La forza delle idee
7 Gennaio 2016
laFonteTV (3842 articles)
Share

La forza delle idee

Vicino al caminetto, nascosto tra altri, un libro di Paola Mastrocola. Lo leggerò nel silenzio di una notte, mentre la legna brucia e la neve cade. “Stare seduti per ore in un luogo appartato, soli, scollegati da tutto il resto, con un libro aperto davanti, indugiando sulle parole, fino a memorizzare”. La passione ribelle, un saggio in cui la Mastrocola svela il vero comportamento rivoluzionario: recuperare la bellezza della solitudine e la dimensione della conoscenza. Racconta anche dell’interiorità che sta scomparendo, ci limitiamo a giudicare gli altri e non proviamo ad entrare in noi stessi. Ne abbiamo paura. Temiamo i pensieri, le domande, la vicinanza, e allora cerchiamo di evitare la solitudine. Temiamo la conoscenza, la verità.

Un inno “alla solitudine positiva” si oppone al “vortice” continuo di relazioni in cui siamo perennemente immersi. Studiare riprendendosi quelle libertà di cui oggi siamo privati, leggendo libri interi, soffermandosi su un libro tutto il tempo che si vuole: l’ozio inteso alla maniera degli antichi, come tempo creativo. Sul banco degli imputati, dunque, proprio la scuola, che invece di essere “il tempio dello studio”, è definita come “il tempio della finzione dello studio”. “Chi studia è sempre un ribelle – scrive Mastrocola – Uno che si mette da un’altra parte rispetto al mondo e, a suo modo, ne contrasta la corsa. Chi studia si ferma e sta: così, si rende eversivo e contrario”.

Trascorrere tempo sui libri. Osservare le parole come si può osservare una foglia. E sentirle dentro come sangue che scorre. Se penso all’arte di imparare, al potere del sapere, mi viene in mente Che Guevara. “Devi lottare per essere fra i migliori a scuola”, scrisse alla figlia, “Migliore in ogni senso, e lo sai cosa vuol dire: studio e atteggiamento rivoluzionari”. Se penso al valore dell’insegnamento, al senso della conoscenza, mi viene in mente Alessandro D’Avenia. Precisamente, una lettera che scrisse ai professori alla vigilia del primo giorno di scuola: “Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore che inizia la conoscenza, diceva Aristotele. (…) Spiegate loro l’infinito di Leopardi anche se non è nel programma, fateglielo toccare questo infinito di là dalla siepe dei banchi. Raccontate loro la vita e la morte di una stella. Descrivete loro la sezione aurea dei petali di una rosa e il segreto per cui la si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupiteli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere loro che sapete perché insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una vita intera a imparare quelle cose, perché quelle cose contengono il mondo intero”.

E se penso al motivo di tanta ignoranza, alla scarsa attenzione verso l’istruzione, mi vengono in mente le parole di Italo Calvino. “Un Paese che distrugge la scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere”.

Le parole… La vera rivoluzione inizia dallo studio, perché con lo studio si conquista la chiave della conoscenza che apre la porta allarmata della verità. Lo studio è l’arma per combattere l’ignoranza. E l’ignoranza non è altro che una bugia avente il potere di convincere che tutto vada diversamente da come invece va. La passione verso la conoscenza si trasformerà in voglia di cambiamento.

Le parole… Tutte le grandi rivoluzioni nascono dalle parole. Perché le parole originano idee. E le idee azioni. E tutto insieme dà vita a uomini diversi, tanti uomini diversi fra loro, ma tutti indimenticabili. “Ci insegnano a ricordare le idee e non l’uomo, perché l’uomo può fallire. L’uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma 400 anni dopo ancora una volta un’idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle. Ma non si può baciare un’idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore… le idee non amano. Non è di un’idea che sento la mancanza ma di un uomo” (“V per Vendetta”).

Ogni persona con cui parlo mi lascia degli insegnamenti, dei consigli, degli indizi. Tempo fa c’è chi mi suggerì di non comportarmi mai in modo mediocre ma scegliere sempre, fare qualsiasi cosa in modo convinto e di cambiare la vita delle persone, del posto in cui mi sarei trovata. La memoria di altri è l’immortalità di uomo. Esistono tanti tipi di rivoluzioni e tanti modi di metterle in atto. Sarebbe bello farsi ricordare per averne fatta una. ☺

 

laFonteTV

laFonteTV