Amarci o morire
13 Maggio 2025
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Amarci o morire

Quelli che stiamo vivendo non sono tempi sereni. Bombe che non cessano di cadere, corsa al riarmo, violenze inaudite. E poi l’America, con il suo Presidente che minaccia, sanziona convinto di essere un dio salvifico. Cosa fare? Cosa possiamo fare noi in questo piccolo angolo di mondo dove anche qui, in casa nostra, il futuro ci appare sempre più incerto e con poche speranze?
Pochi giorni fa durante la puntata della trasmissione televisiva In altre parole, condotta su La 7 da Massimo Gramellini, il cantautore e professore Roberto Vecchioni ha approfondito l’ origine della parola “amore” e di come questo termine sia tra i più ricercati on-line.
Secondo Vecchioni è anche la parola più bella della lingua italiana. La radice di questa parola è ka, kamami in sanscrito significa desiderare, perché il senso fondamentale dell’amore è il desiderio, cioè ti manca qualcosa di cui hai bisogno. In persiano antico va via il “k” e viene l’ aspirazione hamami. Poi i latini tolgono l’aspirazione e tengono il verbo amami, che è un bellissimo verbo perché tiene conto dei due suoni fondamentali dell’essere umano, la “a” e la “m”, che sono le stesse lettere che troviamo in amore e mamma pronunciabili dal bambino subito. Continua ancora Vecchioni: “L’amore è vita perché è a-mors, ovvero ‘senza morte’”.
Ebbene, se ancora resiste ed esiste questo bisogno di amare ed essere riamati, perché continuiamo a farci del male investendo in una cultura di odio e sopraffazione? Sempre Vecchioni in una recente intervista a La Repubblica ha espresso preoccupazione per la progressiva riduzione del vocabolario utilizzato dai più giovani. Fino a dieci anni fa le parole usate erano 6.000 ora sono 600. La parola “amore” scomparirà come le altre.
Bisogna far comprendere alle nuove generazioni che la cultura e l’arte dell’amare sono essenziali per la formazione dell’anima e della mente. Amare ciò che si è, amare ciò in cui si crede, amare la libertà propria e dell’altro è come ascoltare una bellissima canzone o perdersi davanti ad un dipinto dentro un cielo stellato. Il ruolo della cultura e dell’arte, come afferma Vecchioni, “trascende la logica economica, non fa aumentare il PIL ma accarezza l’anima perché è una forza emotiva che l’economia non può quantificare ma che rimane essenziale per la vita”.
Siamo ancora in tempo a credere in tutto questo e a veicolare esempi di generosità, di altruismo, di amore verso la propria vita e quella degli altri e di amare e rispettare la nostra Terra. “Nes- suno esiste mai da solo; dobbiamo amarci l’un l’ altro o morire” (Wystan Hugh Auden).☺

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