Una sigla un numero un tumulo di terra.
Cimitero dei senza nome, zona B.
Quel che resta, nella fortuna della sepoltura.
In fondo al mare gli altri. Invisibili!
Senza madre né padre, patria lontana
niente lacrime, cumuli di rabbia
nessuna palingenesi annunciata.
Rugiada sull’erba amara colma la coppa.
Unica letizia il sole che bacia strisce
tutte uguali, in fila, croci senza Dio.
Sulla collina che guarda al mare
Golgota immerso tra ulivi stanchi
che sembrano scheletri… spaventapasseri.
Nativi indignati preservano ingrato sepolcro.
Numeri o persone da commemorare,
ogni tanto una pia mano depone fiori
nell’attesa di incidere nuovi marmi
con la benedizione di un nome.
Altre croci in là, quelle dei vivi.
dal volume “Schiuma rossa”