Su audiologia e vestibologia
15 Ottobre 2022
laFonteTV (3827 articles)
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Su audiologia e vestibologia

Nel Molise la sanità pubblica è commissariata da 13 anni circa  e questa grave condizione di sofferenza, abbattutasi addosso alla popolazione regionale, sta sotto gli occhi di tutti. Infatti, nel Molise la sanità pubblica regionale, a causa di incongrue ed irresponsabili scelte strategiche del ceto politico degli ultimi 12/15 anni, che ha smantellato gran parte degli ospedali favorendo il settore imprenditoriale privato e destinandogli quote di finanziamento abnormi e fuori di ogni logica, oggi sta visibilmente venendo meno al suo compito, regredendo verso uno stato di ingestibilità della quotidianità. Pertanto, le condizioni in cui versano, per esempio, i Pronto Soccorso ospedalieri sono davvero allarmanti, anche a causa della scriteriata, per niente avveduta, politica di diminuzione complessiva del personale medico e paramedico. Inoltre, la chiusura o il dimezzamento di interi reparti degli ospedali pubblici molisani gridano vendetta, alimentando l’indignazione e la rabbia dei cittadini molisani che vedono una paurosa diminuzione delle prestazioni sanitarie, come pure la costrizione di andare fuori regione per cure  che, invece, sarebbero facilmente erogabili, se il governo regionale, la struttura commissariale, i vertici direttivi della sanità pubblica della Regione applicassero la Carta Costituzionale e mettessero mano ad un progetto serio, scritto e condiviso insieme all’assemblea generale (“conferen- za”) dei sindaci molisani, portavoce delle esigenze e delle richieste delle loro comunità. L’obiettivo contempla la risoluzione definitiva del debito, oppure la richiesta, decisa e perentoria, al Governo nazionale dell’ annullamento del debito, come ha fatto per la regione Calabria. Questo processo dovrebbe implicare non solo la capacità di progettare l’uscita da questo inferno più che decennale, condizione immeritata di penoso tormento per l’intera società molisana, ma anche una manifestazione politica di una assoluta disistima verso il governo nazionale da parte dei vertici amministrativi e del Consiglio regionale.

Ma sappiamo bene che – da anni !- l’attuale ceto politico non ha né il carisma né la volontà di fare questa scelta. Sono stati resi inadeguati e prossimi alla inefficienza quasi tutti gli ospedali pubblici in regione (Larino, Termoli, Isernia, Venafro, Agnone). Il discorso, spesso amaro e penoso, sulla sanità pubblica, sulla sua crisi inarrestabile in questo momento di gravoso debito denunciato da anni, e, purtroppo, ancora non risolto; come pure l’espansione abnorme delle strutture sanitarie private, tutto questo insieme di concause ci spinge responsabilmente a non abbassare la guardia, ma ad essere presenti sul territorio al fianco delle sofferenze diffuse ed anche delle prospettive di radicale cambiamento.

Caliamoci ora sul significato di salute, che richiama alla mente l’accezione non soltanto di “assenza di malattia”, ma anche di “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” (OMS 1946) . Di qui, riteniamo che il necessario processo di de-ospedalizzazione, come da tanto si chiede – debba essere assolutamente accompagnato da un rilevante, necessario rafforzamento dell’ assistenza sanitaria pubblica sul territorio (integrazione ospedale/territorio e non quello che da vent’anni a questa parte si va sbandierando ed imponendo, cioè, l’integrazione pubblico/privato!). È proprio da qui che vogliamo raccontare un momento di sconfortante sofferenza civile, culturale e, perché non?, anche politica.

Un mese fa, all’incirca, sono passato nel reparto di Otorinolaringoiatria del Cardarelli, ospedale HUB, quindi di riferimento regionale, allo scopo di informarmi se su prenotazione potessi fare una visita audiologica e audiometrica. Ma cosa vengo a sapere? Che dal primo maggio di quest’anno qualsiasi prestazione di audiologia e di vestibologia presso l’HUB O.C. Cardarelli di Campobasso è stata interrotta a causa del pensionamento delle due figure di riferimento (tecnici di audiologia) per raggiunti limiti di età. Vorremmo ricordare che le prestazioni sopra indicate rientrano pienamente nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Per questa ragione, dunque, ci allarmiamo preoccupandoci anche per le dolorose ed ingiuste conseguenze che vengono procurate a quanti, necessitati da patologie collegate all’orecchio, vengono privati di controlli e di accertamenti per la incomprensibile inadeguatezza o per l’inverosimile ritardo della direzione generale regionale della sanità, che sappiamo essere stata ampiamente informata di questa sospensione delle prestazioni LEA nell’ambito audiometrico.

Quale sia la conseguenza rilevante di questa grave interruzione dei LEA relativi all’orecchio lo possiamo comprendere facilmente: in questo caso sarebbero interrotte le prestazioni di chirurgia dell’orecchio. L’ amarezza e la rabbia aumentano nel momento in cui da tutto questo siamo sollecitati a supporre che nella nostra regione potrebbe non esserci altra struttura ospedaliera che possa offrire la stessa integrata completezza di prestazioni in ambito audiologico necessariamente indispensabile per una valutazione che sia coerente, completa e a tutto vantaggio del cittadino o del bambino che presentino tali patologie dell’orecchio e quindi dell’ udito. Da ciò scaturiscono alcune valutazioni che mettono in risalto quanto sia urgente porre rimedio a questo disservizio, che mette in discussione l’imprescindibilità vitale, per niente accessoria, dell’erogazione dei LEA in tutti quei settori nei quali sono previsti a tutela della salute del cittadino, così come indica e sollecita la nostra Costituzione. Le ricadute sono, dunque, gravissime: chi ha un problema di qualsiasi natura dell’udito non potrà più ricevere al Cardarelli una valutazione adeguata e, di conseguenza, l’indicazione ad un trattamento di una potenziale situazione di grave handicap sensoriale. I neonati non potrebbero ricevere un’adeguata valutazione della propria funzione uditiva e quindi accogliere le necessarie indicazioni precoci a trattamento che spesso risolvono tali problemi, come ad esempio l’applicazione di un impianto Cocleare (per intenderci l’Orecchio bionico). I malati di patologie croniche dell’orecchio non possono più essere operati, vedendosi in questo modo esposti a gravi complicazioni (per esempio, ascessi cerebrali, paralisi di nervi cranici…); i malati di disturbi dell’equilibrio (patologia abbastanza diffusa) non potranno più fruire di una adeguata valutazione strumentale necessaria agli indirizzi terapeutici e non potranno neppure effettuare la riabilitazione vestibolare, che spesso risolve tali dolorose esperienze.

Allora? È tempo che la Regione Molise, per il tramite del commissario alla sanità (che, poi, è lo stesso presidente della Giunta regionale), del direttore generale alla sanità e di tutte le altre figure istituzionali, tenute all’applicazione dei LEA, solleciti in tempi rapidissimi l’attuazione dei LEA e provveda, come suo compito istituzionale, alla valorizzazione dei dipartimenti degli ospedali pubblici regionali, e all’ascolto delle voci piene di dolore e di rabbia di parte davvero cospicua della popolazione molisana, che merita molto di più da un ceto politico che su questi terreni e su altri si sta dimostrando modesto, inadatto, prevalentemente proteso a privilegiare la sanità privata, e questo è un comportamento improprio oltre che comprensibilmente ingiusto. La società civile ne è profondamente convinta e non sta a guardare.☺

 

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