L’albero della primavera
C’è una pianta che un proverbio russo definisce “il pozzo del popolo” poiché dona agli uomini il calore col suo legno, la luce con la sua corteccia arrotolata a formare delle torce, la buona salute con la sua linfa. Si tratta della betulla (Be- tula alba), della famiglia delle Betulacee, un albero che può raggiungere i 25 metri di altezza e che, per la sua forma espansa, se piantato in bella evidenza, può diventare il principale elemento di attrazione di un giardino.
Il genere Betula comprende una quarantina di specie, soprattutto dell’Asia orientale e dell’America del Nord. Il suo nome deriva da betula, una voce di origine celtica indicante il bitume, che, secondo una notizia riportata da Plinio il Vecchio (Naturalis Historia XVI 75), i Galli estraevano da quest’albero. Dalla corteccia della betulla, anche in tempi più recenti, si otteneva il tannino per fabbricare imbarcazioni e calzature, e per rendere impermeabili le case.
La corteccia è tipicamente biancastra e tende a screpolarsi col tempo: dapprima liscia, si incrina in strisce orizzontali di consistenza cartacea, fino a presentare poi delle vere e proprie fessure. I rami principali sono ascendenti, mentre i secondari sono penduli e conferiscono alla chioma bell’aspetto decorativo. Quelli più giovani sono aspri al tatto perché coperti di ghiandole secernenti una resina che è più evidente nella varietà verrucosa. Le foglie, che si presentano triangolari, acuminate a margine dentato e viscose nella pagina inferiore, sono inizialmente di un colore verde chiaro, che sfuma nel giallo dorato prima della caduta in autunno. Quanto ai fiori, giallastri e riuniti a grappoli, sono presenti contemporaneamente sia quelli maschili, pendenti e attaccati al ramo, sia quelli femminili, poiché la pianta è monoica. I fiori femminili sono riconoscibili più facilmente, perché eretti e muniti di un breve picciolo, e quando giungono a maturità sono simili a piccole pigne. La fioritura avviene da aprile a maggio (giugno – luglio alle quote più elevate).
La betulla ha un vastissimo areale nelle regioni siberiane e scandinave, dove forma estese foreste pure o miste. È inoltre molto diffusa nei Paesi germanici, dove è nota con il nome di Birke. Tristemente famoso è il campo di sterminio di Birkenau (Auschwitz II), così chiamato perché sorto proprio dove c’era un bosco di betulle. In Italia si diffuse molto durante le grandi glaciazioni del Quaternario, colonizzando terreni scoperti, franosi, soleggiati e particolarmente acidi. Oggi è presente sulle Alpi fino a 1.700-2.000 metri, più rara sull’Appennino, ma alcuni esemplari si trovano anche nella nostra regione. Raggiungendo solo i 120-130 anni di età, è considerato un albero poco longevo, ma risulta abbastanza invadente per la sua abbondante produzione di semi.
Questa specie vanta numerose proprietà, a seconda che si utilizzino linfa, corteccia e foglie. La linfa si raccoglie all’ inizio della primavera, prima della fioritura, ma già da febbraio-marzo si possono praticare delle incisioni sul tronco dell’albero per ottenerla. Addolcita con miele, la linfa risulta un’eccellente bevanda con proprietà depurative ed è considerata un valido rimedio per contrastare e rallentare la caduta dei capelli. Dalla distillazione della corteccia si ricava un olio efficace per curare psoriasi, verruche, piaghe ed eczemi. Ma soprattutto le foglie di betulla, amarognole e con un leggero odore aromatico, trovano oggi un largo uso. Esse, grazie alle proprietà antinfiammatorie, sono utilizzate per curare dolori articolari, reumatismi e gotta. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia delle foglie anche come diuretico, grazie alla presenza di flavonoidi e all’alto tenore di sali di potassio.
Un altro importante derivato delle foglie è il vino di betulla, che si utilizza a scopo diuretico e digestivo: si prepara lasciando macerare, per 5 giorni, 50 grammi di foglie in 1 litro di vino rosso e si impiega dopo averlo lasciato riposare per altri 2-3 giorni e dopo averlo filtrato. Per curare le affezioni delle vie urinarie si consiglia invece un infuso con le foglie essiccate (si possono acquistare in tutte le erboristerie o nelle parafarmacie), da bere nella misura di 2-3 tazze al giorno, preferibilmente nella prima parte della giornata. Inoltre è possibile preparare una tisana, lasciando in infusione in acqua bollente 2 cucchiaini di foglie secche di betulla per 10 minuti; trascorso il tempo, filtrare e bere.
Non mancano tuttavia delle controindicazioni, soprattutto nei casi di allergia ai pollini. È necessario consultare il medico se si assumono farmaci anticoagulanti, barbiturici e ipotensivi, e se ne sconsiglia l’uso in gravidanza e allattamento.
Nell’antica Roma i rami di betulla (oppure d’olmo), stretti da strisce di cuoio intorno a un’ascia, componevano il fascio littorio, portato dai littori davanti ai magistrati e simboleggianti il loro potere di punire coloro che si fossero macchiati di qualche colpa.
Ma numerose altre credenze popolari avvolgono la betulla di un alone di mistero: si riteneva che coi suoi rami le streghe costruissero scope volanti, mentre per la grande luminosità della sua fiamma il legno si usava per scopi rituali. Era considerata anche la pianta dell’amore: come pegno d’amore spesso veniva donata una ghirlanda di betulla; piantata vicino alla casa di una fanciulla le garantiva la felicità e un ottimo matrimonio.☺

