
Essere insegnanti oggi
Periferia di Milano, anni Settanta. Gli anni del terrorismo e della droga.
Una mattina, nella classe di un istituto agrario, fa la sua apparizione Giulia, una giovane professoressa di lettere che parla di letteratura e di poesia con una passione sconosciuta. È quell’incontro a “salvare” Massimo Recalcati che, nel libro L’ora di lezione. Per un’erotica dell’ insegnamento (Einaudi, 2014), non recente ma sempre attuale, riflette su cosa significa essere insegnanti oggi, in una società senza padri e senza maestri, svelandoci come un bravo insegnante sia colui che sa fare esistere nuovi mondi, che sa fare del sapere un oggetto del desiderio in grado di mettere in moto la vita e di allargarne l’orizzonte. È quello che sa dare inizio, in una classe, ad una storia d’amore.
E sarà che il tempo degli scrutini è sempre un tempo di bilanci, per chi è del mestiere, ma – ritirandolo fuori dalla libreria – l’ho sentito di nuovo mio, questo volumetto che parla del piccolo miracolo che può avvenire nell’ora di lezione: l’oggetto del sapere si trasforma in un oggetto erotico, il libro in un corpo, tutto prende vita come in una singolare relazione amorosa.
In una società in cui l’autorità paterna, come quella degli insegnanti, è in declino, e la scuola, come istituzione, perde ogni credibilità, è ancora possibile attribuire un senso alla trasmissione del sapere? È possibile riempire di significato quel vuoto che si crea, a volte, o sempre più spesso, tra banchi e cattedra? E come può l’insegnante, oggi, mantenere vivo questo “rapporto erotico” dell’alunno con il sapere? Sono queste le domande da cui parte Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti in Italia, in questo saggio dedicato alla scuola, o a quello che ne resta, dopo la sua “evaporazione”. Alla fine di un suo lento ma inesorabile processo di “disgregazione”, secondo l’autore quello che resta è proprio l’ora di lezione, ovvero il momento dell’incontro tra il maestro e l’allievo. Un momento in cui si realizza l’incontro, la relazione, lo scambio, le scoperte intellettuali, l’eros.
Ciò che resta della scuola, si chiede l’autore, non è forse proprio la possibilità di trasformare gli oggetti del sapere in oggetti del desiderio? In corpi erotici? L’esempio che l’autore utilizza per spiegare il fenomeno è tratto dalla vita di Socrate, così come viene descritta in apertura del Simposio, quando il suo allievo Agatone chiede al maestro di “riempirlo” con il suo sapere, quasi come se si trattasse di un recipiente d’acqua. In realtà l’ illusione di ogni scolaro, la convinzione di potersi abbeverare alla fonte del sapere, viene superata dal gesto inconsueto di Socrate, che risponde alla richiesta di Agatone sottraendosi e anzi confessando l’impossibilità di riempire questo suo vuoto. Nella lettura di Jacques Lacan (lo psicanalista francese che Recalcati cita spesso come suo maestro), questo gesto di Socrate racchiude l’essenza dell’insegnamento: “il sapere del maestro non è mai ciò che colma la mancanza, quanto ciò che la preserva”, ovvero la capacità di suscitare sempre l’ interesse dell’allievo, il desiderio di sapere. Secondo Recalcati, il maestro dovrebbe “aprire vuoti nelle teste, aprire varchi nei discorsi già costituiti, fare spazio, aprire mondi e aperture mai pensate prima”. Dovrebbe accendere e stuzzicare il desiderio di sapere. È questa “l’ erotica dell’insegnamento”. Naturalmente le difficoltà che incontrano gli insegnanti di fronte a una platea di studenti che, a detta di molti, “non ascoltano più”, “non parlano più”, “non leggono più”, sono moltissime e certo non è semplice per una categoria che sempre più spesso viene umiliata sia economicamente che socialmente, trovare le giuste motivazioni per far innamorare i propri ragazzi.
Eppure in moltissime scuole italiane assistiamo ogni giorno, durante l’ora di lezione, a incontri che possono cambiare la vita. Come a volte con certi libri o certe opere d’arte, succede che a un certo punto, dal momento in cui avviene l’incontro, il mondo non è più come prima.
Un libro che apre una breccia all’interno del sistema educativo italiano.
Un elogio all’insegnamento che non può arrendersi, ma deve reinventarsi ogni giorno, tenacemente, come un amante che cerca l’amata senza timore di essere respinto. Anzi, affrontandolo, il timore.
Un elogio alla stortura della vita, che non deve essere raddrizzata, ma coltivata con cura e riconquistata nella sua singolare bellezza.☺