Domenicantonio prototipo della politica
28 Novembre 2024
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Domenicantonio prototipo della politica

Mimì e Cocò, i paladini molisani dell’Autonomia differenziata, che ha come obiettivo di spaccare l’Italia più di quanto già non lo sia, non sentono il minimo imbarazzo dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha dichiarato la legge in buona parte incostituzionale. Il presidente della giunta regionale molisana, Francesco Roberti, anziché arginare qualche disastro interno, si è detto felice perché la Corte Costituzionale non ha dichiarato incostituzionale l’intera legge. E il senatore molisano di Fratelli d’Italia, Costanzo Della Porta, relatore in Parlamento della scellerata legge, fischietta allegramente perché la Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso delle regioni che chiedevano l’abrogazione totale della legge. La loro incoscienza è pari a quella di un certo Domenicantonio. Questi, secondo una leggenda metropolitana, ai tempi in cui a Casacalenda passava ancora la ferrovia, era salito sulla littorina insieme agli studenti diretti agli istituti superiori di Larino. Un nutrito gruppo di giovani si era aggrappato al freno di emergenza fingendo di tirare la leva senza riuscirci, allora il suddetto Domenicantonio, puro sempliciotto, si fece largo tra di loro e afferrando da solo la maniglia del freno tirò con veemenza arrestando così il convoglio. Al controllore, precipitatosi nello scompartimento per chiedere cosa fosse accaduto, Domenicantonio facendosi avanti tutto tronfio confessò: sono stato io e con una mano sola! Nello scompartimento si scompisciarono. Lollobrigida, il ministro che lo emulerà, allora portava ancora i pantaloni corti!
Non dissimile da Domenicantonio, se alla ilarità non subentrasse la tragicità, è il Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, che ha deciso consapevolmente di massacrare i palestinesi e estendere la repressione nelle nazioni intorno. Si dice stupito che la Corte Penale Internazionale abbia emesso a suo carico un mandato di arresto internazionale per i crimini che sta impietosamente compiendo. Si sente eroe e per giunta vittima di antisemitismo. E peggio ancora ha la solidarietà delle destre più becere, da Orban fino a Salvini, noto come il cazzaro verde. Una destra che purtroppo con gli ebrei non ci azzecca mai. Prima i nazifascisti portarono al massimo livello l’antisemitismo tanto da braccare e rastrellare gli ebrei per tutta l’Europa e rinchiuderli nei campi di sterminio, eliminandone oltre 6 milioni; ora i successori sono solidali con il governo sionista che scelleratamente ha fatto in un anno oltre 40.000 vittime e ha distrutto case, ospedali, scuole, la vita insomma di un popolo. Non sarà mica che le destre appoggiano il sionismo per far sviluppare nel mondo l’antisemitismo? A scanso di equivoci ribadiamo che una cosa è essere contro il governo di Israele che sta agendo malissimo e merita tutta la esecrazione possibile e immaginabile, altra cosa è essere contro gli ebrei – antisemitismo – che soprattutto per i cristiani diventa la negazione della propria fede, visto che Gesù Cristo, gli apostoli, la Madonna, la prima chiesa erano tutti ebrei. Accettare che lo Stato di Israele rada al suolo la striscia di Gaza per eliminare Hamas sarebbe come consentire allo Stato italiano di distruggere la Sicilia per sconfiggere la mafia.
Come Domenicantonio, sostituendo l’ingenuità con la protervia, si comporta il governo italiano nei confronti dei migranti. Finanzia gli Stati costieri perché facciano da muro per i migranti che giungono da loro, con l’effetto che questi vengono derubati, maltrattati, imprigionati ma in parte anche imbarcati perché se per noi finisce il flusso di persone per gli Stati costieri finisce il flusso di denaro. Quando capiremo che le persone, in massima parte, emigrano perché stanno male nella loro terra per guerre, povertà, desertificazione, e dunque non saranno i muri e le frontiere ad impedire la trasmigrazione, sarà sempre troppo tardi. Solo una equa distribuzione delle ricchezze, l’eliminazione dello sfruttamento e delle multinazionali porterà a un nuovo assestamento mondiale. Ma da questo orecchio evitiamo di sentirci perché dovremmo rimettere in discussione il nostro benessere che si nutre del malessere degli altri. L’ultima ridicola trovata di portarli in villeggiatura in Albania e la convinzione che tutto il mondo studi la nostra soluzione si commentano da sole. Poiché ne sono arrivati oltre 60.000, mentre il centro in Albania ne può contenere meno di mille, ammesso che mai funzionerà, pensiamo di aver risolto il problema o abbiamo messo solo un po’ di polvere sotto il tappeto? Intanto è il luogo di villeggiatura della polizia, mentre i pochi migranti accalappiati fanno la spola da una costa all’altra, visto che il diritto internazionale vieta questa esportazione.
Un nuovo Domenicantonio è stato eletto negli Stati Uniti ma, avendo denaro a profusione, lo chiamano Donald Trump. Che la nazione più potente del mondo possa passare da un rimbambito come Biden a un delinquente come Trump si spiega solo col fatto che i presidenti sono le controfigure di potentissime lobby in grado di manovrare le leve del potere a tal punto che una maschera vale l’altra.
I tanti Domenicantonio servano a ricordarci che il Natale non è una bella favola con un tragico epilogo o una melensa festa di luci fuori e buio dentro, di nostalgie del passato e disimpegno nell’oggi. “Sul nostro vecchio mondo che muore – direbbe Tonino Bello – nasca la speranza”. Proviamo a dirottare la storia, finché siamo in tempo.
Buon Natale.☺

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