casacalenda: piazza mercato dai lettori | La Fonte TV
Gentile redazione
tornando a Casacalenda ho visto che in questi giorni, finalmente, è stato dato inizio ai lavori di demolizione di un gruppo di abitazioni fatiscenti, insistenti nella Piazza Mercato. Dopo tanti anni di paure per gli scricchiolii provocati dal cedimento di questi vecchi ruderi in continuo movimento, nel paese dove da oltre mezzo secolo si combatte contro un inarrestabile fenomeno franoso che interessa tutta la parte centrale dell’abitato, invece di cogliere l’occasione per abbattere tutti gli edifici già compromessi e mettere in sicurezza l’intero abitato, ci si accinge anche a ricostruirli.
Le abitazioni in questione, in verità, avevano subito danni ancor prima del sisma del 2002 e basterebbe dare un’occhiata al voluminoso fascicolo conservato in comune per conoscere quanto siano costati allo stato gli interventi di contenimento del fenomeno e quanto sia pericoloso perseverare nella folle idea di ricostruire le abitazioni danneggiate dal movimento franoso proprio dove erano prima. Andrebbe tolto anche l’altro grappolo di case e naturalmente tutti i proprietari risarciti.
A testimone della pericolosità in cui versa la piazza si ergono tre pilastri in cemento armato, edificati anche questi con soldi pubblici, al solo scopo di evitare che i detti immobili crollassero; pare che gli stessi debbano fungere da sostegno anche per le future abitazioni e siccome a nessuno è venuto in mente di ricercare le carte della frana, oltre che demolire quelle case pericolanti, si procederà alla ricostruzione nello stesso identico posto dov’erano, riproponendo per intero l’atavico problema che da anni impegna risorse umane ed economiche, tanto paga lo Stato.
Vi scrivo perché non si possa dire un giorno: io non sapevo, perché chi deve controllare, e non lo fa, possa continuare a vivere per tanti anni con il rimorso greve per non averlo fatto, perché quei tre pilastri non diventino un calvario.
Marco G.
Gentile redazione
tornando a Casacalenda ho visto che in questi giorni, finalmente, è stato dato inizio ai lavori di demolizione di un gruppo di abitazioni fatiscenti, insistenti nella Piazza Mercato. Dopo tanti anni di paure per gli scricchiolii provocati dal cedimento di questi vecchi ruderi in continuo movimento, nel paese dove da oltre mezzo secolo si combatte contro un inarrestabile fenomeno franoso che interessa tutta la parte centrale dell’abitato, invece di cogliere l’occasione per abbattere tutti gli edifici già compromessi e mettere in sicurezza l’intero abitato, ci si accinge anche a ricostruirli.
Le abitazioni in questione, in verità, avevano subito danni ancor prima del sisma del 2002 e basterebbe dare un’occhiata al voluminoso fascicolo conservato in comune per conoscere quanto siano costati allo stato gli interventi di contenimento del fenomeno e quanto sia pericoloso perseverare nella folle idea di ricostruire le abitazioni danneggiate dal movimento franoso proprio dove erano prima. Andrebbe tolto anche l’altro grappolo di case e naturalmente tutti i proprietari risarciti.
A testimone della pericolosità in cui versa la piazza si ergono tre pilastri in cemento armato, edificati anche questi con soldi pubblici, al solo scopo di evitare che i detti immobili crollassero; pare che gli stessi debbano fungere da sostegno anche per le future abitazioni e siccome a nessuno è venuto in mente di ricercare le carte della frana, oltre che demolire quelle case pericolanti, si procederà alla ricostruzione nello stesso identico posto dov’erano, riproponendo per intero l’atavico problema che da anni impegna risorse umane ed economiche, tanto paga lo Stato.
Vi scrivo perché non si possa dire un giorno: io non sapevo, perché chi deve controllare, e non lo fa, possa continuare a vivere per tanti anni con il rimorso greve per non averlo fatto, perché quei tre pilastri non diventino un calvario.
tornando a Casacalenda ho visto che in questi giorni, finalmente, è stato dato inizio ai lavori di demolizione di un gruppo di abitazioni fatiscenti, insistenti nella Piazza Mercato. Dopo tanti anni di paure per gli scricchiolii provocati dal cedimento di questi vecchi ruderi in continuo movimento, nel paese dove da oltre mezzo secolo si combatte contro un inarrestabile fenomeno franoso che interessa tutta la parte centrale dell’abitato, invece di cogliere l’occasione per abbattere tutti gli edifici già compromessi e mettere in sicurezza l’intero abitato, ci si accinge anche a ricostruirli.
Le abitazioni in questione, in verità, avevano subito danni ancor prima del sisma del 2002 e basterebbe dare un’occhiata al voluminoso fascicolo conservato in comune per conoscere quanto siano costati allo stato gli interventi di contenimento del fenomeno e quanto sia pericoloso perseverare nella folle idea di ricostruire le abitazioni danneggiate dal movimento franoso proprio dove erano prima. Andrebbe tolto anche l’altro grappolo di case e naturalmente tutti i proprietari risarciti.
A testimone della pericolosità in cui versa la piazza si ergono tre pilastri in cemento armato, edificati anche questi con soldi pubblici, al solo scopo di evitare che i detti immobili crollassero; pare che gli stessi debbano fungere da sostegno anche per le future abitazioni e siccome a nessuno è venuto in mente di ricercare le carte della frana, oltre che demolire quelle case pericolanti, si procederà alla ricostruzione nello stesso identico posto dov’erano, riproponendo per intero l’atavico problema che da anni impegna risorse umane ed economiche, tanto paga lo Stato.
Vi scrivo perché non si possa dire un giorno: io non sapevo, perché chi deve controllare, e non lo fa, possa continuare a vivere per tanti anni con il rimorso greve per non averlo fatto, perché quei tre pilastri non diventino un calvario.
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