Diritto di parola
21 Febbraio 2016
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Diritto di parola

Domenica 17 gennaio 2016 a Termoli si sono incontrati in assemblea i rappresentanti dei coordinamenti regionali antitrivelle e di molte altre associazioni, per costruire una campagna nazionale contro la devastazione e il saccheggio dei territori. Nonostante condizioni atmosferiche  proibitive, da tutta Italia ci siamo ritrovati seduti in circolo, ad ascoltare e a raccontare storie diverse ma accomunate da un prepotente desiderio di cambiare questo mondo che non va, e dalla fiducia ostinata nell’utopia di un altro mondo possibile.

L’ultimo in -degno attacco in nome del capitale a quello che per noi molisani è un paradiso domestico (perché così vicino e familiare), le Tremiti, ha riportato drammaticamente in primo piano l’urgenza della lotta: neanche il tempo di gioire per la vittoria del popolo di No Ombrina, che è anche la nostra, e rieccoci in prima fila contro il Moloch. Avevamo appena finito di scrivere le osservazioni contro il Progetto Santa Croce, vicino Campobasso… perché val la pena di ripetere che non è solo il mare ad essere sotto attacco, ma anche i due terzi della terra del Molise. E con il prodigioso tempismo della natura lo sciame sismico di questi giorni ha “scelto” come teatro del suo epicentro proprio i paesi dell’area coinvolta nella richiesta di “ispezione sismica” (ironia tragica  delle parole!).

Domenica si è parlato di tutte le emergenze territoriali, e come sempre la consapevolezza di non essere soli a sentire la responsabilità dell’essere cittadini è stata fonte di conforto, pur nella desolazione del quadro generale che si veniva dipanando: ultima chicca, i duemila miserabili euro che il Ministero dello Sviluppo economico incasserà per consentire l’uso degli airgun alle Tremiti appaiono davvero come i trenta denari di Giuda; soldi maledetti, accettati nel silenzio, senza una parola ai cittadini, proprio il giorno prima che il governo sbandierasse la propria grande generosità con gli emendamenti che apparentemente fermano Ombrina.

Dalle ore di dialogo trascorse insieme si è venuta costruendo la certezza che per affrontare la devastazione dei territori occorre una cornice complessiva, che unisca tutte le emergenze superando il livello definito troppo semplicisticamente “ambientale”: perché quando parliamo di trivelle parliamo di democrazia e del diritto a scegliere uno stile di vita altro, esattamente come quando parliamo di scuola pubblica, di diritto al lavoro, di acqua e di beni comuni, ivi compresa la salute.

È apparso chiaro che è giunto il momento di costruire una connessione stretta per legare insieme tutte le battaglie, da quelle ambientali a quelle per i diritti sociali. È necessario aprire una nuova stagione di referendum sociali collegati insieme: perché non possiamo solo difenderci, ma abbiamo la responsabilità di riscrivere l’agenda delle proposte connettendo tutte le esperienze.

La lotta contro le trivelle, specie qui in Molise, sconta ancora la difficoltà di allargare il suo terreno, di diventare strada comune di cittadini, istituzioni, categorie: ma può servire da collante a livello nazionale, perché tocca tutto il paese, permette di trovare una bandiera comune, quella della proposta di un nuovo modello di vita e di sviluppo.

E allora lavoreremo alla stesura di quesiti referendari sulle trivellazioni in mare e in terra, sulla Buona Scuola, sul Jobs Act, sui beni comuni: mentre la riforma costituzionale vuole consegnare il paese ad una dittatura del premier, noi ci riprenderemo lo strumento principe della democrazia partecipata e chiederemo ai cittadini di esprimersi. Quesiti diversi, ma un solo tema:  il diritto a decidere in prima persona.

Siamo consapevoli del percorso tutto in salita che attende questo progetto; sappiamo che i referendum si costruiscono dal basso, con tempo e pazienza; conosciamo tutta la potenza malvagia degli interessi che andiamo a toccare, ma non c’è altra strada che quella che parte dalle persone e dalla loro voglia di camminare insieme.

Proprio nello spirito di facilitare contatti e unione domenica è stato presentato il sito che legherà insieme tutte le lotte: www.stopdevastazioni. wordpress.com. Sarà una piazza operativa che darà a tutti la possibilità di informarsi sull’evolversi delle varie lotte e di operare concretamente usando gli strumenti messi in rete.

Il no agli airgun alle Tremiti, che distruggeranno la pesca e la vita dei nostri bellissimi delfini, è il no ai combustibili fossili, al riscaldamento del pianeta, allo sfruttamento del lavoro, alla distruzione della scuola pubblica, alla mercificazione dei beni comuni; ed è un sì alla democrazia partecipata, alle fonti rinnovabili, alla dignità del lavoro, all’istruzione di massa e di livello, all’accesso alle cure. In una parola, ad un mondo che sia di tutti, e non di poche multinazionali.☺

 

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