“Dopo anni di lavoro volevo una casa tutta mia. Non avendo però la completa disponibilità economica mi sono rivolto a diverse banche per accendere un mutuo. Poiché le banche prestano denaro solo a chi ce l’ha già, mi hanno negato il prestito. Fui costretto a rivolgermi a un privato di Santa Croce di Magliano il quale si mostrò comprensivo e accomodante. No, non si tratta di zingari. Mi fece firmare assegni post-datati e cambiali. Ero partito bene, restituivo ogni mese, poi però non sono riuscito a onorare delle scadenze e così mi fece firmare nuove cambiali sempre più esose e con interessi da capogiro. E ora sono nei guai. Senza casa, senza i pochi risparmi, con la famiglia in crisi e il fiato di quello che si è rivelato uno strozzino sul collo”.
A seguito di lettere come questa, pervenute in redazione, abbiamo pensato doveroso affrontare il problema dell’usura, consapevoli di fare un buco nell’acqua, ma non possiamo esimerci di gettare una pietra nello stagno. Il Molise è la regione nella quale il rischio usura è il più alto d'Italia. Lo rivela un’indagine dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Lo studio, mettendo a confronto alcuni indicatori, ha stilato una classifica che assegna la "maglia nera" al Molise. La Cgia ha considerato indicatori quali disoccupazione, fallimenti, protesti, tasso di criminalità, denunce di estorsione e di usura, numero di sportelli bancari, individuando un ‘indice di rischio usura’. Rispetto a un indicatore nazionale di 100, l’indice in Molise è 148, in Calabria 147, in Campania 140. Il più basso in Trentino: 66. Per artigiani e commercianti sono le scadenze fiscali a spingere molti operatori nella morsa degli usurai. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie o infortuni.
Che la situazione in Molise non sia così tranquilla come invece si sostiene da più parti, anche da parte di alcuni soggetti istituzionali, lo dimostra pure il dato riferito alle denunce per episodi di usura presentate nel 2006. In questa graduatoria per la verità è in testa la Calabria con 7,24 denunce ogni 100 mila abitanti, seguita dal Molise con 6,83 segnalazioni ogni 100 mila abitanti e, infine, nel gradino più basso di questo podio, troviamo l'Abruzzo con 4,95 denunce ogni 100 mila abitanti.
Non abbiamo competenze specifiche, ma non possiamo non raccogliere l’urlo disperato di chi si è scavato la fossa con le proprie mani. Imprudentemente. Perché un mondo in cui un solo uomo soffre meno è già un mondo migliore.
L’usura, con i suoi nefasti risultati, è sempre esistita ed ha rappresentato in ogni tempo una profonda piaga sociale. L’ubriacatura finanziaria ha fatto crescere in modo esponenziale sia l’uso del denaro che il fenomeno collegato dell’usura. È un male che finisce per stritolare i malcapitati. Questa piaga è presente anche nei nostri piccoli centri. Guai se ti fai tentare e coinvolgere. I tentacoli ti avvinghiano e non ti mollano più, perché c’è sempre qualcosa che non quadra e i debiti aumentano vertiginosamente. Dalle sabbie mobili non si esce da soli. Telefonate intimidatorie, rispettabili avvocati, solerti ufficiali giudiziari, tutto ti si stringe intorno e senti che il cappio al collo diventa sempre più stretto, soffocante. L’usura sta diventando la via maestra per immettere i peggiori soggetti criminali nella società civile e per consegnare ad essi un patrimonio di cultura del lavoro e di esperienza imprenditoriale senza pari. Troppo spesso l’usura è la lavatrice per il riciclaggio di denaro sporco.
Chi è caduto nelle grinfie dell’ usuraio ha una sola possibilità: denunciarlo (chiamando il numero verde 800 999 000). Prima lo fa e meglio è. Il tempo non gioca mai a favore dell’usurato, lo inabissa sempre di più e irrimediabilmente.
Nel Molise opera la fondazione “S. Pietro Celestino”, con sede presso le quattro curie diocesane, che ha un fondo di solidarietà antiusura e fornisce consulenza legale e finanziaria svolgendo attività preventiva di carattere educativo ed informativo. La fondazione dunque sostiene e accompagna chi è a rischio usura, cioè in difficoltà economica per evitare che cada nella rete degli strozzini. Per chi vi è già incappato l’unica via di uscita è la denuncia chiara e circostanziata.
“Il dramma più inquietante proviene dall’atteggiamento di cristiani che si presentano alla comunità cristiana, ricevono sulla mano il corpo di Cristo mentre con quelle stesse mani strozzano dei fratelli (di qui ‘cravattari’) tramite l’uso demoniaco del denaro. Va detto a chiara voce che queste presenze non sono affatto gradite: tenersi lontano dalla comunità cristiana, finché vivono da usurai, è il primo servizio che chiediamo loro, nell’attesa di riaverli come fratelli capaci di condividere ciò che hanno” (Silvio Piccoli).
L’usuraio è nella società come un tappo sulla bottiglia di spumante. Malgrado la nostra inesperienza e pochezza abbiamo provato ad agitare il problema perché questo tappo salti al più presto prima che il contenuto vada a male definitivamente o si disperda tragicamente. ☺
“Dopo anni di lavoro volevo una casa tutta mia. Non avendo però la completa disponibilità economica mi sono rivolto a diverse banche per accendere un mutuo. Poiché le banche prestano denaro solo a chi ce l’ha già, mi hanno negato il prestito. Fui costretto a rivolgermi a un privato di Santa Croce di Magliano il quale si mostrò comprensivo e accomodante. No, non si tratta di zingari. Mi fece firmare assegni post-datati e cambiali. Ero partito bene, restituivo ogni mese, poi però non sono riuscito a onorare delle scadenze e così mi fece firmare nuove cambiali sempre più esose e con interessi da capogiro. E ora sono nei guai. Senza casa, senza i pochi risparmi, con la famiglia in crisi e il fiato di quello che si è rivelato uno strozzino sul collo”.
A seguito di lettere come questa, pervenute in redazione, abbiamo pensato doveroso affrontare il problema dell’usura, consapevoli di fare un buco nell’acqua, ma non possiamo esimerci di gettare una pietra nello stagno. Il Molise è la regione nella quale il rischio usura è il più alto d'Italia. Lo rivela un’indagine dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Lo studio, mettendo a confronto alcuni indicatori, ha stilato una classifica che assegna la "maglia nera" al Molise. La Cgia ha considerato indicatori quali disoccupazione, fallimenti, protesti, tasso di criminalità, denunce di estorsione e di usura, numero di sportelli bancari, individuando un ‘indice di rischio usura’. Rispetto a un indicatore nazionale di 100, l’indice in Molise è 148, in Calabria 147, in Campania 140. Il più basso in Trentino: 66. Per artigiani e commercianti sono le scadenze fiscali a spingere molti operatori nella morsa degli usurai. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie o infortuni.
Che la situazione in Molise non sia così tranquilla come invece si sostiene da più parti, anche da parte di alcuni soggetti istituzionali, lo dimostra pure il dato riferito alle denunce per episodi di usura presentate nel 2006. In questa graduatoria per la verità è in testa la Calabria con 7,24 denunce ogni 100 mila abitanti, seguita dal Molise con 6,83 segnalazioni ogni 100 mila abitanti e, infine, nel gradino più basso di questo podio, troviamo l'Abruzzo con 4,95 denunce ogni 100 mila abitanti.
Non abbiamo competenze specifiche, ma non possiamo non raccogliere l’urlo disperato di chi si è scavato la fossa con le proprie mani. Imprudentemente. Perché un mondo in cui un solo uomo soffre meno è già un mondo migliore.
L’usura, con i suoi nefasti risultati, è sempre esistita ed ha rappresentato in ogni tempo una profonda piaga sociale. L’ubriacatura finanziaria ha fatto crescere in modo esponenziale sia l’uso del denaro che il fenomeno collegato dell’usura. È un male che finisce per stritolare i malcapitati. Questa piaga è presente anche nei nostri piccoli centri. Guai se ti fai tentare e coinvolgere. I tentacoli ti avvinghiano e non ti mollano più, perché c’è sempre qualcosa che non quadra e i debiti aumentano vertiginosamente. Dalle sabbie mobili non si esce da soli. Telefonate intimidatorie, rispettabili avvocati, solerti ufficiali giudiziari, tutto ti si stringe intorno e senti che il cappio al collo diventa sempre più stretto, soffocante. L’usura sta diventando la via maestra per immettere i peggiori soggetti criminali nella società civile e per consegnare ad essi un patrimonio di cultura del lavoro e di esperienza imprenditoriale senza pari. Troppo spesso l’usura è la lavatrice per il riciclaggio di denaro sporco.
Chi è caduto nelle grinfie dell’ usuraio ha una sola possibilità: denunciarlo (chiamando il numero verde 800 999 000). Prima lo fa e meglio è. Il tempo non gioca mai a favore dell’usurato, lo inabissa sempre di più e irrimediabilmente.
Nel Molise opera la fondazione “S. Pietro Celestino”, con sede presso le quattro curie diocesane, che ha un fondo di solidarietà antiusura e fornisce consulenza legale e finanziaria svolgendo attività preventiva di carattere educativo ed informativo. La fondazione dunque sostiene e accompagna chi è a rischio usura, cioè in difficoltà economica per evitare che cada nella rete degli strozzini. Per chi vi è già incappato l’unica via di uscita è la denuncia chiara e circostanziata.
“Il dramma più inquietante proviene dall’atteggiamento di cristiani che si presentano alla comunità cristiana, ricevono sulla mano il corpo di Cristo mentre con quelle stesse mani strozzano dei fratelli (di qui ‘cravattari’) tramite l’uso demoniaco del denaro. Va detto a chiara voce che queste presenze non sono affatto gradite: tenersi lontano dalla comunità cristiana, finché vivono da usurai, è il primo servizio che chiediamo loro, nell’attesa di riaverli come fratelli capaci di condividere ciò che hanno” (Silvio Piccoli).
L’usuraio è nella società come un tappo sulla bottiglia di spumante. Malgrado la nostra inesperienza e pochezza abbiamo provato ad agitare il problema perché questo tappo salti al più presto prima che il contenuto vada a male definitivamente o si disperda tragicamente. ☺
“Dopo anni di lavoro volevo una casa tutta mia. Non avendo però la completa disponibilità economica mi sono rivolto a diverse banche per accendere un mutuo. Poiché le banche prestano denaro solo a chi ce l’ha già, mi hanno negato il prestito. Fui costretto a rivolgermi a un privato di Santa Croce di Magliano il quale si mostrò comprensivo e accomodante. No, non si tratta di zingari. Mi fece firmare assegni post-datati e cambiali. Ero partito bene, restituivo ogni mese, poi però non sono riuscito a onorare delle scadenze e così mi fece firmare nuove cambiali sempre più esose e con interessi da capogiro. E ora sono nei guai. Senza casa, senza i pochi risparmi, con la famiglia in crisi e il fiato di quello che si è rivelato uno strozzino sul collo”.
A seguito di lettere come questa, pervenute in redazione, abbiamo pensato doveroso affrontare il problema dell’usura, consapevoli di fare un buco nell’acqua, ma non possiamo esimerci di gettare una pietra nello stagno. Il Molise è la regione nella quale il rischio usura è il più alto d'Italia. Lo rivela un’indagine dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Lo studio, mettendo a confronto alcuni indicatori, ha stilato una classifica che assegna la "maglia nera" al Molise. La Cgia ha considerato indicatori quali disoccupazione, fallimenti, protesti, tasso di criminalità, denunce di estorsione e di usura, numero di sportelli bancari, individuando un ‘indice di rischio usura’. Rispetto a un indicatore nazionale di 100, l’indice in Molise è 148, in Calabria 147, in Campania 140. Il più basso in Trentino: 66. Per artigiani e commercianti sono le scadenze fiscali a spingere molti operatori nella morsa degli usurai. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie o infortuni.
Che la situazione in Molise non sia così tranquilla come invece si sostiene da più parti, anche da parte di alcuni soggetti istituzionali, lo dimostra pure il dato riferito alle denunce per episodi di usura presentate nel 2006. In questa graduatoria per la verità è in testa la Calabria con 7,24 denunce ogni 100 mila abitanti, seguita dal Molise con 6,83 segnalazioni ogni 100 mila abitanti e, infine, nel gradino più basso di questo podio, troviamo l'Abruzzo con 4,95 denunce ogni 100 mila abitanti.
Non abbiamo competenze specifiche, ma non possiamo non raccogliere l’urlo disperato di chi si è scavato la fossa con le proprie mani. Imprudentemente. Perché un mondo in cui un solo uomo soffre meno è già un mondo migliore.
L’usura, con i suoi nefasti risultati, è sempre esistita ed ha rappresentato in ogni tempo una profonda piaga sociale. L’ubriacatura finanziaria ha fatto crescere in modo esponenziale sia l’uso del denaro che il fenomeno collegato dell’usura. È un male che finisce per stritolare i malcapitati. Questa piaga è presente anche nei nostri piccoli centri. Guai se ti fai tentare e coinvolgere. I tentacoli ti avvinghiano e non ti mollano più, perché c’è sempre qualcosa che non quadra e i debiti aumentano vertiginosamente. Dalle sabbie mobili non si esce da soli. Telefonate intimidatorie, rispettabili avvocati, solerti ufficiali giudiziari, tutto ti si stringe intorno e senti che il cappio al collo diventa sempre più stretto, soffocante. L’usura sta diventando la via maestra per immettere i peggiori soggetti criminali nella società civile e per consegnare ad essi un patrimonio di cultura del lavoro e di esperienza imprenditoriale senza pari. Troppo spesso l’usura è la lavatrice per il riciclaggio di denaro sporco.
Chi è caduto nelle grinfie dell’ usuraio ha una sola possibilità: denunciarlo (chiamando il numero verde 800 999 000). Prima lo fa e meglio è. Il tempo non gioca mai a favore dell’usurato, lo inabissa sempre di più e irrimediabilmente.
Nel Molise opera la fondazione “S. Pietro Celestino”, con sede presso le quattro curie diocesane, che ha un fondo di solidarietà antiusura e fornisce consulenza legale e finanziaria svolgendo attività preventiva di carattere educativo ed informativo. La fondazione dunque sostiene e accompagna chi è a rischio usura, cioè in difficoltà economica per evitare che cada nella rete degli strozzini. Per chi vi è già incappato l’unica via di uscita è la denuncia chiara e circostanziata.
“Il dramma più inquietante proviene dall’atteggiamento di cristiani che si presentano alla comunità cristiana, ricevono sulla mano il corpo di Cristo mentre con quelle stesse mani strozzano dei fratelli (di qui ‘cravattari’) tramite l’uso demoniaco del denaro. Va detto a chiara voce che queste presenze non sono affatto gradite: tenersi lontano dalla comunità cristiana, finché vivono da usurai, è il primo servizio che chiediamo loro, nell’attesa di riaverli come fratelli capaci di condividere ciò che hanno” (Silvio Piccoli).
L’usuraio è nella società come un tappo sulla bottiglia di spumante. Malgrado la nostra inesperienza e pochezza abbiamo provato ad agitare il problema perché questo tappo salti al più presto prima che il contenuto vada a male definitivamente o si disperda tragicamente. ☺
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