È l’ora di disegno nella scuola media di un piccolo paese del Molise, Bonefro. La classe maschile è molto numerosa e le aule sono collocate nel Convento Santa Maria delle Grazie, in via Monte di Dio. Siamo negli anni Sessanta.
Il professore di disegno, creando un po’ di confusione e di stupore negli alunni, entra nell’aula con un giradischi e invita i ragazzi ad ascoltare un brano musicale del tutto nuovo nel suo genere, per l’intera classe. Dopo l’ascolto, l’insegnante propone ai giovani studenti di rappresentare, ognuno sul proprio foglio, un’immagine facoltativa legata alle emozioni suscitate dalla musica appena ascoltata. In silenzio, col capo chino sul banco, con strumenti essenziali e semplici, ogni alunno, liberando la propria creatività, produce la sua illustrazione.
Alla fine, il professore esamina tutti i disegni e tra essi ve n’è uno che rappresenta la luna. L’insegnante svela, quindi, alla classe il titolo del brano ascoltato: “La sonata al chiaro di luna” di Ludwig van Beethoven.
Nonostante le continue e profonde trasformazioni sociali, che spesso stravolgono la vita dell’uomo, per fortuna ci sono valori intoccabili e insostituibili. La scuola del presente, come quella del passato, poggia da sempre, esclusivamente ed essenzialmente, sulle capacità e potenzialità dei singoli alunni e sul significato stesso della parola “insegnare” che è quello di “imprimere segni nella mente” attraverso una libera ed efficace azione didattica. Fonte di ispirazione di scrittori, artisti, poeti e filosofi anche la luna, disturbata dalla presenza dell’uomo, conserva e mostra ancora intatto il suo particolare alone di mistero e di poesia.
La tela ad olio qui presentata, Claire de lune di Giuseppe Rea, è legata a tale semplice ricordo di scuola dell’autore stesso che, nel tempo e in luoghi diversi, ha continuato ad ammirare, interrogare e rappresentare il mutevole e affascinante paesaggio lunare.
