
Libri: “Un benessere passeggero” di Alessandra Calanchi
‘Alibi’, ‘Arresti domiciliari’, ‘Furto con scasso’, ‘Impronte digitali’, ‘Legittima difesa’: non sono i capitoli di un romanzo giallo che vuole cavalcare l’onda del successo di questo genere letterario. Si tratta, invece, di alcuni titoli di poesie raccolte in Un benessere passeggero. L’autrice è Alessandra Calanchi, Former Professor of AngloAmerican Literature and Culture, Università di Urbino, Ventura edizioni, 2023.
Tutti i titoli della prima parte del volume sembrano tappe dell’indagine di un detective, stiamo parlando, infatti, di poesie intrise di giallo e di noir, crepe della vita quotidiana guardate con l’occhio indagatore dell’autrice fino alla ‘soluzione’ che a volte c’è, a volte manca. Sono presenti i riti e gli oggetti di una quotidianità che appartiene a tutti noi, ma Alessandra Calanchi ne estrae il cuore dolente e lo contempla con sguardo ironico, gli esiti sono spesso esilaranti.
In ‘Alibi’, ad esempio, troviamo domande su un’identità fluttuante ed enigmatica, in ‘Forze del (dis)ordine’ un top irriverente sfugge alla ‘retata’, cioè un tentativo di mettere ordine in un guardaroba. E noi lettori cominciamo a chiederci: cosa ci sfugge ogni giorno, inesorabilmente? In ‘Testimone oculare’ il testimone di un delitto è un gatto e domande inquietanti strisciano nella nostra coscienza, in ‘Covid blues’ l’autore del delitto è lo schermo del computer e la poesia sembra leggere dentro il vissuto di ognuno di noi. Un dialogo privo di comunicazione vera e di sguardi diretti è ‘l’Interrogatorio’, una raccomandazione in un concorso è l’ironico ‘Reato minore’. Una delle poesie più efficaci è ‘La grazia’. La grazia è quella concessa dai figli – cervelli in fuga che si degnano di inviare una foto ai genitori ‘aggrappati’ ai divani e in perenne attesa ‘di un selfie /da oltremare’.
E così scorre la prima parte del libro, tra una ‘Falsa testimonianza’, una ‘Confessione’, un ‘Senza fissa dimora’, un ‘Sequestro di minore’: l’esistenza si dispiega nei suoi momenti di solitudine e di abbandono, ma anche di una sana vita avventurosa ricca di colpi di scena che il conformismo giudicherebbe piccoli delitti. Spesso sono, invece, momenti di libertà che Alessandra Calanchi rivendica come sale della vita. “Partire di notte/ Senza avvisare nessuno/ Con mia che figlia che dorme/ Sul sedile posteriore/ E si fida di me”, (da ‘Sequestro di minore’).
La seconda parte del libro cambia registro, il fine dell’autrice è quello di dialogare con chi se ne è andato per sempre: un cugino compagno di viaggi e di avventure, un caro amico, la nonna, l’amato gatto.
Neanche la disperata accettazione della morte è disgiunta dall’ironia, tratto distintivo della scrittura di Alessandra Calanchi. La poesia dedicata ai genitori è una lama tagliente che colpisce tutti noi, figli frettolosi e impegnati che troppo tardi apriamo gli occhi e ci accorgiamo del tempo negato. La dedica finale è per Stephen Hawking che l’autrice ringrazia per averle insegnato ‘A sognare l’orizzonte degli eventi’ e con il quale un giorno ‘Sarà un nuovo inizio / E inventeremo universi’.
In conclusione possiamo dire che nel mare magnum di libri di poesia pubblicati che fanno dell’ ‘IO’ il centro onnipresente di elegie francamente non più sostenibili, qui abbiamo poesie dirompenti. L’intuizione di coniugare l’indagine poliziesca con la vita quotidiana e di farne versi risulta originale e catartica. L’autrice rifugge dai toni consolatori e dal frullato di buonismo presenti in tanta pseudo-poesia contemporanea. Il dolorificio imperante tra gli pseudo-poeti qui si fa occhio asciutto, ironico, intelligente, laterale. L’ IO’ viene finalmente sostituito dal NOI perché viviamo tutti, pare suggerire l’autrice, tra realtà e paradosso.
[Alessandra Calanchi, Un benessere passeggero, Ventura edizioni, 13 euro]☺