che ore sono?
18 Aprile 2010 Share

che ore sono?

 

  La risposta a questa domanda è apparentemente semplice e scontata, abituati come siamo a guardare il nostro orologio e a trovarvi la soluzione. Prestando, però, una maggiore attenzione possiamo scoprire che tale risposta presuppone e coinvolge numerose considerazioni di ordine astronomico, fisico, matematico, geografico e normativo.

Per secoli le nostre ore sono state scandite dal movimento apparente del Sole intorno alla Terra. Si parlava di ora solare vera locale, cioè determinata dalla effettiva posizione del Sole e relativa ad un posto (un meridiano) ben preciso. Può essere utile ricordare, a tal proposito, che il mezzogiorno vero è definito come l’istante in cui il Sole vero transita sul meridiano locale, e che quest’ultimo è il semicerchio che congiunge il punto cardinale nord con quello sud, passando per lo zenit del luogo. Ma l’ora solare media, su cui sono regolati i nostri orologi, differisce dall’ora solare vera locale, per tre ordini di motivi: l’equazione del tempo, i fusi orari e l’ora estiva.

Per quanto riguarda il primo motivo di differenza, bisogna notare che esiste uno scarto tra ora solare media e ora solare vera, e tale scarto è dovuto a due ragioni. La prima ragione è legata al fatto che l’orbita terrestre intorno al Sole non è circolare ma ellittica, quindi la velocità di percorrenza della Terra non è costante nel corso dell’anno. La seconda discende dalla inclinazione dell’eclittica (l’orbita apparente descritta dal Sole) rispetto all’equatore celeste. Questi due fenomeni astronomici determinano una durata variabile del giorno solare vero. Per gli usi civili, quindi, viene introdotto un giorno solare medio, di durata costante. In altre parole, si utilizza un Sole ipotetico, che si discosta un po’ da quello reale, ma senza che lo scarto diventi mai eccessivo (nell’ordine dei 15 minuti in più o in meno). La differenza tra tempo solare “vero” e tempo solare “medio” viene detta “equazione del tempo”.

Venendo al secondo motivo di scostamento, bisognerà ricordare che alla fine del 1800 venne introdotto il Tempo Universale, una scala dei tempi basata sulla rotazione della Terra (e calcolata in base alle osservazioni del movimento giornaliero dei corpi celesti) e la cui più grande novità è costituita dall’utilizzo dei fusi orari. Esso è legato al Greenwich Mean Time (GMT), cioè all’ora solare media sopra il meridiano di Greenwich, considerato per convenzione il meridiano di riferimento. Le altre zone della Terra regolano la propria ora secondo un preciso “scarto orario” rispetto all’ora di Greenwich.

In realtà, negli ultimi anni il GMT è stato sostituito e lo standard attualmente accettato nel mondo come base temporale civile è il cosiddetto Tempo Universale Coordinato (UTC), a sua volta legato al Tempo Atomico Internazionale (TAI), una scala di tempo uniforme, stabile e accurata, misurata da orologi atomici al cesio. L’UTC è una scala dei tempi ibrida: esso è riconducibile alla scala uniforme data dal TAI e subisce lievi correzioni per mantenere la corrispondenza e la sincronizzazione con la rotazione terrestre (e quindi con il Tempo Universale).

Ad ogni modo, i fusi orari sono fasce temporali, “spicchi” della Terra, di circa 15 gradi di longitudine. Le zone geografiche interessate dai fusi, però, non sono perfettamente corrispondenti alle fasce individuate dai meridiani, per tener conto dei confini degli Stati e di altre considerazioni economiche e politiche. Tutti gli orologi delle località che cadono all’interno di un fuso segnano per legge la stessa ora, corrispondente al passaggio del Sole medio per il meridiano centrale del fuso. L’Italia appartiene al fuso orario Central European Time / Central European Summer Time (CET/CEST), individuato numericamente come GMT+1/GMT+2 (UTC+1/UTC+2) e chiamato comunemente fuso di Roma o fuso di Berlino (il meridiano di riferimento per il nostro fuso orario è il meridiano di 15 gradi longitudine est, passante per Termoli – Etna).

Nelle località appartenenti allo stesso fuso orario, ma con longitudine diversa da quella del meridiano centrale del fuso, l’ora solare locale sarà diversa dall’ora civile; questa differenza è detta “costante locale”.

Infine, si noti che nel linguaggio comune si usa parlare di “ora solare” e “ora legale”, ma i termini più corretti sono quelli di “ora invernale” e “ora estiva”. Questo perché, come abbiamo visto sopra, l’ora segnata dai nostri orologi è sempre “legale”, cioè fissata dalle norme di legge e dalle convenzioni internazionali, anche in inverno e non soltanto in estate, quando viene aggiunta 1 ora per ragioni economiche; l’ora solare propriamente detta è, invece, diversa da un luogo all’altro, perché è determinata sul meridiano locale.

La domanda posta nel titolo ha portato, come si è visto, a complesse argomentazioni, a cui abbiamo inteso dedicare questi brevi cenni, nella speranza di suscitare nel lettore una sincera curiosità scientifica e quindi l’interesse all’approfondimento di tali tematiche. ☺

 

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