Indice del numero 187 – Novembre 2021
Nel numero di Novembre
– annunciare è generare
di Rosalba Manes
– terremoto anno ventesimo (Lettera aperta a quanti vogliono terremotare la vecchia politica)
di Antonio Di Lalla
– la cruna e il cammello
di Michele Tartaglia
– casa dolce casa
di Dario Carlone
– scatto d’autore foto: “Casacalenda, scorcio”
di Guerino Trivisonno
– chi ci preferisce morte
di Patrizia Manzo
– fu vera vittoria?
di Famiano Crucianelli
– il governatore a sua insaputa
di Antonio Celio
– piccole italie
di Rossano Pazzagli
– accogliere i turisti. ma come?
di Giuseppe La Serra
– pittura: “L’albero della vita”
di Antonio Scardocchia
– unica certezza il ritardo
di Tina De Michele
– Larinesi eterni portaacqua?
di Redazione
– poesia sociale come proposta politica
di Marcella Stumpo
– grazie mamma
di Maurizio Corbo
– lascia stare
di Lucia Berrino
– grande confusione
di Christiane Barckhausen-Canale
– dei diversi canti
di Enzo Bacca
– la sovversiva mafalda
di Luciana Zingaro
– congratulazioni (la redazione si congratula con Filomena Giannotti)
di Redazione
– il tempo e la verità
di Gaetano Jacobucci
– tela: “astratto”
– valutare gli insegnanti?
di Gabriella de Lisio
– il giardino del sole
di Enzo Bacca
– il sistema finanziario
di Antonio De Lellis
– perdita di valore/i
di Marco Branca
– il fratello universale
di Franco Novelli
– artigiano delle idee
di Pasquale Di Lena
– foto: “Bagnoregio”
di Antonietta Parente
– la terra dei cachi
di WWF Italia
– urge il guardiano del fiume
di Angelo Sanzò
– foto: “Fiumicino 30/12/2020”)
di Silvio Mencarelli
– vino e leggende
di Cantine D’uva
– vite del canada e vite americana
di Gildo Giannotti
– al confine della ragione
di Franco Pollutri
– religioni e fraternità
di Silvio Malic
– dietro i muri
di Filomena Giannotti
– 19 anni dopo
di Domenico D’Adamo
editoriale
terremoto anno ventesimo (Lettera aperta a quanti vogliono terremotare la vecchia politica)
– di Antonio Di Lalla a pag.3
Dopo 19 anni da quel fatidico 31 ottobre 2002 quando alle 11,32 il terremoto ha mutato il volto dei nostri comuni, ma soprattutto le coscienze delle persone, sembra ormai che un velo pietoso sia stato steso definitivamente sull’evento e le sue conseguenze.