva festeggiato la vittoria insieme al Segretario regionale del partito, pur di sbarazzarsi di questi sapientoni pare abbia proposto di cedere il Molise alla BCE in cambio di niente. Naturalmente Draghi, che conosce il mondo, gli ha detto di no e così siamo costretti a tenerceli noi.

Si narra che quando Ruta faceva il parlamentare, qualcuno – le malelingue parlano di Fioroni – gli abbia spiegato che per vincere le elezioni contro il centrodestra ci sarebbe voluto un uomo con una storia di destra. Questo avveniva nel lontano 2002, quando Berlusconi filava. Sono passati dieci anni, il mondo è cambiato, ma l’On. Ruta non ha dimenticato i buoni consigli del suo mentore a Roma e così, mentre Iorio toglieva dal suo simbolo il nome di Berlusconi per via delle ripetute sconfitte sia alle amministrative che al referendum, il vero capo del Centrosinistra lo rimetteva nel suo di simbolo. L’arma segreta: Paolo  Di Laura Frattura, un berlusconiano della prima ora, uno di quelli che nel  2000, e anche dopo, ha fatto la scelta di campo. I compagnucci della sinistra erano così sicuri di vincere con la mossa di Ruta che non si sono preoccupati neanche di attendere i risultati e, alle prime proiezioni, fatte naturalmente col pallottoliere davanti al Bar Lupacchioli, hanno stappato lo spumante. I sedicenti vincitori, con il loro argomentare sono riusciti a convincere persino la Direttrice di Telemolise, di solito refrattaria ai successi della sinistra, che in quella, per lei notte terribile, invocava l’intervento dei caschi Blu dell’ONU a difesa della sua televisione appena conquistata dai Cosacchi. Lo stesso Minicozzi, giornalista di sinistra in una Televisione di destra, ma al cuor non si comanda, sempre attento a non sparare cazzate, prefigurava la vittoria di Frattura con un’assise regionale composta da 38 consiglieri, trascinando nel panico, oltre a Iorio, anche  la sua direttrice.

Ora che la farsa è finita e i giudici hanno proclamato la vittoria del centrodestra e di Iorio, siamo curiosi di sapere quanti Consiglieri del centrosinistra, convinti di aver vinto le elezioni, produrranno i ricorsi al TAR, sapendo già da ora che in caso di esito positivo non ci sarà un ribaltamento del risultato ma lo scioglimento del Consiglio. Solo così capiremo chi ha imbastito sceneggiate al solo scopo di nascondere la disfatta e chi invece faceva sul serio e continua a farlo, oppure, cosa più probabile, se ci sarà un cittadino elettore che avrà più coraggio di tutti i consiglieri regionali  messi  insieme. In ogni caso, almeno per adesso, questa Regione avrà bisogno di una maggioranza che governi e di una opposizione che controlli e, siccome non dimentichiamo come questa stessa maggioranza ci ha governato per dieci anni, così come non condividiamo questa opposizione che vuole fare solo casino, invitiamo i cittadini e le associazioni ad organizzare il controllo sistematico di tutti gli atti del Presidente, della sua giunta e dell’intero Consiglio a cominciare dalle scelte relative allo sviluppo, ai servizi sociali, alla scuola, alla sanità e al mai risolto problema della ricostruzione post sisma.

Iorio in questi ultimi mesi ha imperniato tutta la sua campagna elettorale sull’evento, definito storico da lui stesso, della delibera CIPE che avrebbe stanziato a favore del Molise 1350 milioni di euro, 350 dei quali per la sola ricostruzione post terremoto. Ora, terminate le inaugurazioni elettorali di opere non ancora completate e parzialmente crollate alla faccia del tanto osannato progetto Scuola Sicura, vorremmo sapere quando veramente saranno disponibili i fondi assegnati dalla più volte citata delibera CIPE e se oltre ai cento milioni di euro anticipati dalla Regione cioè da noi, dovremo anticipare anche il resto con il conseguente aumento delle tasse regionali che sono già le più alte in Italia. Al centrosinistra, se ancora ce n’è uno in Molise, vorremmo nuovamente consigliare di allontanare, o quantomeno interdire dagli incarichi politici, tutti quelli che da dieci anni a questa parte sono riusciti a perdere tutte le competizioni elettorali che si sono succedute.☺

domenicodadamo@alice.it

 

 

 

 

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