Se è vero che l’educazione passa essenzialmente, oggi più che mai, attraverso gli stili di vita, nulla può esimerci dal far circolare fra i banchi una concreta valorizzazione di buone pratiche nel campo del risparmio e della conservazione dell’oro blu.
E sebbene La Fonte abbia già dedicato spazio al tema nel precedente numero, sulla scia della Giornata Mondiale dell’Acqua, che cadrà come di consueto il prossimo 22 marzo (e che, al momento della stesura di quest’articolo, non è stata ancora celebrata), sembra utile segnalare all’interno di Didamondo un’esperienza significativa che il Centro Studi Ambientali di Torino ha portato avanti in una rete di scuole superiori piemontesi: T.V.B. Ti voglio bere è il nome di un progetto di risparmio idrico e di valorizzazione dell’acqua di rubinetto che ha coinvolto di recente 25 istituti e circa 15000 fra studenti e insegnanti. Un cammino possibile grazie al sostegno dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte e a quello dei numerosi partner (istituzionali e non) dell’iniziativa.
TVB ha dunque attuato nelle scuole aderenti azioni concrete per il risparmio idrico e per la valorizzazione dell’acqua di rubinetto, tramite interventi tecnologici, educativi e di comunicazione rivolti agli studenti e alle loro famiglie. La metodologia del progetto è stata articolata in due fasi che hanno permesso l’installazione di tecnologie di risparmio nei punti-acqua degli istituti, e di sistemi di trattamento per l’ero- gazione di acqua di rubinetto, la formazione dei Water Manager (studenti e docenti che diventano esperti locali e poi educatori a loro volta), la realizzazione del piano di comunicazione per divulgare sul territorio i risultati raggiunti e le buone pratiche adottate.
Il tutto è stato completato dal monitoraggio che, compiuto dai Water Manager, hanno poi verificato l’effettivo risparmio idrico ottenuto, la conseguente riduzione dei rifiuti raggiunta scegliendo di bere acqua “sfusa”, e il parallelo risparmio energetico dovuto alla limitata emissione di anidride carbonica.
Detto fatto. Nella prima rete di scuole, si è registrato un risparmio idrico medio compreso fra il 15% e il 29%. Che, tradotto in litri, equivale a qualcosa come 800 litri di acqua a persona, in media. Presto, inoltre, TVB porterà nelle scuole (il cui numero sta crescendo) anche i sistemi di trattamento dell’acqua di rubinetto, come le macchine erogatrici di acqua sfusa refrigerata, che migliorano le caratteristiche organolettiche dell’acqua della rete, togliendole – ad esempio – l’eventua- le, sgradevole odore di cloro che tanto (troppo) spesso è un magnifico alibi per comprare l’acqua in bottiglia. E via con imballi, rifiuti, anidride carbonica, business dell’acqua minerale alle stelle. Mentre a casa snobbiamo un’acqua ottima, ipercontrollata, estremamente meno cara, a “emissioni zero”, pulita e sicura.
Portafogli e ambiente, in Piemonte, hanno ringraziato.
Imitiamo gente, imitiamo. E se i viaggi d’integrazione culturale ormai prossimi (detto volgarmente “gite”) porteranno qualcuno di noi proprio a Torino, non manchiamo di visitare “A come Ambiente”, il primo museo italiano in cui l’educazione ambientale viene proposta in maniera ludica e interattiva, con percorsi didattici e laboratoriali mirati e in grado di coinvolgere gli alunni in modo leggero, intelligente e accattivante. Un museo in cui di certo, insomma, non si dorme. Anzi si torna con l’aver imparato qualcosa di utilissimo per la vita di tutti i giorni.☺
gadelis@libero.it
Se è vero che l’educazione passa essenzialmente, oggi più che mai, attraverso gli stili di vita, nulla può esimerci dal far circolare fra i banchi una concreta valorizzazione di buone pratiche nel campo del risparmio e della conservazione dell’oro blu.
E sebbene La Fonte abbia già dedicato spazio al tema nel precedente numero, sulla scia della Giornata Mondiale dell’Acqua, che cadrà come di consueto il prossimo 22 marzo (e che, al momento della stesura di quest’articolo, non è stata ancora celebrata), sembra utile segnalare all’interno di Didamondo un’esperienza significativa che il Centro Studi Ambientali di Torino ha portato avanti in una rete di scuole superiori piemontesi: T.V.B. Ti voglio bere è il nome di un progetto di risparmio idrico e di valorizzazione dell’acqua di rubinetto che ha coinvolto di recente 25 istituti e circa 15000 fra studenti e insegnanti. Un cammino possibile grazie al sostegno dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte e a quello dei numerosi partner (istituzionali e non) dell’iniziativa.
TVB ha dunque attuato nelle scuole aderenti azioni concrete per il risparmio idrico e per la valorizzazione dell’acqua di rubinetto, tramite interventi tecnologici, educativi e di comunicazione rivolti agli studenti e alle loro famiglie. La metodologia del progetto è stata articolata in due fasi che hanno permesso l’installazione di tecnologie di risparmio nei punti-acqua degli istituti, e di sistemi di trattamento per l’ero- gazione di acqua di rubinetto, la formazione dei Water Manager (studenti e docenti che diventano esperti locali e poi educatori a loro volta), la realizzazione del piano di comunicazione per divulgare sul territorio i risultati raggiunti e le buone pratiche adottate.
Il tutto è stato completato dal monitoraggio che, compiuto dai Water Manager, hanno poi verificato l’effettivo risparmio idrico ottenuto, la conseguente riduzione dei rifiuti raggiunta scegliendo di bere acqua “sfusa”, e il parallelo risparmio energetico dovuto alla limitata emissione di anidride carbonica.
Detto fatto. Nella prima rete di scuole, si è registrato un risparmio idrico medio compreso fra il 15% e il 29%. Che, tradotto in litri, equivale a qualcosa come 800 litri di acqua a persona, in media. Presto, inoltre, TVB porterà nelle scuole (il cui numero sta crescendo) anche i sistemi di trattamento dell’acqua di rubinetto, come le macchine erogatrici di acqua sfusa refrigerata, che migliorano le caratteristiche organolettiche dell’acqua della rete, togliendole – ad esempio – l’eventua- le, sgradevole odore di cloro che tanto (troppo) spesso è un magnifico alibi per comprare l’acqua in bottiglia. E via con imballi, rifiuti, anidride carbonica, business dell’acqua minerale alle stelle. Mentre a casa snobbiamo un’acqua ottima, ipercontrollata, estremamente meno cara, a “emissioni zero”, pulita e sicura.
Portafogli e ambiente, in Piemonte, hanno ringraziato.
Imitiamo gente, imitiamo. E se i viaggi d’integrazione culturale ormai prossimi (detto volgarmente “gite”) porteranno qualcuno di noi proprio a Torino, non manchiamo di visitare “A come Ambiente”, il primo museo italiano in cui l’educazione ambientale viene proposta in maniera ludica e interattiva, con percorsi didattici e laboratoriali mirati e in grado di coinvolgere gli alunni in modo leggero, intelligente e accattivante. Un museo in cui di certo, insomma, non si dorme. Anzi si torna con l’aver imparato qualcosa di utilissimo per la vita di tutti i giorni.☺
Se è vero che l’educazione passa essenzialmente, oggi più che mai, attraverso gli stili di vita, nulla può esimerci dal far circolare fra i banchi una concreta valorizzazione di buone pratiche nel campo del risparmio e della conservazione dell’oro blu.
E sebbene La Fonte abbia già dedicato spazio al tema nel precedente numero, sulla scia della Giornata Mondiale dell’Acqua, che cadrà come di consueto il prossimo 22 marzo (e che, al momento della stesura di quest’articolo, non è stata ancora celebrata), sembra utile segnalare all’interno di Didamondo un’esperienza significativa che il Centro Studi Ambientali di Torino ha portato avanti in una rete di scuole superiori piemontesi: T.V.B. Ti voglio bere è il nome di un progetto di risparmio idrico e di valorizzazione dell’acqua di rubinetto che ha coinvolto di recente 25 istituti e circa 15000 fra studenti e insegnanti. Un cammino possibile grazie al sostegno dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte e a quello dei numerosi partner (istituzionali e non) dell’iniziativa.
TVB ha dunque attuato nelle scuole aderenti azioni concrete per il risparmio idrico e per la valorizzazione dell’acqua di rubinetto, tramite interventi tecnologici, educativi e di comunicazione rivolti agli studenti e alle loro famiglie. La metodologia del progetto è stata articolata in due fasi che hanno permesso l’installazione di tecnologie di risparmio nei punti-acqua degli istituti, e di sistemi di trattamento per l’ero- gazione di acqua di rubinetto, la formazione dei Water Manager (studenti e docenti che diventano esperti locali e poi educatori a loro volta), la realizzazione del piano di comunicazione per divulgare sul territorio i risultati raggiunti e le buone pratiche adottate.
Il tutto è stato completato dal monitoraggio che, compiuto dai Water Manager, hanno poi verificato l’effettivo risparmio idrico ottenuto, la conseguente riduzione dei rifiuti raggiunta scegliendo di bere acqua “sfusa”, e il parallelo risparmio energetico dovuto alla limitata emissione di anidride carbonica.
Detto fatto. Nella prima rete di scuole, si è registrato un risparmio idrico medio compreso fra il 15% e il 29%. Che, tradotto in litri, equivale a qualcosa come 800 litri di acqua a persona, in media. Presto, inoltre, TVB porterà nelle scuole (il cui numero sta crescendo) anche i sistemi di trattamento dell’acqua di rubinetto, come le macchine erogatrici di acqua sfusa refrigerata, che migliorano le caratteristiche organolettiche dell’acqua della rete, togliendole – ad esempio – l’eventua- le, sgradevole odore di cloro che tanto (troppo) spesso è un magnifico alibi per comprare l’acqua in bottiglia. E via con imballi, rifiuti, anidride carbonica, business dell’acqua minerale alle stelle. Mentre a casa snobbiamo un’acqua ottima, ipercontrollata, estremamente meno cara, a “emissioni zero”, pulita e sicura.
Portafogli e ambiente, in Piemonte, hanno ringraziato.
Imitiamo gente, imitiamo. E se i viaggi d’integrazione culturale ormai prossimi (detto volgarmente “gite”) porteranno qualcuno di noi proprio a Torino, non manchiamo di visitare “A come Ambiente”, il primo museo italiano in cui l’educazione ambientale viene proposta in maniera ludica e interattiva, con percorsi didattici e laboratoriali mirati e in grado di coinvolgere gli alunni in modo leggero, intelligente e accattivante. Un museo in cui di certo, insomma, non si dorme. Anzi si torna con l’aver imparato qualcosa di utilissimo per la vita di tutti i giorni.☺
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