Disordine trasporti
5 Marzo 2016
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Disordine trasporti

La querelle fra la Regione Molise e l’Azienda di Trasporti Molisana alla fine è giunta al suo epilogo. A guardarla in maniera disincantata sembra tanto somigliare a quei matrimoni di interesse all’interno dei quali si finge un amore di facciata e che, se viene a mancare il sommo bene (vale a dire il denaro), si risolvono con un bel divorzio.

A dire la parola fine in questa brutta storia di non-amore è stato il Consiglio di Stato, chiamato in causa proprio dall’ATM che aveva presentato ricorso verso la precedente sentenza del TAR Molise. I guai erano iniziati subito dopo il cambio di governo regionale, segno che i sentimenti reciproci non erano gli stessi che nel passato, infatti al cambiamento di atteggiamento da parte degli uffici regionali subito si rispose con la soppressione di alcune corse perché non erano tra quelle per le quali si percepivano i contributi pubblici. Caos tra i pendolari che dovevano rivedere le proprie abitudini, e forse cambiare il mezzo di trasporto, il più delle volte ricorrendo al car-sharing.

Poi è arrivata la decisione della Regione di annullare l’aggiudicazione provvisoria per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale extra-urbano in quanto la documentazione presentata non era conforme e quindi la gara era da considerarsi deserta. Ne sono seguiti due anni veramente difficili fra corse che non arrivavano a destinazione perché gli autobus si rompevano per strada, stipendi non corrisposti agli autisti, e viaggiatori sempre più affidati alla buona sorte.

Con la sentenza del Consiglio di Stato finalmente si è saputo con certezza cosa è successo e perché la gara di appalto andava rifatta, ed infatti si sta procedendo in tal senso.

L’ATM s.p.a. già dal 14 settembre 2012 aveva un debito verso l’INPS di circa un milione di euro, per essere precisi 991.129,40 euro per cui non era possibile che la ditta ritenesse di avere tutti i requisiti necessari per partecipare al bando di gara. La legge è chiara a tal proposito: sono esclusi dalla partecipazione alle procedure di affidamento e dalla stipula di contratti pubblici coloro che hanno commesso violazione grave alle norme in materia di contributi previdenziali e assistenziali. Se la ditta ha risposto al bando ritenendo di avere le carte in regola (in realtà aveva già chiesto la rateizzazione del suo debito) secondo i giudici potrebbe essere giustificata “solo ipotizzando un disordine gestionale così radicale da impedire di ravvisare l’esistenza di una partita debitoria di importo eccezionale”, e l’ipotesi di una gestione un po’ confusionaria era ancor più avvalorata dalla mancata tempestiva approvazione del bilancio societario.

Qualche dubbio sulla correttezza gestionale era venuto un po’ a tutti visti i ripetuti appelli dei dipendenti che si trovavano spesso con mesi di stipendio in arretrato, sottolineati da scioperi e manifestazioni. La risposta puntuale dell’azienda era quella di addossare la colpa alla Regione che non aveva versato la quota dovuta, dichiarazione che non sempre corrispondeva esattamente al vero. I ritardi da parte della Regione non potevano giustificare così tanti mesi di arretrato.

C’è da sottolineare che questa sentenza ha fatto chiarezza non solo per quanto riguarda il trasporto extra-urbano, ma anche per una linea di principio irrinunciabile. Non si può pensare di avere davanti a sé la strada spianata anche se non si hanno le carte in regola, non si può far passare tutto in cavalleria in nome di un servizio necessario e strumentalizzando la posizione dei dipendenti minacciando di lasciarli senza stipendio o, peggio, senza lavoro. Esistono le regole e solo se tutti le rispettano e le fanno rispettare queste assolvono al proprio dovere di ordine e giustizia. E così il pensiero corre ai dipendenti della GTM, anche loro spesso a manifestare perché non vengono pagati e minacciano scioperi che poi rientrano in attesa che le promesse vengano mantenute. Anche per loro la risposta è la solita: “Pantalone non paga”. L’auspicio è che il Consiglio di Stato possa aver infuso saggezza anche alla ditta di trasporto urbano di Termoli, al Comune e alla stessa Regione Molise nel rivedere bene i loro conti perché le cose possano essere messe in regola così da poter continuare a gestire tale servizio nel rispetto di chi lavora, di chi viaggia e della legge.☺

 

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