Manuela Mori vive fra la metropoli (Milano) e il mare (Marina di Cecina) e, dopo La matrice della terra (Sigismundus Editrice, 2016) e Siamo corpi da abbracciare (Nuova Palomar 2020), giunge ora alla sua terza raccolta,

Ci sono poeti che si accostano alla pagina impugnando, più che una penna, un lanciafiamme. Aprono, cioè, il fuoco di parole con piglio fermo, ‘prendendo la poesia per il collo’, e scuotendone le sillabe con voce tesa e quasi impostata a grido di guerra.

La nuova raccolta di poesie di Giuseppe Grattacaso (Salerno 1957), Dei vertebrati, degli invertebrati, (Interno Poesia, 2025) prende il titolo da una onirica frase della raccolta di prose varie Horror vacui di Leonardo Sinisgalli (1945)

Un’intera poesia è tessuta esclusivamente con i nomi di vari possibili nodi

Come sempre, infatti, le poesie di Lanaro guardano con tenerezza alle cose della vita,

E Domenico ha chiuso un suo pensiero per tanta gente che soffre, in quelle e in altre terre devastate dai conflitti,

È una veduta aerea di un esotico paesaggio: vi figura – minuscolo – un tempio, e chissà se dai suoi cieli lo stesso Dio si compiace delle lodi che se ne levano,

Quella di cui parliamo è una silloge tripartita, di statuaria bellezza. I tre materiali del titolo corrispondono alla plastica scultura di tre parti,

Ne isoliamo fotogrammi tornando alla ricordata lirica di Quasimodo.