La politica nazionale e regionale, anche in estate, ha offerto il meglio di sé in termini di confusione, prese in giro dei cittadini, faide e minacce. Senza alcuna dignità questa classe politica sta affondando l’Italia nella melma dei dossier e dei veleni mediatici; siamo alla politica degli stracci, tra risse e regolamenti di conti. La crisi che ha messo in ginocchio le famiglie, che stentano a vivere, non interessa questa dirigenza. Solo avversari da polverizzare con ogni mezzo, perché il potere assoluto non ammette dissenso. Terra bruciata per chi non è allineato.
Regola che impera anche in Regione dove la becera situazione nazionale sembra essersi trasferita, con l’aggravante che questa regione è pronta per il fallimento economico, amministrativo e sociale.
Altro che celebrazioni per l’Unità d’Italia: si sta organizzando il requiem dell’Italia con attacchi alle Istituzioni e alle regole fondamentali della democrazia. Una politica responsabile che miri al bene comune richiederebbe un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, ed una intesa di unità nazionale che restituisca ai cittadini almeno il diritto di eleggere i propri rappresentanti. Togliere il potere di scegliere i nostri rappresentanti dalle mani dei piccoli reucci di partito sarebbe un grande risultato di democrazia.
Correi di violazione alla Costituzione sono tutti i partiti di opposizione che potrebbero presentare proposte di legge in tal senso, ma non lo fanno perché fa comodo scegliere comparse e ossequienti servitori che devono tutto al capo per la loro elezione e per il posto al sole. Rigore morale e competenza dovrebbero essere alla base per la scelta dei rappresentanti politici a tutti i livelli.
Il paese è paralizzato ed assiste inerme al mercato delle vacche che ormai contraddistingue il nostro Parlamento. Ai parlamentari cooptati non interessa affatto il bene del Paese, ma il loro bene ed i loro interessi. La questione morale non li sfiora assolutamente, è cancellata. Preoccupa molto il fatto che anche altri campi, oltre a quello politico, sono ormai invasi da questioni che interessano la legalità, la legittimità e la dirittura morale. Siamo alla frutta se non c’è una svolta epocale che costruisca, dopo questi quindici anni di distruzione, pilastri per garantire correttezza e rispetto delle regole del gioco.
Disfattista, ha scritto Famiglia Cristiana lo scorso mese di agosto, non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto delle regole e delle istituzioni. Corriamo il rischio, ha affermato il cardinale Tettamanzi, dell’individua- lismo e dell’egoismo: atteggiamenti gravi e dannosi quando realizzati da coloro dai quali invece ci si attenderebbe un contributo decisivo alla costruzione del bene comune.
La lunga discussione in atto all’interno del centrodestra fa emergere i limiti di un sistema basato più sugli interessi e i piccoli affari dei singoli che non un impegno politico per la crescita del Paese.
Fino ad ora è stato dedicato molto più tempo alle necessità di approvare leggi ad personam per salvare un premier che ha molti problemi con la giustizia che non a quelle di tante famiglie che sono in seria difficoltà. Per risolvere problematiche interne i nostri governanti non si sono accorti che da mesi manca il Ministro per lo sviluppo economico, a conferma che non c’è una politica di sviluppo e di investimento.
La manovra finanziaria di fine luglio taglia formalmente le spese della politica, ma nella sostanza incide ancora una volta sulle famiglie alle quali saranno tagliati e ridotti i servizi che quindi dovranno essere pagati. Dello stesso tenore la legge regionale sulla razionalizzazione della spesa: tagli effimeri e di facciata alla classe politica, riduzione di qualche spesa, ma nessun intervento serio e forte per le famiglie, le aziende in crisi, i piccoli comuni che ormai sono sull’orlo del fallimento e dovranno far pagare alla gente qualsiasi servizio. Vivere nel Molise, tra qualche tempo, sarà un grande lusso.
La politica degli ultimi quindici anni ha contribuito a distruggere il tessuto sociale delle comunità che oggi sono divise e prive di ogni slancio ideale. ☺
riformista85@libero.it
La politica nazionale e regionale, anche in estate, ha offerto il meglio di sé in termini di confusione, prese in giro dei cittadini, faide e minacce. Senza alcuna dignità questa classe politica sta affondando l’Italia nella melma dei dossier e dei veleni mediatici; siamo alla politica degli stracci, tra risse e regolamenti di conti. La crisi che ha messo in ginocchio le famiglie, che stentano a vivere, non interessa questa dirigenza. Solo avversari da polverizzare con ogni mezzo, perché il potere assoluto non ammette dissenso. Terra bruciata per chi non è allineato.
Regola che impera anche in Regione dove la becera situazione nazionale sembra essersi trasferita, con l’aggravante che questa regione è pronta per il fallimento economico, amministrativo e sociale.
Altro che celebrazioni per l’Unità d’Italia: si sta organizzando il requiem dell’Italia con attacchi alle Istituzioni e alle regole fondamentali della democrazia. Una politica responsabile che miri al bene comune richiederebbe un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, ed una intesa di unità nazionale che restituisca ai cittadini almeno il diritto di eleggere i propri rappresentanti. Togliere il potere di scegliere i nostri rappresentanti dalle mani dei piccoli reucci di partito sarebbe un grande risultato di democrazia.
Correi di violazione alla Costituzione sono tutti i partiti di opposizione che potrebbero presentare proposte di legge in tal senso, ma non lo fanno perché fa comodo scegliere comparse e ossequienti servitori che devono tutto al capo per la loro elezione e per il posto al sole. Rigore morale e competenza dovrebbero essere alla base per la scelta dei rappresentanti politici a tutti i livelli.
Il paese è paralizzato ed assiste inerme al mercato delle vacche che ormai contraddistingue il nostro Parlamento. Ai parlamentari cooptati non interessa affatto il bene del Paese, ma il loro bene ed i loro interessi. La questione morale non li sfiora assolutamente, è cancellata. Preoccupa molto il fatto che anche altri campi, oltre a quello politico, sono ormai invasi da questioni che interessano la legalità, la legittimità e la dirittura morale. Siamo alla frutta se non c’è una svolta epocale che costruisca, dopo questi quindici anni di distruzione, pilastri per garantire correttezza e rispetto delle regole del gioco.
Disfattista, ha scritto Famiglia Cristiana lo scorso mese di agosto, non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto delle regole e delle istituzioni. Corriamo il rischio, ha affermato il cardinale Tettamanzi, dell’individua- lismo e dell’egoismo: atteggiamenti gravi e dannosi quando realizzati da coloro dai quali invece ci si attenderebbe un contributo decisivo alla costruzione del bene comune.
La lunga discussione in atto all’interno del centrodestra fa emergere i limiti di un sistema basato più sugli interessi e i piccoli affari dei singoli che non un impegno politico per la crescita del Paese.
Fino ad ora è stato dedicato molto più tempo alle necessità di approvare leggi ad personam per salvare un premier che ha molti problemi con la giustizia che non a quelle di tante famiglie che sono in seria difficoltà. Per risolvere problematiche interne i nostri governanti non si sono accorti che da mesi manca il Ministro per lo sviluppo economico, a conferma che non c’è una politica di sviluppo e di investimento.
La manovra finanziaria di fine luglio taglia formalmente le spese della politica, ma nella sostanza incide ancora una volta sulle famiglie alle quali saranno tagliati e ridotti i servizi che quindi dovranno essere pagati. Dello stesso tenore la legge regionale sulla razionalizzazione della spesa: tagli effimeri e di facciata alla classe politica, riduzione di qualche spesa, ma nessun intervento serio e forte per le famiglie, le aziende in crisi, i piccoli comuni che ormai sono sull’orlo del fallimento e dovranno far pagare alla gente qualsiasi servizio. Vivere nel Molise, tra qualche tempo, sarà un grande lusso.
La politica degli ultimi quindici anni ha contribuito a distruggere il tessuto sociale delle comunità che oggi sono divise e prive di ogni slancio ideale. ☺
La politica nazionale e regionale, anche in estate, ha offerto il meglio di sé in termini di confusione, prese in giro dei cittadini, faide e minacce. Senza alcuna dignità questa classe politica sta affondando l’Italia nella melma dei dossier e dei veleni mediatici; siamo alla politica degli stracci, tra risse e regolamenti di conti. La crisi che ha messo in ginocchio le famiglie, che stentano a vivere, non interessa questa dirigenza. Solo avversari da polverizzare con ogni mezzo, perché il potere assoluto non ammette dissenso. Terra bruciata per chi non è allineato.
Regola che impera anche in Regione dove la becera situazione nazionale sembra essersi trasferita, con l’aggravante che questa regione è pronta per il fallimento economico, amministrativo e sociale.
Altro che celebrazioni per l’Unità d’Italia: si sta organizzando il requiem dell’Italia con attacchi alle Istituzioni e alle regole fondamentali della democrazia. Una politica responsabile che miri al bene comune richiederebbe un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, ed una intesa di unità nazionale che restituisca ai cittadini almeno il diritto di eleggere i propri rappresentanti. Togliere il potere di scegliere i nostri rappresentanti dalle mani dei piccoli reucci di partito sarebbe un grande risultato di democrazia.
Correi di violazione alla Costituzione sono tutti i partiti di opposizione che potrebbero presentare proposte di legge in tal senso, ma non lo fanno perché fa comodo scegliere comparse e ossequienti servitori che devono tutto al capo per la loro elezione e per il posto al sole. Rigore morale e competenza dovrebbero essere alla base per la scelta dei rappresentanti politici a tutti i livelli.
Il paese è paralizzato ed assiste inerme al mercato delle vacche che ormai contraddistingue il nostro Parlamento. Ai parlamentari cooptati non interessa affatto il bene del Paese, ma il loro bene ed i loro interessi. La questione morale non li sfiora assolutamente, è cancellata. Preoccupa molto il fatto che anche altri campi, oltre a quello politico, sono ormai invasi da questioni che interessano la legalità, la legittimità e la dirittura morale. Siamo alla frutta se non c’è una svolta epocale che costruisca, dopo questi quindici anni di distruzione, pilastri per garantire correttezza e rispetto delle regole del gioco.
Disfattista, ha scritto Famiglia Cristiana lo scorso mese di agosto, non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto delle regole e delle istituzioni. Corriamo il rischio, ha affermato il cardinale Tettamanzi, dell’individua- lismo e dell’egoismo: atteggiamenti gravi e dannosi quando realizzati da coloro dai quali invece ci si attenderebbe un contributo decisivo alla costruzione del bene comune.
La lunga discussione in atto all’interno del centrodestra fa emergere i limiti di un sistema basato più sugli interessi e i piccoli affari dei singoli che non un impegno politico per la crescita del Paese.
Fino ad ora è stato dedicato molto più tempo alle necessità di approvare leggi ad personam per salvare un premier che ha molti problemi con la giustizia che non a quelle di tante famiglie che sono in seria difficoltà. Per risolvere problematiche interne i nostri governanti non si sono accorti che da mesi manca il Ministro per lo sviluppo economico, a conferma che non c’è una politica di sviluppo e di investimento.
La manovra finanziaria di fine luglio taglia formalmente le spese della politica, ma nella sostanza incide ancora una volta sulle famiglie alle quali saranno tagliati e ridotti i servizi che quindi dovranno essere pagati. Dello stesso tenore la legge regionale sulla razionalizzazione della spesa: tagli effimeri e di facciata alla classe politica, riduzione di qualche spesa, ma nessun intervento serio e forte per le famiglie, le aziende in crisi, i piccoli comuni che ormai sono sull’orlo del fallimento e dovranno far pagare alla gente qualsiasi servizio. Vivere nel Molise, tra qualche tempo, sarà un grande lusso.
La politica degli ultimi quindici anni ha contribuito a distruggere il tessuto sociale delle comunità che oggi sono divise e prive di ogni slancio ideale. ☺
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