I fatti di Parigi, se ve ne fosse stato bisogno, sono la testimonianza della profondità e qualità nuova della crisi che attraversa l’Europa e più in generale l’Occidente.
Parigi 1789: la grande rivoluzione che cambiò la storia di questi ultimi secoli, l’avvento della borghesia e una nuova egemonia nel mondo sotto le bandiere della libertà, dell’eguaglianza e della fratellanza. Sappiamo che rapidamente i contenuti di quella straordinaria affermazione ben presto persero la loro natura rivoluzionaria, nondimeno si aprì una nuova epoca segnata dai valori della Democrazia e della Libertà.
Parigi 2015: i sanguinosi atti terroristici nella redazione della rivista Charlie Hebdo e nel negozio ebraico stanno ad indicare il declino di una cultura, di valori che nel bene e nel male hanno segnato la storia di questi due ultimi secoli. Eppure proprio in Francia qualcosa si è mosso. Prima di aprire una finestrella sulla speranza, è bene ragionare sulle ragioni di questo sconquasso che ha cambiato il mondo.
a) La crisi è profonda e investe ormai tutto l’alfabeto logico-culturale di questa nostra epoca, fino ad arrivare a sfiorare la nostra stessa antropologia. Si sono consumati paradigmi come la religione; è ammirevole la fatica di papa Francesco, ma riaccreditare nella coscienza di centinaia e centinaia di milioni di uomini e donne il valore della religione è come svuotare il mare con un cucchiaino. La famiglia, che è stata la cellula sociale per eccellenza, oggi appare un guscio vuoto, un’istituzione decrepita. I divorzi e le separazioni superano gli stessi matrimoni, e là dove la famiglia resiste, più che un progetto per il futuro, si presenta come il minimo comune denominatore del presente. La stessa ideologia del lavoro, che è stata il baricentro fondamentale del capitalismo e che ha dato senso forte alla presenza dell’individuo nella società, ha perso la sua nobiltà, dignità e retorica per ridursi alla cultura del giorno per giorno, alla logica della sopravvivenza quotidiana.
b) La crisi ha scosso alle fondamenta la stessa architettura economica del mondo. La globalizzazione ha riportato il pendolo dello sviluppo ad oriente e ciò ha significato un grande movimento di risorse finanziarie, di potere economico e di ricchezza da Ovest a Est. Oggi siamo di fronte alla possibilità reale che la Cina diventi la prima economia nel mondo e, comunque, il mondo non può più prescindere da quello che viene deciso e da ciò che accade in questo angolo del pianeta. Chi pensa che per tornare a ieri basta fare un po’ di nuovo keynesismo a casa nostra o è in malafede o è uno stupido. Si è aperta una nuova epoca storica nella struttura del mondo. Altro che bolla immobiliare o bolla finanziaria!
c) Infine, ed è questione centrale: causa e effetto di questo sommovimento profondo è il declino dei valori della democrazia e della libertà. Il comportamento delle classi dirigenti occidentali nel corso di questi lunghi decenni ha contribuito in modo decisivo a compromettere le speranze di un futuro migliore per tutti. Sempre più la democrazia e la libertà si sono confuse con lo spirito rapace, con la violenza delle grandi potenze nel mondo e con quel feticismo delle merci che è penetrato in tutti gli spazi della società sino a colonizzare i desideri e il pensiero delle persone. Questa è la parabola di quei princìpi dell’Occidente che hanno segnato un’intera epoca storica.
Se tale è lo stato della situazione presente, dobbiamo per questo considerare chiusa la partita? Dobbiamo rassegnarci ad un declino inesorabile? Non credo, e, ancora una volta, proprio a Parigi, è accaduto qualcosa d’importante.
– I due milioni di cittadini francesi ed europei che hanno manifestato nelle strade di Parigi sono un grande patrimonio culturale e politico. Sono la testimonianza reale che un’altra Europa è possibile e che nella coscienza di milioni di europei è ancora presente il meglio della nostra storia e della nostra cultura.
– Il fatto che il presidente Hollande nel corso di poche ore si sia trasformato da brutto anatroccolo a cigno è la testimonianza di come fatti e grandi eventi storici possono mutare la natura di uomini e classi dirigenti. Fu così per il presidente Roosvelt. È stato così per il presidente francese. Dalla miseria della politica che ha ipotecato i nostri tempi si può uscire, una nuova stagione della Politica è possibile.
– Infine, nella società italiana ed europea vi è una rete di esperienze che praticano un’altra idea di democrazia, di economia e di comunità. È un patrimonio che, se fosse raccolto e diventasse un consapevole progetto politico e istituzionale, potrebbe divenire uno straordinario principio attivo per ridare senso e consistenza ad un nuovo progetto di società e ad un rinnovamento profondo della Politica.
P.S. Non ho fatto cenno alla barbarie del terrorismo islamico non per insensibilità, anzi considero eroici i curdi che si battono contro il califfato, complici i turchi del fondamentalismo dell’ISIS e vili le potenze occidentali. Dopo le lacrime è bene, senza cortine fumogene, dirsi come stanno le cose.☺
I fatti di Parigi, se ve ne fosse stato bisogno, sono la testimonianza della profondità e qualità nuova della crisi che attraversa l’Europa e più in generale l’Occidente.
Parigi 1789: la grande rivoluzione che cambiò la storia di questi ultimi secoli, l’avvento della borghesia e una nuova egemonia nel mondo sotto le bandiere della libertà, dell’eguaglianza e della fratellanza. Sappiamo che rapidamente i contenuti di quella straordinaria affermazione ben presto persero la loro natura rivoluzionaria, nondimeno si aprì una nuova epoca segnata dai valori della Democrazia e della Libertà.
Parigi 2015: i sanguinosi atti terroristici nella redazione della rivista Charlie Hebdo e nel negozio ebraico stanno ad indicare il declino di una cultura, di valori che nel bene e nel male hanno segnato la storia di questi due ultimi secoli. Eppure proprio in Francia qualcosa si è mosso. Prima di aprire una finestrella sulla speranza, è bene ragionare sulle ragioni di questo sconquasso che ha cambiato il mondo.
a) La crisi è profonda e investe ormai tutto l’alfabeto logico-culturale di questa nostra epoca, fino ad arrivare a sfiorare la nostra stessa antropologia. Si sono consumati paradigmi come la religione; è ammirevole la fatica di papa Francesco, ma riaccreditare nella coscienza di centinaia e centinaia di milioni di uomini e donne il valore della religione è come svuotare il mare con un cucchiaino. La famiglia, che è stata la cellula sociale per eccellenza, oggi appare un guscio vuoto, un’istituzione decrepita. I divorzi e le separazioni superano gli stessi matrimoni, e là dove la famiglia resiste, più che un progetto per il futuro, si presenta come il minimo comune denominatore del presente. La stessa ideologia del lavoro, che è stata il baricentro fondamentale del capitalismo e che ha dato senso forte alla presenza dell’individuo nella società, ha perso la sua nobiltà, dignità e retorica per ridursi alla cultura del giorno per giorno, alla logica della sopravvivenza quotidiana.
b) La crisi ha scosso alle fondamenta la stessa architettura economica del mondo. La globalizzazione ha riportato il pendolo dello sviluppo ad oriente e ciò ha significato un grande movimento di risorse finanziarie, di potere economico e di ricchezza da Ovest a Est. Oggi siamo di fronte alla possibilità reale che la Cina diventi la prima economia nel mondo e, comunque, il mondo non può più prescindere da quello che viene deciso e da ciò che accade in questo angolo del pianeta. Chi pensa che per tornare a ieri basta fare un po’ di nuovo keynesismo a casa nostra o è in malafede o è uno stupido. Si è aperta una nuova epoca storica nella struttura del mondo. Altro che bolla immobiliare o bolla finanziaria!
c) Infine, ed è questione centrale: causa e effetto di questo sommovimento profondo è il declino dei valori della democrazia e della libertà. Il comportamento delle classi dirigenti occidentali nel corso di questi lunghi decenni ha contribuito in modo decisivo a compromettere le speranze di un futuro migliore per tutti. Sempre più la democrazia e la libertà si sono confuse con lo spirito rapace, con la violenza delle grandi potenze nel mondo e con quel feticismo delle merci che è penetrato in tutti gli spazi della società sino a colonizzare i desideri e il pensiero delle persone. Questa è la parabola di quei princìpi dell’Occidente che hanno segnato un’intera epoca storica.
Se tale è lo stato della situazione presente, dobbiamo per questo considerare chiusa la partita? Dobbiamo rassegnarci ad un declino inesorabile? Non credo, e, ancora una volta, proprio a Parigi, è accaduto qualcosa d’importante.
– I due milioni di cittadini francesi ed europei che hanno manifestato nelle strade di Parigi sono un grande patrimonio culturale e politico. Sono la testimonianza reale che un’altra Europa è possibile e che nella coscienza di milioni di europei è ancora presente il meglio della nostra storia e della nostra cultura.
– Il fatto che il presidente Hollande nel corso di poche ore si sia trasformato da brutto anatroccolo a cigno è la testimonianza di come fatti e grandi eventi storici possono mutare la natura di uomini e classi dirigenti. Fu così per il presidente Roosvelt. È stato così per il presidente francese. Dalla miseria della politica che ha ipotecato i nostri tempi si può uscire, una nuova stagione della Politica è possibile.
– Infine, nella società italiana ed europea vi è una rete di esperienze che praticano un’altra idea di democrazia, di economia e di comunità. È un patrimonio che, se fosse raccolto e diventasse un consapevole progetto politico e istituzionale, potrebbe divenire uno straordinario principio attivo per ridare senso e consistenza ad un nuovo progetto di società e ad un rinnovamento profondo della Politica.
P.S. Non ho fatto cenno alla barbarie del terrorismo islamico non per insensibilità, anzi considero eroici i curdi che si battono contro il califfato, complici i turchi del fondamentalismo dell’ISIS e vili le potenze occidentali. Dopo le lacrime è bene, senza cortine fumogene, dirsi come stanno le cose.☺
I fatti di Parigi, se ve ne fosse stato bisogno, sono la testimonianza della profondità e qualità nuova della crisi che attraversa l’Europa e più in generale l’Occidente.
I fatti di Parigi, se ve ne fosse stato bisogno, sono la testimonianza della profondità e qualità nuova della crisi che attraversa l’Europa e più in generale l’Occidente.
Parigi 1789: la grande rivoluzione che cambiò la storia di questi ultimi secoli, l’avvento della borghesia e una nuova egemonia nel mondo sotto le bandiere della libertà, dell’eguaglianza e della fratellanza. Sappiamo che rapidamente i contenuti di quella straordinaria affermazione ben presto persero la loro natura rivoluzionaria, nondimeno si aprì una nuova epoca segnata dai valori della Democrazia e della Libertà.
Parigi 2015: i sanguinosi atti terroristici nella redazione della rivista Charlie Hebdo e nel negozio ebraico stanno ad indicare il declino di una cultura, di valori che nel bene e nel male hanno segnato la storia di questi due ultimi secoli. Eppure proprio in Francia qualcosa si è mosso. Prima di aprire una finestrella sulla speranza, è bene ragionare sulle ragioni di questo sconquasso che ha cambiato il mondo.
a) La crisi è profonda e investe ormai tutto l’alfabeto logico-culturale di questa nostra epoca, fino ad arrivare a sfiorare la nostra stessa antropologia. Si sono consumati paradigmi come la religione; è ammirevole la fatica di papa Francesco, ma riaccreditare nella coscienza di centinaia e centinaia di milioni di uomini e donne il valore della religione è come svuotare il mare con un cucchiaino. La famiglia, che è stata la cellula sociale per eccellenza, oggi appare un guscio vuoto, un’istituzione decrepita. I divorzi e le separazioni superano gli stessi matrimoni, e là dove la famiglia resiste, più che un progetto per il futuro, si presenta come il minimo comune denominatore del presente. La stessa ideologia del lavoro, che è stata il baricentro fondamentale del capitalismo e che ha dato senso forte alla presenza dell’individuo nella società, ha perso la sua nobiltà, dignità e retorica per ridursi alla cultura del giorno per giorno, alla logica della sopravvivenza quotidiana.
b) La crisi ha scosso alle fondamenta la stessa architettura economica del mondo. La globalizzazione ha riportato il pendolo dello sviluppo ad oriente e ciò ha significato un grande movimento di risorse finanziarie, di potere economico e di ricchezza da Ovest a Est. Oggi siamo di fronte alla possibilità reale che la Cina diventi la prima economia nel mondo e, comunque, il mondo non può più prescindere da quello che viene deciso e da ciò che accade in questo angolo del pianeta. Chi pensa che per tornare a ieri basta fare un po’ di nuovo keynesismo a casa nostra o è in malafede o è uno stupido. Si è aperta una nuova epoca storica nella struttura del mondo. Altro che bolla immobiliare o bolla finanziaria!
c) Infine, ed è questione centrale: causa e effetto di questo sommovimento profondo è il declino dei valori della democrazia e della libertà. Il comportamento delle classi dirigenti occidentali nel corso di questi lunghi decenni ha contribuito in modo decisivo a compromettere le speranze di un futuro migliore per tutti. Sempre più la democrazia e la libertà si sono confuse con lo spirito rapace, con la violenza delle grandi potenze nel mondo e con quel feticismo delle merci che è penetrato in tutti gli spazi della società sino a colonizzare i desideri e il pensiero delle persone. Questa è la parabola di quei princìpi dell’Occidente che hanno segnato un’intera epoca storica.
Se tale è lo stato della situazione presente, dobbiamo per questo considerare chiusa la partita? Dobbiamo rassegnarci ad un declino inesorabile? Non credo, e, ancora una volta, proprio a Parigi, è accaduto qualcosa d’importante.
– I due milioni di cittadini francesi ed europei che hanno manifestato nelle strade di Parigi sono un grande patrimonio culturale e politico. Sono la testimonianza reale che un’altra Europa è possibile e che nella coscienza di milioni di europei è ancora presente il meglio della nostra storia e della nostra cultura.
– Il fatto che il presidente Hollande nel corso di poche ore si sia trasformato da brutto anatroccolo a cigno è la testimonianza di come fatti e grandi eventi storici possono mutare la natura di uomini e classi dirigenti. Fu così per il presidente Roosvelt. È stato così per il presidente francese. Dalla miseria della politica che ha ipotecato i nostri tempi si può uscire, una nuova stagione della Politica è possibile.
– Infine, nella società italiana ed europea vi è una rete di esperienze che praticano un’altra idea di democrazia, di economia e di comunità. È un patrimonio che, se fosse raccolto e diventasse un consapevole progetto politico e istituzionale, potrebbe divenire uno straordinario principio attivo per ridare senso e consistenza ad un nuovo progetto di società e ad un rinnovamento profondo della Politica.
P.S. Non ho fatto cenno alla barbarie del terrorismo islamico non per insensibilità, anzi considero eroici i curdi che si battono contro il califfato, complici i turchi del fondamentalismo dell’ISIS e vili le potenze occidentali. Dopo le lacrime è bene, senza cortine fumogene, dirsi come stanno le cose.☺
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