Fiori dietro le sbarre
6 Giugno 2024
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Fiori dietro le sbarre

Interrompendo momentaneamente la serie di poesie dalla raccolta Filo spinato di Alessandro Fo, si lascia qui spazio ad altri suoi versi sul tema della detenzione, tratti da Cinque poesie per Anna Nozzoli, in Studi di letteratura italiana in onore di Anna Nozzoli, a cura di F. Castellano e S. Magherini, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2021, pp. 3-8. In carcere per una lezione, l’autore, che in passato aveva già scritto dei versi sui girasoli, scorge una “fila” di questi fiori piantati come “arredo urbano”. Si tratta per lo più di piante molto misere, fatta eccezione per un ultimo girasole, di dimensioni colossali. Di qui la sua richiesta – quasi tecnicamente “una domandina”, come quelle presentate dai reclusi – di scattarne una fotografia, cui si oppone il regolamento. Nasce così questa poesia, per conservare memoria di quel “gigante” che pure “langue prigioniero”.
Laura de Noves

Quasi una «domandina»

Già vari anni ormai sono passati
da quando, un po’ più spesso poetando,
ho scritto un po’ di versi ai girasoli.
Poi ho perso sintonia,
o non ne ho trovati,
semplicemente, come questo colosso
da libro delle fate, di tre metri,
con foglie immense, che ci si può scalare
il cielo e i suoi misteri.
                                  Enorme, asciutta
doccia dismessa, sta il fiore, ritorta
la testa verso terra. Lo stelo
può fare invidia alla prosapia tutta
dei tubi Innocenti.

«…Hem… Eccezionalmente
                                      Chissà…
                                               Posso…
Soltanto lui, magari con me sotto,
per far capire…
                        Si può fotografare?»
«Eh, anch’io ne avevo avuto il desiderio
–prontamente mi fa la sorveglianza –…,
ma temo (lei ben sa il regolamento)
temo proprio che ci dovrà passare».

Peccato.
             A fine fila dei minori,
rachitici e penosi in giusto tono,
chiude in bellezza il nuovo «arredo urbano»
del carcere.
Dove anche un girasole,
se pur gigante, langue prigioniero,
senza speranza
(così, vietata la fotografia,
ne liberi la gloria una poesia)
di un po’ di ammirazione e rinomanza.

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