Poteri contro diritti
18 Dicembre 2023
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Poteri contro diritti

Il 20 novembre abbiamo celebrato la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e degli adolescenti, che in sintesi potremmo ridurre ai dieci diritti fondamentali in cui si articola il documento. I diritti: 1) ad essere bambino; 2) a crescere in libertà; 3) ad essere rispettato; 4) alla salute; 5) a ricevere cure speciali; 6) ad avere una famiglia; 7) a ricevere una buona educazione; 8) ad essere protetto e ad essere educato; 9) a non essere abbandonato o maltrattato;10) a non essere discriminato. Nel frattempo ci avviamo a celebrare, il prossimo 10 dicembre, anche l’anniversario della proclamazione universale dei diritti dell’uomo in sede ONU.
Siamo però contemporanei alla tragedia della guerra in Israele, come risposta agli attacchi di Hamas. La Direttrice UNICEF Catherine Russell ha dichiarato, al Consiglio di Sicurezza, il 22 novembre, che “oggi la Striscia di Gaza è il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino. Vorrei ringraziare questo Consiglio per l’adozione della risoluzione 2712, un testo che riconosce l’impatto sproporzionato di questa guerra sui bambini, chiedendo alle parti in conflitto di offrire ai bambini la protezione speciale a cui hanno diritto secondo il diritto internazionale. Questa risoluzione chiede pause e corridoi umanitari prolungati a Gaza… che spero vengano attuati con urgenza, in modo che i partner umanitari possano raggiungere i civili in difficoltà, soprattutto i bambini”.
Più di 5.300 bambini palestinesi sarebbero stati uccisi in soli 46 giorni – vale a dire più di 115 al giorno, ogni giorno, per settimane e settimane. Sulla base di queste cifre, i bambini rappresentano il 40% delle morti a Gaza. È un dato senza precedenti. Riceviamo inoltre segnalazioni secondo cui più di 1.200 bambini sono rimasti sotto le macerie degli edifici bombardati o sono in ogni caso irreperibili. Da notare che il numero di morti nell’attuale crisi ha superato di gran lunga il numero totale di morti durante le precedenti escalation. Per fare un confronto, in 17 anni di monitoraggio e rendicontazione delle gravi violazioni, tra il 2005 e il 2022, è stata accertata la morte di un totale di 1.653 bambini.
I bambini che riescono a sopravvivere alla guerra rischiano di vedere la loro vita irrimediabilmente alterata dall’esposizione ripetuta ad eventi traumatici. La violenza e gli sconvolgimenti che li circondano possono provocare uno stress tossico che interferisce con il loro sviluppo fisico e cognitivo. Anche prima di quest’ultima escalation, più di 540.000 bambini di Gaza – la metà dell’intera popolazione di bambini – erano stati identificati come bisognosi di supporto psicosociale e per la salute mentale.
Il potenziale di perdita di vite umane a Gaza è notevolmente aggravato dal fatto che circa 800.000 bambini sono sfollati. Cercano disperatamente – e spesso invano – di mettersi al sicuro in rifugi densamente affollati. In media, nei rifugi dell’UNRWA c’è una doccia ogni 700 persone e un solo bagno ogni 150 persone. Le code durano ore. Pensate a cosa significa per le ragazze adolescenti.
Siamo particolarmente preoccupati per le notizie relative ad un numero crescente di bambini sfollati che sono stati separati dalle loro famiglie lungo i corridoi di evacuazione verso sud, o che comunque arrivano non accompagnati negli ospedali per ricevere cure mediche. Questi bambini, particolarmente vulnerabili, hanno urgente bisogno di essere identificati, di ricevere cure temporanee e di accedere ai servizi di tracciamento e ricongiungimento familiare.
I bambini di Gaza non hanno più tempo, la carenza d’acqua fa scattare l’allarme malattie. Se l’accesso dei bambini all’acqua e ai servizi igienici a Gaza continuerà ad essere limitato e insufficiente, assisteremo ad un tragico – ma del tutto evitabile – aumento del numero di bambini che moriranno. È importante ricordare che la soglia di emergenza di quantità minima di acqua per persona al giorno – sia in condizioni di guerra che di carestia – è di 15 litri. Questo è necessario per bere, pulire, cucinare: tutti elementi fondamentali per prevenire le malattie trasmesse dall’acqua e altre malattie infettive. Eppure ci sono zone di Gaza, in particolare il nord – dove, secondo le stime, ci sarebbero circa 700.000 persone – in cui la gente fatica ad avere accesso a soli tre litri di acqua al giorno. In alcuni giorni, non ne hanno affatto. Bisogna essere chiari: il controllo del carburante e dell’accesso all’acqua significa controllare se migliaia – forse decine di migliaia – di bambini vivono o muoiono.
Il bilancio delle vittime tra i bambini è nauseante: il dolore si sta radicando a Gaza. Cosa deve succedere?
– Permettere la fornitura di materiali e attrezzature idriche e igieniche per la riparazione e il funzionamento di emergenza dei servizi idrici e igienici cruciali, compresi la produzione, il trattamento e la distribuzione.
– Fornire immediatamente un accesso sicuro e senza ostacoli a una fornitura giornaliera di carburante che soddisfi tutte le esigenze di funzionamento delle strutture idriche e igieniche cruciali
– Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario, di un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli, del rilascio immediato e sicuro di tutti i bambini rapiti.
(Dichiarazione del Portavoce dell’UNICEF, James Elder, alla conferenza stampa tenutasi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra il 21 nov.2023 – Sintesi a cura di Silvio Malic)
Solo una domanda per me e per voi: come e quale mistero celebreremo nel Natale imminente? ☺

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