Impegno per gli altri
4 Giugno 2020
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Impegno per gli altri

Marianna era una di quelle persone che raramente si ha la fortuna di conoscere. Quel tipo di persona che, fin dal primo incontro, quali che siano le circostanze, ti fa desiderare che, in qualche modo, rimanga a far parte della tua vita.
Ho conosciuto Marianna per motivi professionali. Poi, dopo anni, quando i nostri percorsi lavorativi si sono divisi, credo di poter dire che siamo diventate amiche.
Quando l’ho conosciuta, all’inizio della sua attività di avvocato, ho capito subito che, oltre all’evidente preparazione sotto il profilo giuridico, alla capacità di comprensione degli aspetti fondamentali delle questioni controverse ed alla naturale propensione ad esporre i propri argomenti in modo chiaro, puntuale ed efficace, c’era dell’altro. Sicuramente una passione non comune per il proprio lavoro, ma anche comprensione e partecipazione per le vicende umane che sempre si celano dietro i casi giudiziari, spesso particolarmente dolorose quando l’oggetto delle controversie attenga al diritto al lavoro o all’esercizio delle libertà sindacali. Ed era proprio attraverso la professione che Marianna esprimeva in modo particolare la sua personalità rendendo subito chiaro a chi la ascoltava quanto fosse convinta dei suoi argomenti, come l’interesse in gioco attenesse ai diritti fondamentali degli individui e come nulla fosse stato trascurato nello studio degli aspetti fattuali e tecnico-giuridici su cui si fondavano le sue tesi.
Quello che voglio dire è che gli aspetti caratterizzanti della troppo breve vita di Marianna sono stati impegno e responsabilità verso gli altri. E so per certo che “gli altri”, per Marianna, erano, oltre che, ovviamente, gli affetti più vicini, “la collettività”. Credeva nell’impegno sociale, Marianna, nell’idea che fosse un suo dovere quello di spendersi per il prossimo, ed in particolare per i lavoratori. E lei lo faceva con competenza, forza e convinzione.
La stessa forza che ha speso nella sua vita personale, che le ha consentito, tante volte, negli ultimi anni, di combattere e “rimettersi in piedi” (“combatto e devo rimettermi presto in piedi” è stata una delle ultime frasi che mi ha scritto) dopo le difficili prove che il destino le ha messo davanti.
Laura D’Arcangelo
giudice del lavoro presso il Tribunale di Larino fino al 2008. Ora giudice a Pescara.

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