Il monarca e la sanità
9 Settembre 2021
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Il monarca e la sanità

Tre anni di tira e molla, uno scaricabarile sulla pelle dei molisani ed ora, vien da dire finalmente, il presidente Toma è anche commissario alla sanità. Lo avevamo pronosticato in tempi non sospetti, ma non siamo dei veggenti. Era chiaro sin dal primo giorno del suo insediamento in via Genova: Toma avrebbe osteggiato qualunque iniziativa dei commissari per accentrare a sé tutti i poteri. E così è stato.

A nulla è servito vedere gli ospedali molisani nel caos, con i pochi medici in servizio messi a dura prova da doppi turni e ferie non godute. Neanche la pandemia è bastata a suggerire al Re Sole molisano un doveroso cambio di passo. Mentre il Molise restava l’unica regione senza un Centro Covid dedicato, mentre eravamo i soli a non garantire nuovi posti letto strutturali in terapia intensiva, Toma continuava la sua crociata contro i commissari. A poche ore dal suo insediamento, voilà: ecco che arrivano annunci di provvedimenti che attendevano il suo impegno.

Vogliamo tutti, a parole, uscire dal commissariamento. Per farlo, occorre innanzitutto colmare un deficit che si fa sempre più pesante, di anno in anno. Paradossalmente, come spesso accade in Italia, i soldi ci sarebbero, ma restano bloccati a Roma. Ci sarebbero infatti circa 30 milioni di cosiddette “premialità”, più 8 milioni di un fondo di solidarietà, più i soldi potenzialmente sbloccati dall’emendamento “salva Molise”. Le premialità, in soldoni, sono fondi vincolati – già destinati alla nostra sanità – che arrivano dal governo nazionale a patto che si raggiungano obiettivi stabiliti. Per riceverli, bisognerebbe fare qualche passo in avanti nel raggiungimento dei LEA (livelli essenziali di assistenza) e nella tenuta dei conti.

Quanto ai LEA, siamo tornati da un paio d’anni sotto le soglie critiche. Per la tenuta dei conti, ci sarebbero da rivedere i contratti con i privati accreditati, in proroga dal 2018, e tentare la via degli accordi di confine. Perché, per una regione come la nostra, anche anticipare le prestazioni che i campani ricevono nelle strutture private d’eccellenza – Neuromed e Gemelli su tutte – è un impegno difficile da mantenere. Un impegno di spesa che drena, necessariamente, risorse dalla sanità pubblica.

Ma per la tenuta dei conti sarebbe anche necessario – come ribadito più volte dalle opposizioni, dai commissari e dai ministeri – che la Regione garantisca il trasferimento delle risorse alla sanità molisana. Non sono parole mie o dell’opposizione, bensì della Ragioneria dello Stato: “La Regione Molise sta ritardando dal 2015 il trasferimento delle risorse che lo Stato ha già erogato alla Regione, destinate al sistema sanitario e che il bilancio regionale sarebbe obbligato a trasferire senza ritardi”. Guarda caso, questa procedura è stata annunciata dal Presidente solo dopo la sua nomina a commissario.

Il 5stelle Federico ha trattato per mesi, col Ministero della Salute e con Agenas, l’avallo di un emendamento “salva Molise”. In sostanza, si sarebbe permesso lo sblocco delle risorse destinate alla nostra martoriata sanità, anche in deroga al raggiungimento di quei famosi obiettivi. Chi vi si è opposto? Il partito del governatore, per mano della presidente del Senato Casellati.

Insomma, siamo alle solite: da un lato il presidente si propone come il salvatore della patria, dall’altro rema contro qualunque iniziativa portata avanti dagli avversari politici. Non sia mai che gli venga tolta visibilità! Intanto, come avevamo ampiamente previsto, anche i nuovi termini per la consegna dell’ala Covid presso l’ex hospice del Cardarelli sono scaduti. E del Centro Covid neanche l’ombra. Dopo essersi opposto sottobanco alla “soluzione Vietri”, ora Toma si accorge che i costi e i tempi per il rifacimento dell’hospice di Campobasso sono fuori da ogni grazia di Dio. Poco importa se i molisani sono gli unici in Italia ad aver affrontato un mostro come il Coronavirus a mani nude. L’importante è che, finalmente (sic!), il presidente sia diventato commissario, dopo tre anni di dura lotta in difesa di… se stesso. ☺

antoniocelio

 

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