Accoglienza profughi
20 Aprile 2016
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Accoglienza profughi

Dal 2000 al 2013 sono morti più di 23 mila migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare o attraversando i confini via terra del vecchio continente: il 50 per cento in più di quello che appare dalle stime esistenti. Una strage con un bilancio simile a quello di una guerra per dimensioni e numero di decessi – in media più di 1.600 l’anno – e le cui dimensioni numeriche emergono da un confronto tra varie fonti di dati, per la prima volta riunite in un unico database (La Repubblica). I migranti morti solo dall’inizio dell’anno 2015 nel Mediterraneo sono circa 3 mila (Organizzazione internazionale per le migrazioni).

Migliaia di persone bloccate ai confini della Grecia e chiusura di molti corridoi per raggiungere gli stati del nord Europa. Ogni giorno riceviamo notizie sempre più tragiche riguardo alla questione dei migranti e dei rifugiati. Ogni giorno immagini terribili vengono presentate in telegiornali durante l’orario del pranzo a seguito della pubblicità di prodotti commerciali assimilando la morte di bambini agli sconti per comperare i biscotti. Terribile!

Ma non vi sono notizie che possano infondere speranza a questa umanità sfruttata e in fuga dalla guerra? Oltre alle analisi del fenomeno immigrazione, non vi sono fatti di impegni umanitari? Io sono certo che molte persone e/o organizzazioni sono impegnati sia nell’opera di soccorso sia nella accoglienza per garantire un futuro di pace a tanti fuggitivi. Vorrei con questa pagina dare l’informazione di un progetto già operante costituito da operatori della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), da Sant’Egidio con finanziamenti giunti dall’otto per mille della Tavola valdese. Si tratta di avviare dei “Corridoi umanitari”. Così è riportato dal Notiziario evangelico NEV: Il 29 febbraio è giunto all’aeroporto di Fiumicino il primo cospicuo gruppo di profughi dal Libano che grazie al progetto ecumenico dei “corridoi umanitari” entrerà in tutta sicurezza e legalmente in Italia. I componenti delle 24 famiglie, 93 persone in tutto, di cui 41 minori – il più piccolo dei quali è Omar che ha visto la luce 5 giorni fa – potranno avanzare regolare richiesta di asilo, senza essersi esposti ai viaggi della morte sui gommoni dei trafficanti. La maggior parte proviene da Homs, città siriana ormai rasa al suolo – altri sono iracheni, tutti in fuga da guerra e persecuzione, tutti in condizione di particolare vulnerabilità.

Lo scorso 4 febbraio già la piccola Falak, malata di tumore, con la sua famiglia era giunta grazie ad un visto per motivi umanitari rilasciato dall’ambasciata italiana a Beirut, aprendo di fatto il primo varco legale verso l’Europa. Si tratta di un progetto-pilota che nel quadro di un accordo raggiunto a metà dicembre tra governo italiano, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), comunità di Sant’Egidio e Tavola valdese, prevede l’arrivo di un migliaio di casi non solo dal Libano, ma presto anche dal Marocco e dall’Etiopia. A proposito Paolo Naso della FCEI non nasconde che “con questo progetto si vuole anche lanciare una provocazione alla coscienza dell’Europa, che mostra di avere disponibilità e risorse, ma che non riesce a concepire una soluzione ‘politica’ alla sfida dell’accoglienza dei profughi”.

Una volta in Italia, le famiglie saranno dislocate in diverse parti della penisola, ospiti delle strutture messe a disposizione dai promotori del progetto e dai loro partner: tra le mete figurano Trento, Reggio Emilia, Torino, Aprilia (RM). In attesa dell’imminente arrivo del prossimo gruppo fervono i preparativi per l’accoglienza. Ed è già partita la macchina della solidarietà: non solo l’Alitalia, ad esempio, ha offerto i voli per i profughi, ma l’Associazione di Alex Zanardi “Bimbi in gamba” coprirà le spese per la protesi e la riabilitazione di una ragazzino siriano colpito da una bomba.

La FCEI ospiterà 22 persone presso “Casal Damiano”, la struttura di accoglienza ad Aprilia, alla quale la casa editrice Laterza ha inviato due scatoloni pieni di libri per ragazzi. Altre offerte sono pervenute, come calze e intimo, ma anche peluche per bambini, da donatori che tuttavia preferiscono non comparire. Sempre per Casal Damiano è stata anche lanciata una raccolta di vestiario – abiti per uomo, donna, bambino in buono/ottimo stato (NEV, Roma, febbraio 2016).

Certamente si tratta di un progetto che non riesce a risolvere il dramma di molti, come si dice “è un goccia nel mare”, eppure per molti si tratta di un segno concreto di speranza perché realizza la giustizia nei confronti dei minimi della terra. Proprio il tema della giustizia deve oggi assumere una forza nuova perché solo con questo impegno è possibile costruire la pace.☺

 

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