una coscienza nuova
31 Agosto 2010 Share

una coscienza nuova

 

Che ci faceva la sera del 7 luglio il card. Bertone a casa di Bruno Vespa con Berlusconi, Casini, il banchiere Geronzi, Gianni Letta e altri discutibili e discussi ospiti? Sicuramente ognuno ha la libertà di scegliersi gli amici con cui cenare, ma se un governo indecoroso e immorale zoppica e va in cerca di stampelle, un tale prelato non è lì semplicemente per soddisfare i suoi pur naturali e legittimi appetiti, né tanto meno risulta che qualcuno di quegli impenitenti ne sia uscito convertito dalle sue parole. Se con quegli atei devoti e baciamani era inutile disquisire sulla fede, avrebbe potuto parlare delle carceri che scoppiano, di reclusi che si suicidano, di morti sul lavoro (già oltre trecento), di disoccupazione crescente, di famiglie ridotte allo stremo. Ma per fare questo bisognerebbe udire il clamore della piazza, avere ancora viscere sensibili, capacità di indignarsi. La sua presenza dà spazio a una sola ipotesi che non vorrei diventasse mai certezza: tenta di impegnare l’istituzione chiesa in volgari e squallidi giochi di potere, inaccettabili per qualunque credente nel Dio di Gesù Cristo. E proprio in quanto cattolico protesto fortemente e senza mezzi termini. Dopo il card. Sodano che non solo ha coperto la pedofilia del clero alto e basso definendola ultimamente come chiacchiericcio, dopo il card. Sepe invischiato nel gioco del io do una cosa a te e tu dai una cosa a me, ecco il card. Segretario dello Stato Vaticano (ma è ancora necessario o opportuno?) che teme si sgretoli un potere così corrotto da fare pena anche al  fido Fini e così corruttore da cercare di comprarsi i dissidenti della ex maggioranza. Finché l’istituzione chiesa cerca favori non avrà mai la libertà di annunciare una parola liberatrice. Necessaria e indispensabile.

Il cristiano che inseguo e coltivo in me deve essere inaffidabile per qualsiasi sistema di potere, perché deve stare sempre dalla parte di chi anela al riconoscimento della dignità della persona in quanto persona. Come lo fu Gesù Cristo stroncato dalla convergenza dei poteri politico, economico e religioso. La sua risurrezione, per il credente, è la certezza che Dio non è neutrale ma di parte e perciò non esita a schierarsi. La speranza allora è sovversiva perché limita le grandiose pretese del presente, osando affermare che il presente che si accetta senza battere ciglio, deve essere messo in discussione (W. Brueggermann). È troppo attendersi da chi si è assunta la responsabilità di guida religiosa, a livello locale o planetario, che risvegli e alimenti una coscienza e una percezione alternativa alla coscienza e alla percezione della cultura dominante che ci circonda? Solo se si percepisce il collegamento fra la religione del trionfalismo statico e la politica di oppressione e sfruttamento si abbandoneranno le vecchie logiche, la fede tornerà ad essere sovversiva e si oserà sognare un mondo nuovo.

È tempo di immaginazione, che non è evasione, ma giusta indignazione, atto di resistenza, forza creativa, proprio nel momento in cui il potere dell’omolo- gazione è immenso, basato sulla seduzione, sull’effetto irresistibile della ricchezza. Se Berlusconi, nonostante lo squallore etico e politico, vanta tanta popolarità è perché il suo virus sta infettando ognuno. Basta vedere come aumentano i giocatori quando la posta del “superenalotto” diventa stratosferica.

Più immaginazione ci attendiamo da Molisinsieme, il periodico voluto dai vescovi molisani che, nel suo nascere, più che far sentire i vagiti di una spinta propulsiva, si nazzica nella legittimazione dello status quo. Il lievito non serve per essere contemplato ma per panificare, la persona non fa strada se si guarda l’ombelico.

Immaginazione abbiamo avuto scendendo in strada a raccogliere un milione e quattrocentomila firme per indire il referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Certo il più resta da fare perché l’acqua sia riconosciuta come un bene pubblico, un diritto fondamentale, ma vedere cittadini che sfidano partiti, rimasti sostanzialmente assenti se non contrari, e multinazionali, è il segnale che singoli e associazioni, novelli Davide, possono affrontare e sconfiggere i Golia delle grandi lobby economiche. Se l’acqua è un bene prezioso a disposizione di tutti, da custodire gelosamente perché è vita, come può essere messo nelle mani di società che accumulano profitti proprio sul consumo e lo sperpero?

Immaginazione ha avuto il popolo aquilano nel prendere le carriole e sfidare il potere che, controllando le immagini, mostrava il terremoto ormai un evento del passato perché tutti hanno una casa, magari al mare, e tutti vivono felici e contenti.

Immaginazione ci vorrà per intravedere a breve un futuro senza Berlusconi a livello nazionale e senza Iorio a livello regionale. Sta nascendo un popolo nuovo disposto a prendere a calci in culo (in senso metaforico perché, nonostante la forte tentazione contraria, siamo nonviolenti) quanti hanno fatto affari sulla pelle degli altri e tutti quelli che si sono prostituiti al potere dominante in cambio di favori, disposto a non dare più credibilità a quei giornali e giornalisti ridottisi a servi prezzolati, non più in grado di distinguere il vero dal falso, la notizia dalla polpetta avvelenata, ma pronti ad abbaiare al servizio del padrone di turno.

Le nostre forze, seppur esili, sono impegnate affinché l’immaginazione che oggi sfida il potere possa presto governare.☺

 

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