Scrittrici e scrittori
8 Gennaio 2016
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Scrittrici e scrittori

La polemica è ormai nota ed è dilagato già lo “scandalo letterario” che continua a lasciare abbastanza imperturbabile il direttore della libreria Feltrinelli di Bologna, in piazza Ravegnana, la storica libreria diretta per anni e anni da Montroni, vezzeggiata da Inge Feltrinelli per l’accuratezza (in passato) e la ricchezza di notizie e informazioni che il libraio potesse dare su scrittori e scrittrici. Ma i tempi sono cambiati: la Feltrinelli è diventata quasi un supermercato e andare in un punto informativo per chiedere qualche titolo o consigli è diventato inutile. Quindi che il Nuovo direttore Marco Bonassi abbia, in una intervista su La Repubblica, dichiarato che lui non legge autrici, che non gli interessa di essere politicamente corretto, e che successivamente ha aggravato la situazione dicendo che lui legge prevalentemente saggi, (e dove le mettiamo Julia Kristeva, Luce Irigaray e altre saggiste edite da Feltrinelli?) non dovrebbe sconvolgerci.

Non parliamo di un libraio qualunque, che aggrega libri e cerca di sbarcare il lunario, parliamo di una libreria dove è rappresentata una prestigiosa casa editrice che è sempre stata il polso della cultura italiana anche di scrittrici, quelle che oggi rendono più aspra la polemica.

Grazia Verasani, così ha commentato: “Il direttore della Libreria Feltrinelli di Bologna, intervistato su Repubblica, dichiara di non leggere quasi nessuna autrice e che non dirà il contrario per apparire politicamente corretto. Be’, bizzarre vanterie del mondo “culturale” di oggi: andare fieri delle proprie lacune”. Scrive Loredana Lipperini “riguarda non la necessità di inserire a forza libri scritti da donne nelle proprie liste di qualità pubbliche e private, ma il motivo per cui da alcune di quelle liste non appaiono titoli importanti di scrittrici, in grado di raccontare il mondo al pari di quanto avviene nei titoli importanti degli scrittori. Non avviene ancora, e in Italia se ne parla poco. Altrove sì: e negli Stati Uniti nessuno si stupisce se Katha Politt, poetessa e critica letteraria, rilascia dichiarazioni come questa: “Sono convinta che ci sarà sempre posto per una Toni Morrison o una Mary McCarthy, ma solo una alla volta. Per ogni donna, c’è spazio per tre uomini”. Scriveva ieri, in un’intervista, Elena Ferrante: “nel corso del Ventesimo secolo la tradizione delle donne scrittrici si è straordinariamente rafforzata, e non solo in Occidente. Credo che la mia generazione sia la prima ad aver smesso di pensare che per scrivere grandi libri bisogna essere un uomo. Oggi possiamo pensare con serenità che è possibile uscire dal gineceo letterario in cui si tende a incasellarci, e che possiamo accettare la comparazione”.

 C’è un’ampia ricerca condotta in Inghilterra sui gusti di chi ama i libri.  Secondo le cifre raccolte da Goodreads, un sito inglese di lettura, il 90 per cento dei 50 libri più letti dagli uomini sono scritti da uomini. E 45 dei 50 libri più letti dalle donne sono scritti da donne: uno dei soli cinque scrittori maschi amati dalle donne, per di più, è Robert Galbraith, pseudonimo di J. K. Rowling per i suoi gialli. La validità della ricerca sembra indubbia e il campione è ampio: Goodreads ha interpellato ben 40 mila lettori, 20 mila uomini e 20 mila donne. “Non ce lo aspettavamo neanche noi”, afferma il sito di lettura, “ma quando si tratta di scegliere i libri più popolari del 2014, quelli più apprezzati dai nostri utenti, abbiamo scoperto che la quasi totalità dei lettori predilige autori del proprio stesso sesso”.

Un’altra spiegazione del fenomeno è che alcuni lettori maschi dicono di leggere più autori maschi per la semplice ragione che sono gli uomini a scrivere i libri che loro hanno voglia di leggere. Goodreads osserva che molti interpellati dal sondaggio, quando hanno appreso il responso della ricerca, sono rimasti a loro volta stupefatti: scegliendo un libro o un autore non si rendevano conto di privilegiare uomini o donne  a seconda del proprio sesso, per cui sarebbe una decisione inconsapevole, non voluta. Il sito di lettura ha poi chiesto ai propri utenti di dare un voto ai libri che hanno letto nel 2014 e anche qui salta fuori un dato interessante: sia uomini che donne danno voti più alti alle scrittrici che agli scrittori. In media, le donne danno ai libri scritti da donne un punteggio di 4 su 5 e a quelli scritti da uomini di 3,8 su 5; gli uomini assegnano un punteggio di 3,9 alle autrici, di 3,8 agli autori.

Ultimo punto: l’assegnazione del Nobel penalizza le scrittrici donne. Questo, semplicemente, non è vero. Quantomeno non in questi termini. Qui possiamo davvero vedere i fatti. È stato rilevato che sono donne solo il 10 % dei premi Nobel per la letteratura. Vero. Ma è anche vero che il Nobel è stato assegnato poco più di cento volte dal 1901, quando è stato istituito e, nel secolo scorso, la percentuale di donne scrittrici non era del 30 %. Diamo per assodati i motivi.

E vediamo un dato di realtà e cosa ci dice. Il premio è stato istituito nel 1901 e la prima donna Nobel è stata Sara Lagerlöf nel 1909: non male, vero? Sono seguite altre tredici donne: Grazia Deledda nel 1926; Sigrid Undset nel 1929; Pearl S. Buck nel 1938; Gabriela Mistral nel 1945; Nelly Sachs nel 1966; Nadine Gordimer nel 1991; Toni Morrison nel 1993; Wislawa Szymborska nel 1996; Elfriede Jelinek nel 2004; Doris Lessing nel 2007; Herta Müller nel 2009; Alice Munro nel 2013.

Per finire con un margine di ottimismo rileggo le parole di un’altra grande scrittrice-premio Nobel, Nadine Gordimer,: “Le donne realizzano, forse più degli uomini, quei caratteri che fanno lo scrittore vero: Poteri d’osservazione innalzati oltre il normale implicano uno straordinario disimpegno; o piuttosto un doppio processo: un’eccessiva preoccupazione e un’i dentificazione nella vita degli altri, e allo stesso tempo un mostruoso distacco. […] La tensione tra lo stare in disparte e l’essere del tutto coinvolti: ecco ciò che fa uno scrittore”.☺

 

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