La scultura del rinascimento aveva ridato all’oggetto gli aspetti dell’antichità classica, ma aveva nello stesso tempo elaborato delle idee formali proprie in cui l’antichità si faceva riconoscere come contemporanea. L’ideale del corpo umano perfetto era determinato più dall’uma- nesimo che non da un canone come era stato rappresentato negli ordini architettonici.
Gli scultori del Rinascimento vedevano nelle statue antiche una rappresentazione esemplare e perfetta della natura che alcuni anteposero lo studio delle opere antiche a quello della natura. Michelangelo ritenne il Torso del Belvedere un’opera così perfetta da sostenere che il suo realizzatore dovesse essere più saggio della natura stessa. Il Vasari indicava nel fare arte una “maniera”, particolarità inconfondibile e individuale. Non bastava più imitare la natura, bisognava superarla: questa divenne nel corso del ‘500 la preoccupazione fondamentale dello scultore.
Caratteristiche
Le principali caratteristiche dell’arte manierista sono le membra allungate, la virtuosità delle pose statiche, l’accostamento di materiali e superfici eterogenei. Domina la predilezione a comporre contrapposizioni naturali come la vecchiaia e la giovinezza, la bellezza e la bruttezza, l’uomo e la donna, in configurazioni aggraziate.
Alle raffigurazioni più appariscenti della scultura manierista appartiene la figura serpentina, ossia un complesso movimento rotatorio di figure e gruppi che si avvita in forma di spirali verso l’alto contro la forza di gravità. Gianbologna riprende il motivo della figura serpentina e lo porta ad una nuova espressione formale nel suo Ratto delle Sabine (1581 – 83), creando un gruppo che può essere visto da qualsiasi prospettiva e la cui struttura complessa viene colta solo girandole intorno. Così facendo emergono continuamente nuove visuali, che mantengono però la direzione chiusa del movimento dell’interno del gruppo che tende verso l’alto.
La scultura barocca
L’opera del Gianbologna rappresenta l’anello di congiunzione tra Michelangelo e Bernini. Questa epoca intermedia, esageratamente affascinata dalla perfezione formale e dall’eleganza artificiosa, sfocia, con il verdetto del Concilio di Trento e la conseguente restaurazione in campo religioso, nell’arte del Barocco.
Il termine “barocco” deriva dalla filosofia medievale, nella quale sta ad indicare un sillogismo particolarmente complesso; lo portò in vita la critica d’arte del Settecento, di tendenza neoclassica, adottando il significato di “astruso, strano, ‘superlativo del bizzarro’” per indicare quella corrente artistica formatasi a Roma verso il 1630 e che fa capo a Bernini, a Pietro da Cortona, artisti dall’ accesa fantasia e da un esuberante impeto vitale.
Il barocco fu l’arte ufficiale della chiesa trionfante, uscita dall’austero clima tridentino, che volle celebrare la sua vittoria sulla Riforma Protestante con basiliche grandiose, ornate da vastissime pitture murali, intese ad esaltare il dogma. La nuova arte coincideva inoltre con il senso di grandiosità e di fasto delle grandi famiglie principesche.
In questo clima di rinnovata libertà, gli artisti diedero vita a soluzioni originalissime, imprevedibili: come afferma G.B. Marino, “è del poeta il fin la meraviglia…”.☺
jacobuccig@gmail.com
La scultura del rinascimento aveva ridato all’oggetto gli aspetti dell’antichità classica, ma aveva nello stesso tempo elaborato delle idee formali proprie in cui l’antichità si faceva riconoscere come contemporanea. L’ideale del corpo umano perfetto era determinato più dall’uma- nesimo che non da un canone come era stato rappresentato negli ordini architettonici.
Gli scultori del Rinascimento vedevano nelle statue antiche una rappresentazione esemplare e perfetta della natura che alcuni anteposero lo studio delle opere antiche a quello della natura. Michelangelo ritenne il Torso del Belvedere un’opera così perfetta da sostenere che il suo realizzatore dovesse essere più saggio della natura stessa. Il Vasari indicava nel fare arte una “maniera”, particolarità inconfondibile e individuale. Non bastava più imitare la natura, bisognava superarla: questa divenne nel corso del ‘500 la preoccupazione fondamentale dello scultore.
Caratteristiche
Le principali caratteristiche dell’arte manierista sono le membra allungate, la virtuosità delle pose statiche, l’accostamento di materiali e superfici eterogenei. Domina la predilezione a comporre contrapposizioni naturali come la vecchiaia e la giovinezza, la bellezza e la bruttezza, l’uomo e la donna, in configurazioni aggraziate.
Alle raffigurazioni più appariscenti della scultura manierista appartiene la figura serpentina, ossia un complesso movimento rotatorio di figure e gruppi che si avvita in forma di spirali verso l’alto contro la forza di gravità. Gianbologna riprende il motivo della figura serpentina e lo porta ad una nuova espressione formale nel suo Ratto delle Sabine (1581 – 83), creando un gruppo che può essere visto da qualsiasi prospettiva e la cui struttura complessa viene colta solo girandole intorno. Così facendo emergono continuamente nuove visuali, che mantengono però la direzione chiusa del movimento dell’interno del gruppo che tende verso l’alto.
La scultura barocca
L’opera del Gianbologna rappresenta l’anello di congiunzione tra Michelangelo e Bernini. Questa epoca intermedia, esageratamente affascinata dalla perfezione formale e dall’eleganza artificiosa, sfocia, con il verdetto del Concilio di Trento e la conseguente restaurazione in campo religioso, nell’arte del Barocco.
Il termine “barocco” deriva dalla filosofia medievale, nella quale sta ad indicare un sillogismo particolarmente complesso; lo portò in vita la critica d’arte del Settecento, di tendenza neoclassica, adottando il significato di “astruso, strano, ‘superlativo del bizzarro’” per indicare quella corrente artistica formatasi a Roma verso il 1630 e che fa capo a Bernini, a Pietro da Cortona, artisti dall’ accesa fantasia e da un esuberante impeto vitale.
Il barocco fu l’arte ufficiale della chiesa trionfante, uscita dall’austero clima tridentino, che volle celebrare la sua vittoria sulla Riforma Protestante con basiliche grandiose, ornate da vastissime pitture murali, intese ad esaltare il dogma. La nuova arte coincideva inoltre con il senso di grandiosità e di fasto delle grandi famiglie principesche.
In questo clima di rinnovata libertà, gli artisti diedero vita a soluzioni originalissime, imprevedibili: come afferma G.B. Marino, “è del poeta il fin la meraviglia…”.☺
La scultura del rinascimento aveva ridato all’oggetto gli aspetti dell’antichità classica, ma aveva nello stesso tempo elaborato delle idee formali proprie in cui l’antichità si faceva riconoscere come contemporanea. L’ideale del corpo umano perfetto era determinato più dall’uma- nesimo che non da un canone come era stato rappresentato negli ordini architettonici.
Gli scultori del Rinascimento vedevano nelle statue antiche una rappresentazione esemplare e perfetta della natura che alcuni anteposero lo studio delle opere antiche a quello della natura. Michelangelo ritenne il Torso del Belvedere un’opera così perfetta da sostenere che il suo realizzatore dovesse essere più saggio della natura stessa. Il Vasari indicava nel fare arte una “maniera”, particolarità inconfondibile e individuale. Non bastava più imitare la natura, bisognava superarla: questa divenne nel corso del ‘500 la preoccupazione fondamentale dello scultore.
Caratteristiche
Le principali caratteristiche dell’arte manierista sono le membra allungate, la virtuosità delle pose statiche, l’accostamento di materiali e superfici eterogenei. Domina la predilezione a comporre contrapposizioni naturali come la vecchiaia e la giovinezza, la bellezza e la bruttezza, l’uomo e la donna, in configurazioni aggraziate.
Alle raffigurazioni più appariscenti della scultura manierista appartiene la figura serpentina, ossia un complesso movimento rotatorio di figure e gruppi che si avvita in forma di spirali verso l’alto contro la forza di gravità. Gianbologna riprende il motivo della figura serpentina e lo porta ad una nuova espressione formale nel suo Ratto delle Sabine (1581 – 83), creando un gruppo che può essere visto da qualsiasi prospettiva e la cui struttura complessa viene colta solo girandole intorno. Così facendo emergono continuamente nuove visuali, che mantengono però la direzione chiusa del movimento dell’interno del gruppo che tende verso l’alto.
La scultura barocca
L’opera del Gianbologna rappresenta l’anello di congiunzione tra Michelangelo e Bernini. Questa epoca intermedia, esageratamente affascinata dalla perfezione formale e dall’eleganza artificiosa, sfocia, con il verdetto del Concilio di Trento e la conseguente restaurazione in campo religioso, nell’arte del Barocco.
Il termine “barocco” deriva dalla filosofia medievale, nella quale sta ad indicare un sillogismo particolarmente complesso; lo portò in vita la critica d’arte del Settecento, di tendenza neoclassica, adottando il significato di “astruso, strano, ‘superlativo del bizzarro’” per indicare quella corrente artistica formatasi a Roma verso il 1630 e che fa capo a Bernini, a Pietro da Cortona, artisti dall’ accesa fantasia e da un esuberante impeto vitale.
Il barocco fu l’arte ufficiale della chiesa trionfante, uscita dall’austero clima tridentino, che volle celebrare la sua vittoria sulla Riforma Protestante con basiliche grandiose, ornate da vastissime pitture murali, intese ad esaltare il dogma. La nuova arte coincideva inoltre con il senso di grandiosità e di fasto delle grandi famiglie principesche.
In questo clima di rinnovata libertà, gli artisti diedero vita a soluzioni originalissime, imprevedibili: come afferma G.B. Marino, “è del poeta il fin la meraviglia…”.☺
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