amore e odio  di Sabrina Del Pozzo
30 Ottobre 2013 Share

amore e odio di Sabrina Del Pozzo

 

Ed il nostro paese piangerà sempre di più e continueremo a non essere liberi se questa stessa gente avrà bisogno sempre più di piegarsi al potere dei forti quasi con vergogna ed imbarazzo ma molte volte costretta (?) a farlo. Mi viene una rabbia, pari a quella stessa che mi induce a dichiarare il Molise morto.

Caro Francesco ho pensato mille volte a cosa risponderti (mi riferisco all’articolo di Francesco De Lellis dal titolo il Molise è vivo). Non condivido tutto di ciò che hai affermato ma l’essenza delle tue parole in fondo sì, la voglia di crederci sempre, la voglia di lottare per un qualcosa che in fondo è tornato ad uno stato embrionale e che forse un giorno con un parto di durata superiore sicuramente ai nove mesi può tornare a nuova vita. Come affermava un grande storico, filosofo, scrittore e politico italiano di nome Benedetto Croce “Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi  uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta’’. Che forte affermazione, non trovi? Quando affermo che il Molise è morto è a questo che in parte mi riferisco. Tu mi dici di ripeterti mille volte che il Molise è vivo ed è da questa affermazione che parti con le tue lotte; io mi ripeto che il Molise è morto ed è da questa affermazione invece che partono le mie. Ti sembra che io, insieme alle persone che la pensano come me, mi arrendo oppure provo un’impresa (rivoluzione? Come affermato da te) ancora più ardua?

Non ho mai pensato di fuggire alle prime sconfitte, dopo anni invece sono rientrata tra lo stupore di molti consapevole che avrei trovato un campo di guerra davanti ai miei occhi. Non mi chiedo mai ‘ma io cosa ci faccio qua’? È la mia terra e soltanto per questo non è poi così strano che io mi ci ritrovi. Si lotta forse partendo da punti di vista differenti ma con gli stessi obiettivi. Quando sposo l’affermazione di cui sopra, permettimi però non di arrendermi ma di arrabbiarmi e di vivere momenti di sfiducia, proprio perché è in quei momenti che mi fermo e realizzo che dura lotta spesso portiamo avanti e quanto tempo bisogna attendere perché crescano persone più oneste, ma senza fermarsi mai perché speri quanto meno che più gente possibile capisca e condivida le tue imprese (hai citato anche la fonte quale esistenza di un ottimo esempio in tal senso e ovviamente condivido).

Ti chiedevi se poi davvero altrove le cose vanno molto meglio. Per alcuni aspetti sì, per altri forse meno ma del resto mi riferisco soltanto alla mia esperienza personale. Scusami però ma io non me la sento di affermare che la mia regione è un esempio di regione viva, non più o forse non ancora. Potremmo avere e mirare a coscienze (cum-scire, sapere insieme) più unite ed intellettualmente più elevate. Mi auguro di poter un giorno dire che il nostro Molise è vivo e lo sarà quando non sentiremo soltanto lamenti di giovani e vecchi; quando le persone capiranno che davvero con una parola di ognuno qualcosa cambia; quando tutti non avranno sempre paura di esporsi perché avranno altre mille persone pronte ad appoggiarli e quindi tutti insieme non vivranno la paura di perdere, chissà magari un lavoro o altro. Sarò felice di affermare che la mia regione è viva quando sarò libera ad esempio anche di sentirmi male e non per questo rischiare di morire perché nessuno mi può operare a causa del dramma assoluto della nostra sanità o quando smetteremo di far finta di non sapere molte cose, da qualche giorno si parla molto di grossi camion con rifiuti tossici che percorrono anche il nostro Molise. Ma davvero nessuno lo sapeva? Perché se ne parla soprattutto e forse soltanto sui social network? Perché di alcune cose se ne parla così poco?

Mi rendo conto di oscillare tra un estremo utopistico e un estremo realismo, pari proprio ad un amore e odio per la mia regione. ☺

sabrinadp@hotmail.it

 

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