Non è possibile che un’intera comunità debba pagare sulla propria pelle gli errori commessi da una classe politica inadeguata che ha portato il sistema sanitario al dissesto. La tutela della salute è un diritto costituzionale che non può variare da territorio a territorio, né può essere limitato per via della bancarotta regionale. Un conto sono le responsabilità di chi ha amministrato una Regione e non è stato all’altezza del compito, altra cosa sono i diritti del cittadino a poter usufruire di una sanità che funziona nel luogo dove risiede, senza l’obbligo di recarsi fuori dalla propria comunità o essere costretto a pagare cure, servizi e prestazioni a specialisti, laboratori o strutture private.
In Molise la sanità è nel caos. Si vive una drammatica incertezza. Gli ospedali pubblici rischiano lo svuotamento, i centri di eccellenza privati si affidano al TAR, i cittadini sopportano tagli sempre più insostenibili con innalzamenti delle imposte locali insopportabili per le famiglie e per le imprese. Lo Stato cincischia e si defila. I Ministeri dell’Economia e della Salute da mesi fanno verifiche tecniche su verifiche senza approdare a nulla. Ma l’assurdo è che è stato nominato Commissario per la Sanità il Presidente della Giunta, in carica ininterrottamente dal 2001 e principale responsabile dello sfascio in cui versa la sanità molisana. È intollerabile che chi causa il dissesto di un servizio pubblico così delicato venga premiato e abbia pieni poteri e totale discrezione sul da farsi.
Si ponga termine a questa deprecabile vicenda disponendo un’inchiesta parlamentare urgente che accerti cos’è realmente accaduto nella sanità del Molise nell’ultimo decennio. E si giunga con immediatezza alla nomina di un Commissario Governativo, ai sensi dell’art. 2 comma 84 della legge n. 191/2009, che sostituisca l’On. Michele Iorio ed assuma a sé la prerogativa di riorganizzare il sistema sanitario regionale, partendo dai fabbisogni dei cittadini. La Repubblica non si lavi le mani rispetto a ciò che sta succedendo in Molise perché ha il dovere di assicurare sul nostro territorio un diritto sancito dalla Costituzione che non può essere derubricato a obbligo istituzionale della Regione. Lo Stato non può pretendere che i molisani versino le stesse tasse come gli altri italiani mentre per il diritto alla tutela della salute gioca allo scaricabarile.
Non intendo discutere le colpe, i limiti e le incapacità locali che sono evidenti. Così com’è ovvio che va approntato un meccanismo istituzionale nazionale che automaticamente penalizzi gli amministratori regionali che causano i disavanzi sanitari. Ma il punto politico non è comprimibile a evento campanilistico, come a significare che il Molise ha il problema e il Molise se lo deve risolvere. La Repubblica è una e indivisibile. Spetta allo Stato garantire con strumenti perequativi i livelli essenziali di assistenza sanitaria in modo equo, solidale e uniforme, su tutto il territorio nazionale. E qui lo scontro è tra le aree ricche e le aree marginali, tra il Nord e il Sud, tra i centri più grandi e le zone montane.
Se salta il principio costituzionale della coesione solidale e dell’uguaglianza di trattamento, ciascun territorio dovrà attrezzarsi come può, con le conseguenti discriminazioni tra regioni forti e territori fragili. Quindi per non smarrirsi nei massimi sistemi c’è da contrastare l’egoismo della Lega Nord, sconfiggere lo strabismo del Governo Berlusconi che persegue l’idea di un’Italia a diritti variabili, e difendere la Costituzione che nel concreto equivale ad avere un’attribuzione maggiore di finanziamenti nazionali per la nostra tutela della salute.
Contestualmente va sconfitto il partito degli amici di Iorio nel Molise che nemmeno di fronte all’evidenza di un fallimento così clamoroso che ha portato al crack del sistema sanitario regionale riescono a capacitarsi del fatto che bisogna voltare pagina e archiviare un modo di far politica desueto. Il superamento del Commissario ad acta e la nomina di un sostituto nazionale di Michele Iorio non risolverà il problema di merito ma almeno sarà possibile ripartire da un confronto serio con un nuovo interlocutore, per scrivere a quattro mani una riorganizzazione della sanità molisana. E basterà partire dai bisogni dei cittadini anziché dalle tutele degli operatori sanitari, dei territori o delle strutture private, per costruire un modello capace di dare risposte migliori di quelle di oggi alle aspettative delle persone. ☺
petraroia.michele@virgilio.it
Non è possibile che un’intera comunità debba pagare sulla propria pelle gli errori commessi da una classe politica inadeguata che ha portato il sistema sanitario al dissesto. La tutela della salute è un diritto costituzionale che non può variare da territorio a territorio, né può essere limitato per via della bancarotta regionale. Un conto sono le responsabilità di chi ha amministrato una Regione e non è stato all’altezza del compito, altra cosa sono i diritti del cittadino a poter usufruire di una sanità che funziona nel luogo dove risiede, senza l’obbligo di recarsi fuori dalla propria comunità o essere costretto a pagare cure, servizi e prestazioni a specialisti, laboratori o strutture private.
In Molise la sanità è nel caos. Si vive una drammatica incertezza. Gli ospedali pubblici rischiano lo svuotamento, i centri di eccellenza privati si affidano al TAR, i cittadini sopportano tagli sempre più insostenibili con innalzamenti delle imposte locali insopportabili per le famiglie e per le imprese. Lo Stato cincischia e si defila. I Ministeri dell’Economia e della Salute da mesi fanno verifiche tecniche su verifiche senza approdare a nulla. Ma l’assurdo è che è stato nominato Commissario per la Sanità il Presidente della Giunta, in carica ininterrottamente dal 2001 e principale responsabile dello sfascio in cui versa la sanità molisana. È intollerabile che chi causa il dissesto di un servizio pubblico così delicato venga premiato e abbia pieni poteri e totale discrezione sul da farsi.
Si ponga termine a questa deprecabile vicenda disponendo un’inchiesta parlamentare urgente che accerti cos’è realmente accaduto nella sanità del Molise nell’ultimo decennio. E si giunga con immediatezza alla nomina di un Commissario Governativo, ai sensi dell’art. 2 comma 84 della legge n. 191/2009, che sostituisca l’On. Michele Iorio ed assuma a sé la prerogativa di riorganizzare il sistema sanitario regionale, partendo dai fabbisogni dei cittadini. La Repubblica non si lavi le mani rispetto a ciò che sta succedendo in Molise perché ha il dovere di assicurare sul nostro territorio un diritto sancito dalla Costituzione che non può essere derubricato a obbligo istituzionale della Regione. Lo Stato non può pretendere che i molisani versino le stesse tasse come gli altri italiani mentre per il diritto alla tutela della salute gioca allo scaricabarile.
Non intendo discutere le colpe, i limiti e le incapacità locali che sono evidenti. Così com’è ovvio che va approntato un meccanismo istituzionale nazionale che automaticamente penalizzi gli amministratori regionali che causano i disavanzi sanitari. Ma il punto politico non è comprimibile a evento campanilistico, come a significare che il Molise ha il problema e il Molise se lo deve risolvere. La Repubblica è una e indivisibile. Spetta allo Stato garantire con strumenti perequativi i livelli essenziali di assistenza sanitaria in modo equo, solidale e uniforme, su tutto il territorio nazionale. E qui lo scontro è tra le aree ricche e le aree marginali, tra il Nord e il Sud, tra i centri più grandi e le zone montane.
Se salta il principio costituzionale della coesione solidale e dell’uguaglianza di trattamento, ciascun territorio dovrà attrezzarsi come può, con le conseguenti discriminazioni tra regioni forti e territori fragili. Quindi per non smarrirsi nei massimi sistemi c’è da contrastare l’egoismo della Lega Nord, sconfiggere lo strabismo del Governo Berlusconi che persegue l’idea di un’Italia a diritti variabili, e difendere la Costituzione che nel concreto equivale ad avere un’attribuzione maggiore di finanziamenti nazionali per la nostra tutela della salute.
Contestualmente va sconfitto il partito degli amici di Iorio nel Molise che nemmeno di fronte all’evidenza di un fallimento così clamoroso che ha portato al crack del sistema sanitario regionale riescono a capacitarsi del fatto che bisogna voltare pagina e archiviare un modo di far politica desueto. Il superamento del Commissario ad acta e la nomina di un sostituto nazionale di Michele Iorio non risolverà il problema di merito ma almeno sarà possibile ripartire da un confronto serio con un nuovo interlocutore, per scrivere a quattro mani una riorganizzazione della sanità molisana. E basterà partire dai bisogni dei cittadini anziché dalle tutele degli operatori sanitari, dei territori o delle strutture private, per costruire un modello capace di dare risposte migliori di quelle di oggi alle aspettative delle persone. ☺
Non è possibile che un’intera comunità debba pagare sulla propria pelle gli errori commessi da una classe politica inadeguata che ha portato il sistema sanitario al dissesto. La tutela della salute è un diritto costituzionale che non può variare da territorio a territorio, né può essere limitato per via della bancarotta regionale. Un conto sono le responsabilità di chi ha amministrato una Regione e non è stato all’altezza del compito, altra cosa sono i diritti del cittadino a poter usufruire di una sanità che funziona nel luogo dove risiede, senza l’obbligo di recarsi fuori dalla propria comunità o essere costretto a pagare cure, servizi e prestazioni a specialisti, laboratori o strutture private.
In Molise la sanità è nel caos. Si vive una drammatica incertezza. Gli ospedali pubblici rischiano lo svuotamento, i centri di eccellenza privati si affidano al TAR, i cittadini sopportano tagli sempre più insostenibili con innalzamenti delle imposte locali insopportabili per le famiglie e per le imprese. Lo Stato cincischia e si defila. I Ministeri dell’Economia e della Salute da mesi fanno verifiche tecniche su verifiche senza approdare a nulla. Ma l’assurdo è che è stato nominato Commissario per la Sanità il Presidente della Giunta, in carica ininterrottamente dal 2001 e principale responsabile dello sfascio in cui versa la sanità molisana. È intollerabile che chi causa il dissesto di un servizio pubblico così delicato venga premiato e abbia pieni poteri e totale discrezione sul da farsi.
Si ponga termine a questa deprecabile vicenda disponendo un’inchiesta parlamentare urgente che accerti cos’è realmente accaduto nella sanità del Molise nell’ultimo decennio. E si giunga con immediatezza alla nomina di un Commissario Governativo, ai sensi dell’art. 2 comma 84 della legge n. 191/2009, che sostituisca l’On. Michele Iorio ed assuma a sé la prerogativa di riorganizzare il sistema sanitario regionale, partendo dai fabbisogni dei cittadini. La Repubblica non si lavi le mani rispetto a ciò che sta succedendo in Molise perché ha il dovere di assicurare sul nostro territorio un diritto sancito dalla Costituzione che non può essere derubricato a obbligo istituzionale della Regione. Lo Stato non può pretendere che i molisani versino le stesse tasse come gli altri italiani mentre per il diritto alla tutela della salute gioca allo scaricabarile.
Non intendo discutere le colpe, i limiti e le incapacità locali che sono evidenti. Così com’è ovvio che va approntato un meccanismo istituzionale nazionale che automaticamente penalizzi gli amministratori regionali che causano i disavanzi sanitari. Ma il punto politico non è comprimibile a evento campanilistico, come a significare che il Molise ha il problema e il Molise se lo deve risolvere. La Repubblica è una e indivisibile. Spetta allo Stato garantire con strumenti perequativi i livelli essenziali di assistenza sanitaria in modo equo, solidale e uniforme, su tutto il territorio nazionale. E qui lo scontro è tra le aree ricche e le aree marginali, tra il Nord e il Sud, tra i centri più grandi e le zone montane.
Se salta il principio costituzionale della coesione solidale e dell’uguaglianza di trattamento, ciascun territorio dovrà attrezzarsi come può, con le conseguenti discriminazioni tra regioni forti e territori fragili. Quindi per non smarrirsi nei massimi sistemi c’è da contrastare l’egoismo della Lega Nord, sconfiggere lo strabismo del Governo Berlusconi che persegue l’idea di un’Italia a diritti variabili, e difendere la Costituzione che nel concreto equivale ad avere un’attribuzione maggiore di finanziamenti nazionali per la nostra tutela della salute.
Contestualmente va sconfitto il partito degli amici di Iorio nel Molise che nemmeno di fronte all’evidenza di un fallimento così clamoroso che ha portato al crack del sistema sanitario regionale riescono a capacitarsi del fatto che bisogna voltare pagina e archiviare un modo di far politica desueto. Il superamento del Commissario ad acta e la nomina di un sostituto nazionale di Michele Iorio non risolverà il problema di merito ma almeno sarà possibile ripartire da un confronto serio con un nuovo interlocutore, per scrivere a quattro mani una riorganizzazione della sanità molisana. E basterà partire dai bisogni dei cittadini anziché dalle tutele degli operatori sanitari, dei territori o delle strutture private, per costruire un modello capace di dare risposte migliori di quelle di oggi alle aspettative delle persone. ☺
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