immunità morale
6 Marzo 2010 Share

immunità morale

 

Mancano ormai pochi giorni alla data stabilita per lo svolgimento delle elezioni amministrative ed europee. Fiumi di parole, quintali di carta hanno caratterizzato una campagna elettorale fatta di miserrimi spot, senza anima e senza cuore.

È stata la campagna elettorale delle veline, dei divorzi, delle frasi senza senso, dei migranti ricacciati in mare, dei posti da riservare ai milanesi sui tram e sui mezzi pubblici. Tante cose squallide che testimoniamo la morte della politica. L’impegno politico, quello che abbiamo conosciuto dai Padri Costituenti, anche loro con tutti i limiti di ogni essere umano, non esiste più. È solo apparenza e ricerca esasperata di un consenso populista che distrugge la “polis”, che lede i legami di popolo, annienta le comunità.

Questi sono sicuramente i motivi che hanno ancor di più allontanato i giovani dalla politica, fatta eccezione per i “papi” che senza ritegno e con il consenso anche dei genitori si prestano a giochini e a cantare il karaoke con il padrone, umiliando prima di tutto se stessi, la dignità e l’intelligenza dell’essere umano.

Ha dovuto rompere gli indugi la signora Veronica Lario per squarciare il velo di omertà che avvolge il palazzo e il mondo politico governativo. Le donne, quelle umiliate dagli stupri e dalle allusioni di un uomo al potere che ha perso il controllo di se stesso, hanno riportato la riflessione sul tema dell’etica politica.

Abbiamo dovuto prendere atto che, oltre a leggi ormai di stampo quasi razziale, siamo di fronte ad un uomo che usa e manipola le persone intorno a lui, ha una idea ossessionante delle donne che servono al divertimento dell’imperatore in un ciarpame senza pudore in nome del potere.

Veronica Lario nella sua analisi e grido di allarme ha ridato dignità alla politica. Sembra che solo le donne, e meno male, abbiano capito che quest’ambigua, violenta atmosfera, frutto di “spettacolini” e “farfalline” con qualche palpatina di classe, educa la gente ad abituarsi ad ascoltare cose che, nel passato, sarebbe stata orripilante pensare e alle quali non sarebbe stata concessa pubblica espressione.

Nel passato, in quella Prima Repubblica che tante volte viene genericamente denigrata, il politico di rango era punto di riferimento ed esempio di vita; poneva al centro delle attività l’interesse della gente e della propria comunità, aveva valori forti verso la famiglia e gli altri. Era un pastore e non un pecoraio, amava il suo gregge e dava il meglio di sé per la sua terra, la sua Comunità.

Il richiamo della Chiesa sui valori etici è stato molto forte dinanzi a tanto fango e tanta miseria. Nessun politico, dopo essersi costruita l’immunità parlamentare, può chiedere l’immunità morale. A tutti viene chiesta coerenza. Dove non c’è i cittadini, ma in particolare i cattolici, devono saper orientare i loro voti. Per il rispetto della democrazia, ma soprattutto per il rispetto della dignità di ogni essere umano, dell’etica e della morale. ☺

mario@ialenti.it

 

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