L’estate anche d’inverno
7 Luglio 2015 Share

L’estate anche d’inverno

Nonostante tutto, alla fine, è arrivata lo stesso: bella, lussureggiante, calda. È una femmina che ti avvolge e ti consuma, ti esalta e ti strugge, è per lei che ci siamo denudati, ci siamo perfino depilati ed ora siamo pronti a godere. Non fraintendetemi, sono ricorso alla metafora perché si sentisse l’odore del mare, il calore del sole, la bellezza matura dell’estate, appena entrata. Qualcuno andrà in viaggio, pensiamo al nostro direttore, qualcun altro sta già programmando una faticosa maratona dell’ozio, penso a me stesso, qualcun altro ancora, è la categoria più diffusa, continuerà a fare ciò che ha sempre fatto durante l’anno. In ogni caso per tutti è giunta la bella stagione. Per un po’ non sentiremo parlare del grullo di Firenze, della sua “buona” scuola, alla quale il bischero vuole togliere l’anima, del Jobs act, che non ha fino ad ora creato un solo posto di lavoro, nuovo, di tutte le stronzate dette sui migranti per non perdere voti, della restituzione di quanto dovuto ai pensionati, che con tracotanza ha chiamato bonus, di mafia capitale e delle infiltrazioni romane anche in Molise, l’onesto Molise, poco indagato anche in tempi di vacche grasse, penso al terremoto e alle opere inutili realizzate anche qui da noi.

Non sentiremo parlare neanche del presidente Frattura. Il nostro eroe pare voglia ritirarsi in un eremo (peccato che l’estate duri solo il tempo di una stagione) per studiare finalmente, insieme al suo maestro, l’ex governatore ringalluzzito, le norme del decreto Balduzzi ed il relativo regolamento applicativo; quello che tratta di ospedali e che, a causa dei numerosi impegni non ha avuto il tempo di guardarsi alla Conferenza Stato Regioni. I due questa volta pare vogliano accontentare tutti: medici, politici, imprenditorie e, in ultima analisi, anche i cittadini, non i malati naturalmente, come sempre. La loro narrazione ci racconta di un DEA di “un quasi” secondo livello, due ospedali di primo livello, un po’ di strutture private qua e là: basta tenere un profilo basso, passare inosservati e il gioco è fatto, esattamente ciò che abbiamo fatto negli ultimi tredici anni tra un piano di rientro e l’altro, scegliendo di sottrarci con ostinazione alle nostre responsabilità.

Non siamo stati in grado di darci un servizio sanitario possibile, nonostante spendessimo più degli altri e ora a regolare il traffico ci penserà direttamente lo Stato. I numeri, non le chiacchiere, ci dicono che avremmo diritto a due ospedali di primo livello e basta, anche se la narrazione del governatore ci racconta un’altra storia. Il nostro presidente, se avesse avuto veramente a cuore i problemi dei malati e non quelli di chi ci mangia nella sanità, avrebbe innanzitutto dovuto frequentare di più i luoghi dove si decide e, negli stessi, richiedere non una deroga al decreto Balduzzi, così come fanno certe fate ignoranti, ma battersi colle unghie e con i denti per la difesa dei fondamentali principi di civiltà e di uguaglianza al fine di obbligare le regioni di confine a cedere utenti in favore dell’unica regione che non ha i numeri per sostenere un Dipartimento di Emergenza di II livello, il Molise, appunto e non di truccare le carte per farci fessi e contenti. È bene rammentare ai politici indigeni che la scelta del decreto così tanto vituperato, è sostenuta da uno studio rigoroso sulla eliminazione degli sprechi, oltre che dalla esigenza di realizzare strutture ospedaliere efficienti ed efficaci, richieste queste condivise dalla stragrande maggioranza dei molisani che chiedono di poter essere curati in ospedali veri, così come avviene in altre regioni.

L’estate vivaddio ci risparmierà di discutere di tutto questo. Nei prossimi giorni, i nostri paesini si trasformeranno in centri di svago e di riposi. I piccoli e meravigliosi borghi del Molise, pronti ad ospitare tutti quelli che lo vorranno, si riempiranno di colori, di sapori e diventeranno finalmente più rumorosi, ci daranno l’illusione che qualcosa cambierà. La bella stagione consentirà ai migranti di attraversare il mare e di giungere incolumi sulle nostre coste: speriamo che ne arrivino molti anche da noi. Non si tratta di una provocazione, ma dell’ atteggiamento più corretto per affrontare il fenomeno che cambierà il volto del nostro continente. Il Molise in questa occasione si è disposto bene ed è diventato esempio di solidarietà per l’intero Paese. I nostri comuni si stanno lentamente spopolando e la natalità registra per quest’anno un saldo negativo. C’è abbastanza posto nella nostra regione: è da molto che esportiamo emigranti ed è arrivato il tempo che si restituisca ad altri ciò che è stato concesso a noi senza tentare scorciatoie per fare affari. La scelta effettuata da alcuni comuni di ospitare piccoli centri di accoglienza va sicuramente nella direzione giusta se, oltre all’ accoglienza, si pensa di integrare tutti quelli che lo vorranno ed estendere questa esperienza in tutta la regione. Chi invece ha pensato di lucrare su queste disgrazie con la realizzazione di grandi strutture destinate inevitabilmente a trasformarsi in veri e propri campi di detenzione è bene che si fermi. Smettiamola di chiedere che altri si facciano carico dei nostri problemi e lavoriamo per risolverli. Facciamo in modo che anche l’inverno diventi una bella stagione.☺

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