Acqua, clima, educazione
7 Novembre 2019
laFonteTV (3814 articles)
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Acqua, clima, educazione

È ormai accertato e largamente condiviso il principio secondo il quale il cambiamento climatico in atto interferisce con ciclo idrologico del nostro pianeta, sia pure in modi e quantità diverse nelle varie regioni del globo. In particolare, in Europa i rapporti resi disponibili da autorevoli Agenzie di Studi e Ricerche scientifiche nel campo evidenziano che se, da un lato, gli eventi di piena, a carico dei corsi d’acqua, stanno diventando sempre più intensi nell’area nord-occidentale del continente, dall’altro, l’entità delle alluvioni fluviali è generalmente diminuita in quella meridionale e orientale dello stesso.

Infatti, se in alcune aree, per il riscaldamento climatico, un’atmosfera più calda è in grado di immagazzinare più acqua, in altre, i livelli di piena tendono a diminuire per la riduzione, generalizzata, delle precipitazioni e dell’umidità del suolo, dovuta anche alla prevedibile maggiore evaporazione. Aggiungendo, al tutto, la maggiore frequenza e intensità dei temporali, ormai visibilmente in atto, diventa imprescindibile realizzare tutte quelle buone pratiche tendenti a mettere in atto la corretta gestione del territorio, come le ben note sistemazioni idraulico-forestali e agrarie e/o quelle relative alla dissuasione della deforestazione incontrollata.

Si tratta di azioni che, per la varietà delle tecniche conosciute e variamente plasmabili sui territori, possono costituire strutture capaci sia di rallentare la velocità del deflusso idrico superficiale delle acque dilavanti, che di migliorare su più fronti le situazioni geologico – ambientali degradate e/o degradanti di un territorio.

Per quanto riguarda l’Italia, ad eccezione dell’arco alpino, in linea di massima, se da un lato risultano, negli ultimi 50 anni, mediamente diminuite le alluvioni dei corsi d’acqua di dimensioni medio-grandi, dall’altro, per quelli piccoli, specie nei tratti urbani, sono numerosi i disastri cui abbiamo assistito negli ultimi tempi nel nostro Paese.

È evidente che molto rimane da realizzare per migliorare il monitoraggio e la conoscenza ancor più di dettaglio dei bacini di ridotte dimensioni. Dati indispensabili per definire un quadro chiaro e sufficientemente ricco d’informazioni, tale da rendere agevole le progettualità tendenti al contrasto, o quantomeno al contenimento, del rischio alluvionale e non solo, strettamente dipendente dal riscaldamento climatico in atto anche sui nostri territori.

Più in generale è il caso di creare le condizioni per attuare una sempre più capillare divulgazione di quanto la cultura scientifica è in grado di offrire, attraverso appositi centri territoriali di educazione scientifica e ambientale, in cui le attività di sperimentazione e di apprendimento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche possano essere veicolate al grande pubblico e in particolare alle giovani generazioni, soprattutto attraverso incontri dialoganti, fortemente costruttivi.

Il tutto al fine di rendere anche il cittadino comune consapevole dell’enorme importanza della cultura scientifica nello svolgimento delle ordinarie attività quotidiane e di quanto essa possa contribuire al miglioramento della qualità della vita, nella moderna economia della conoscenza in cui siamo indubbiamente collocati.☺

 

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