Il gioco delle verità
17 Maggio 2018
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Il gioco delle verità

Nel grande gioco della vita e dell’educazione, ce n’è uno pericolosissimo: disgregare la Verità, ovvero sostituire un’argomentazione tecnico-scientifica-politi- ca … con luoghi comuni da “secondo me”.

Tutti abbiamo fatto e facciamo giochi, almeno si spera. Uno di questi, dal mio punto di vista, è di una pericolosità senza confini e mi riferisco al gioco di disgregazione delle cose ovvie, ovvero di quella “roba” che ciascuno declina con la parola “verità … secondo me”. Naturalmente, ciascuno ritiene che il proprio “punto di vista” venga riconosciuto “vero secondo me”.

Dal Prof/Professoressa che, solo perché si permette di richiamare qualche studente/studentessa al rispetto di qualche regola di comportamento, quantunque discutibile, viene bollato/a come reazionario, fascista, comunista, sobillatore, retrogrado, inadeguato e via con i più fantasiosi epiteti tratti dal vocabolario individuale, sempre molto decontestualizzati dal fatto reale, al politico che ha le chiavi istituzionali per condizionare l’esistenza di un popolo affidato al governo di cui egli dovrebbe garantire l’efficacia a beneficio di quel popolo che democraticamente lo ha portato sugli altari del potere.

Le responsabilità sono equamente proporzionate ai soggetti protagonisti, che invece del confronto dialettico, scelgono, quasi sempre in modo scomposto, la via del denigrare l’altro, magari a distanza utilizzando i social. Risultato? Si naviga a vista, alimentando il punto di vista della curva del proprio gruppo di tifosi, tutti arbitri e tecnici, qualcuno anche senza aver visto la partita!

Un giudice emette una sentenza? Un altro afferma il contrario. Si passa ai vari gradi di giudizio, a garanzia della certezza di sentenza ed eventuale pena, e subito l’escluso o altri inneggiano al falso di una giustizia ingiusta. Ciascuno, tra quanti leggono, può indicare esempi “reali” di quanto sto cercando di “descrivere”.

L’attuale Presidente di uno stato qualsiasi, per esempio, uno a caso, quello degli Stai Uniti, autorizza a svuotare un affollato arsenale da un po’ di missili che costano solo pochi milioni di dollari, altri, da varie curve di tifoserie, inneggiano o osteggiano. … pochi, troppo pochi si fermano a cercare di comprendere cosa stia succedendo, ancora meno sono quelli che cercano di fargli i conti in tasca, non solo a Lui, ma anche alla sua corte nonché alle sue mutande. Un arsenale svuotato, seppur parzialmente, beh, ci dovrà pur essere qualcuno che dovrà provvedere a garantire il “rifornimento”.

Uno sguardo sul pianeta ci permette di vedere che di guerre, … per le quali si muore in tanti ed ogni giorno, ce ne sono troppe e di queste, alcune vengono riportate alla cronaca ogni tanto, magari tra una partita di calcio e qualche culo di ragazze assurte a testimonial di balsami anticellulite. Belli i culi, bella la partita e bello pure laddove si muore! Tant’è, si muore là, qui, quo e qua. …. E tutto diventa normal, perché, di fatto, ciascuno viene abitualmente sopraffatto dal proprio quotidiano di verità nascoste sotto le lenzuola della moglie del vicino della porta accanto frequentate dall’amico del cornuto o tradito di turno. Mah!

Anni fa, tanti, in un’affollata sala di prelati doc ed altri, feci un intervento dove iniziai con una citazione evangelica “quid est Veritas?” (Gv. 18,38) e con l’anagramma “est vir qui adest”, che, solo più tardi, scoprii fosse stato già fatto da un predecessore illustre e Santo: S. Agostino. Ma “la Verità”, per credenti e non, si cerca, non è data. La ricerca impone un metodo e quello che mi sembra, sempre, condivisibile è di tipo dialettico, dove parole, scritti e fatti fanno parte di una medesima retta e non sono assolutamente paralleli tra di loro: dicesi “ricostruire il contesto”. Naturalmente vale anche per quanti lavorano nell’informazione ormai abituati e solleticati dagli scoop che, il più delle volte, scoppiano facendo danni terribili, ricoperti immediatamente dal culo di turno.

Per far “Verità alte come per quelle di cronaca”, molto spesso è necessario testimoniare e tacere, consapevoli che le verità ed opinioni affermate “secondo me”, spesso, essendo luoghi comuni sono funzionali al potente di turno, offuscando menti, cuore e vista delle curve dei tifosi. … ma il danno prodotto, purtroppo rimane. … non sarà sufficiente una nuova educazione, ci vorrà una nuova e più abile indignazione preventiva nonché una educazione liberatrice. L’uomo che ci sta davanti, la realtà o l’uomo che sta per essere crocifisso, talvolta, solo riportata dalle cronache, raccontano che qui, quo e qua, con e senza vaccini obbligatori, si muore, si piange, ci si dispera e si fugge! Una guerra, come la tutela della vita dei propri figli, non è la partita tra la Juventus ed il Real e neanche un possibile spot elettorale!☺

 

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