È nata a Napoli nel 1970. Fa di mestiere la giornalista, si chiama Wanda Marra e le dobbiamo dire grazie, perché a differenza di tante/i sue/suoi colleghe/i, ci sa raccontare, con serrata e inoppugnabile documentazione cosa accade “dietro le quinte” della politica. Senza gossip e senza confidenze prezzolate.
Non a caso viene in mente di dire “dietro le quinte” perché la versione renziana della politica, in questi ultimi anni, ha fatto saltare in aria la linea di confine che separava la politica dallo spettacolo illusionistico. Eccolo il “twittaro” di Rignano sull’Arno che pone alla direzione del Pd il 7 giugno 2015 la domanda epocale, per lui l’essenza del suo mestiere: “Compagni e amici, sulla comunicazione come siamo messi? Come prepariamo le comparsate tv?”. In questo passaggio c’è la sintesi del renzismo (per carità, renzismi ce ne sono dappertutto nel mondo, non creda di avere inventato qualcosa il nostro Matteo), cioè l’ossessionante e ossessiva arte/artificio di costruire consenso intorno a un leader. E il leader è “venduto” come un prodotto.
Alla definizione e al lancio mediatico del prodotto concorrono molti saperi e molti sofisticati specialisti dell’illusione: il pubblicitario, lo spin doctor (lo spin nel tennis è il colpo ad effetto e infatti costui è quello che lavora a creare effetti speciali intorno ai politici affamati di consenso costi quel che costi), l’esperto di comunicazione, lo psicologo, lo sceneggiatore, lo stilista, e via via fino alle tecniche di fotografia, al marketing, a quella brutta parola alla moda che è la storytelling (il dizionario Treccani la spiega come affabulazione, cioè, detto terra terra “farti vedere la luna nel pozzo”). Ecco, di tutto questo è fatto l’uomo politico Renzi. Il trionfo dell’apparire, del sembrare, dello stupire, dell’emozionare sull’essere, sulla realtà, sulla durezza dei fatti. Nei lontani anni del liceo ci dicevano che quella del barocco era l’arte del suscitare meraviglia (“è del poeta il fin la meraviglia/ chi non sa far stupir vada alla striglia”, cantava Giambattista Marino). Che grande seicentista sarebbe stato il “twittaro” toscano.
Ora tutto ciò non va però affrontato con ingenuo moralismo. È difficile rimpiangere le antiche tribune politiche in bianco e nero con politici e giornalisti rigidi e noiosissimi (sebbene spesso portatori di idee sode e visioni autentiche). La politica è immersa, come tutto, nella storia e nella storia si evolve. E qui occorre mettere un punto fermo.
Puoi anche fare il venditore di tappeti per vincere le elezioni, ma il tappeto che vendi non deve sfilacciarsi alla prima verifica dell’aspirapolvere. Sennò vendi fumo non tappeti. Cosa ha venduto e vuole vendere questa politica-show del renzismo? Wanda Marra, alla fine se lo chiede e lascia, con candida malizia, il punto interrogativo sul quesito decisivo: la politica è la massa di ghiaccio sotto il pelo d’acqua da cui svetta la punta dell’iceberg o è forse solo la punta dell’iceberg?
Senza dire che questo show è dominato dal terrore che “lo spettacolo si fermi”, che s’incrini la fiducia, che il capo venga ritratto magari “scalzo e in mutande per i corridoi di palazzo Chigi”. E per tenere comunque in piedi la commedia è perciò estremamente utile l’addomesticamento dei giornali e delle tv e la complicità di quella parte dell’elettorato e del ceto politico che è naturalmente incline a sostituire le idee e i valori con gli interessi e gli affari. Ergo: una certa area grigia che se ne impipa di destra e sinistra è il migliore coro di consenso per un leader plastificato e portato in braccio da “quelli che contano”.
Un piccolo esempio, tanto per ingolosire i futuri lettori. “Il 21 settembre 2015 alla direzione del Pd [Renzi afferma]: “Imu e Tasi non sono priorità, tanto è vero che ho cominciato con gli 80 euro. Ma oggi sono percepite come “la tassa”. Per questo Imu e Tasi devono andare via, per tutti, per sempre”. Una volée, un coup de theatre. Come il maestro di Arcore che assestò a Prodi nell’ultimo minuto del confronto televisivo il ko (kappaò): e io abolirò l’Ici. Insomma il nostro uomo ogni mattina legge il copione preparato per lui. Noi non lo sappiamo. Ora, forse, cominciamo a saperlo.
Il libro è edito da Marsilio, costa 15 euro e conta 138 succose pagine. ☺
È nata a Napoli nel 1970. Fa di mestiere la giornalista, si chiama Wanda Marra e le dobbiamo dire grazie, perché a differenza di tante/i sue/suoi colleghe/i, ci sa raccontare, con serrata e inoppugnabile documentazione cosa accade “dietro le quinte” della politica. Senza gossip e senza confidenze prezzolate.
Non a caso viene in mente di dire “dietro le quinte” perché la versione renziana della politica, in questi ultimi anni, ha fatto saltare in aria la linea di confine che separava la politica dallo spettacolo illusionistico. Eccolo il “twittaro” di Rignano sull’Arno che pone alla direzione del Pd il 7 giugno 2015 la domanda epocale, per lui l’essenza del suo mestiere: “Compagni e amici, sulla comunicazione come siamo messi? Come prepariamo le comparsate tv?”. In questo passaggio c’è la sintesi del renzismo (per carità, renzismi ce ne sono dappertutto nel mondo, non creda di avere inventato qualcosa il nostro Matteo), cioè l’ossessionante e ossessiva arte/artificio di costruire consenso intorno a un leader. E il leader è “venduto” come un prodotto.
Alla definizione e al lancio mediatico del prodotto concorrono molti saperi e molti sofisticati specialisti dell’illusione: il pubblicitario, lo spin doctor (lo spin nel tennis è il colpo ad effetto e infatti costui è quello che lavora a creare effetti speciali intorno ai politici affamati di consenso costi quel che costi), l’esperto di comunicazione, lo psicologo, lo sceneggiatore, lo stilista, e via via fino alle tecniche di fotografia, al marketing, a quella brutta parola alla moda che è la storytelling (il dizionario Treccani la spiega come affabulazione, cioè, detto terra terra “farti vedere la luna nel pozzo”). Ecco, di tutto questo è fatto l’uomo politico Renzi. Il trionfo dell’apparire, del sembrare, dello stupire, dell’emozionare sull’essere, sulla realtà, sulla durezza dei fatti. Nei lontani anni del liceo ci dicevano che quella del barocco era l’arte del suscitare meraviglia (“è del poeta il fin la meraviglia/ chi non sa far stupir vada alla striglia”, cantava Giambattista Marino). Che grande seicentista sarebbe stato il “twittaro” toscano.
Ora tutto ciò non va però affrontato con ingenuo moralismo. È difficile rimpiangere le antiche tribune politiche in bianco e nero con politici e giornalisti rigidi e noiosissimi (sebbene spesso portatori di idee sode e visioni autentiche). La politica è immersa, come tutto, nella storia e nella storia si evolve. E qui occorre mettere un punto fermo.
Puoi anche fare il venditore di tappeti per vincere le elezioni, ma il tappeto che vendi non deve sfilacciarsi alla prima verifica dell’aspirapolvere. Sennò vendi fumo non tappeti. Cosa ha venduto e vuole vendere questa politica-show del renzismo? Wanda Marra, alla fine se lo chiede e lascia, con candida malizia, il punto interrogativo sul quesito decisivo: la politica è la massa di ghiaccio sotto il pelo d’acqua da cui svetta la punta dell’iceberg o è forse solo la punta dell’iceberg?
Senza dire che questo show è dominato dal terrore che “lo spettacolo si fermi”, che s’incrini la fiducia, che il capo venga ritratto magari “scalzo e in mutande per i corridoi di palazzo Chigi”. E per tenere comunque in piedi la commedia è perciò estremamente utile l’addomesticamento dei giornali e delle tv e la complicità di quella parte dell’elettorato e del ceto politico che è naturalmente incline a sostituire le idee e i valori con gli interessi e gli affari. Ergo: una certa area grigia che se ne impipa di destra e sinistra è il migliore coro di consenso per un leader plastificato e portato in braccio da “quelli che contano”.
Un piccolo esempio, tanto per ingolosire i futuri lettori. “Il 21 settembre 2015 alla direzione del Pd [Renzi afferma]: “Imu e Tasi non sono priorità, tanto è vero che ho cominciato con gli 80 euro. Ma oggi sono percepite come “la tassa”. Per questo Imu e Tasi devono andare via, per tutti, per sempre”. Una volée, un coup de theatre. Come il maestro di Arcore che assestò a Prodi nell’ultimo minuto del confronto televisivo il ko (kappaò): e io abolirò l’Ici. Insomma il nostro uomo ogni mattina legge il copione preparato per lui. Noi non lo sappiamo. Ora, forse, cominciamo a saperlo.
Il libro è edito da Marsilio, costa 15 euro e conta 138 succose pagine. ☺
"Puoi anche fare il venditore di tappeti per vincere le elezioni, ma il tappeto che vendi non deve sfilacciarsi alla prima verifica dell’aspirapolvere. Sennò vendi fumo non tappeti. Cosa ha venduto e vuole vendere questa politica-show del renzismo?"
È nata a Napoli nel 1970. Fa di mestiere la giornalista, si chiama Wanda Marra e le dobbiamo dire grazie, perché a differenza di tante/i sue/suoi colleghe/i, ci sa raccontare, con serrata e inoppugnabile documentazione cosa accade “dietro le quinte” della politica. Senza gossip e senza confidenze prezzolate.
Non a caso viene in mente di dire “dietro le quinte” perché la versione renziana della politica, in questi ultimi anni, ha fatto saltare in aria la linea di confine che separava la politica dallo spettacolo illusionistico. Eccolo il “twittaro” di Rignano sull’Arno che pone alla direzione del Pd il 7 giugno 2015 la domanda epocale, per lui l’essenza del suo mestiere: “Compagni e amici, sulla comunicazione come siamo messi? Come prepariamo le comparsate tv?”. In questo passaggio c’è la sintesi del renzismo (per carità, renzismi ce ne sono dappertutto nel mondo, non creda di avere inventato qualcosa il nostro Matteo), cioè l’ossessionante e ossessiva arte/artificio di costruire consenso intorno a un leader. E il leader è “venduto” come un prodotto.
Alla definizione e al lancio mediatico del prodotto concorrono molti saperi e molti sofisticati specialisti dell’illusione: il pubblicitario, lo spin doctor (lo spin nel tennis è il colpo ad effetto e infatti costui è quello che lavora a creare effetti speciali intorno ai politici affamati di consenso costi quel che costi), l’esperto di comunicazione, lo psicologo, lo sceneggiatore, lo stilista, e via via fino alle tecniche di fotografia, al marketing, a quella brutta parola alla moda che è la storytelling (il dizionario Treccani la spiega come affabulazione, cioè, detto terra terra “farti vedere la luna nel pozzo”). Ecco, di tutto questo è fatto l’uomo politico Renzi. Il trionfo dell’apparire, del sembrare, dello stupire, dell’emozionare sull’essere, sulla realtà, sulla durezza dei fatti. Nei lontani anni del liceo ci dicevano che quella del barocco era l’arte del suscitare meraviglia (“è del poeta il fin la meraviglia/ chi non sa far stupir vada alla striglia”, cantava Giambattista Marino). Che grande seicentista sarebbe stato il “twittaro” toscano.
Ora tutto ciò non va però affrontato con ingenuo moralismo. È difficile rimpiangere le antiche tribune politiche in bianco e nero con politici e giornalisti rigidi e noiosissimi (sebbene spesso portatori di idee sode e visioni autentiche). La politica è immersa, come tutto, nella storia e nella storia si evolve. E qui occorre mettere un punto fermo.
Puoi anche fare il venditore di tappeti per vincere le elezioni, ma il tappeto che vendi non deve sfilacciarsi alla prima verifica dell’aspirapolvere. Sennò vendi fumo non tappeti. Cosa ha venduto e vuole vendere questa politica-show del renzismo? Wanda Marra, alla fine se lo chiede e lascia, con candida malizia, il punto interrogativo sul quesito decisivo: la politica è la massa di ghiaccio sotto il pelo d’acqua da cui svetta la punta dell’iceberg o è forse solo la punta dell’iceberg?
Senza dire che questo show è dominato dal terrore che “lo spettacolo si fermi”, che s’incrini la fiducia, che il capo venga ritratto magari “scalzo e in mutande per i corridoi di palazzo Chigi”. E per tenere comunque in piedi la commedia è perciò estremamente utile l’addomesticamento dei giornali e delle tv e la complicità di quella parte dell’elettorato e del ceto politico che è naturalmente incline a sostituire le idee e i valori con gli interessi e gli affari. Ergo: una certa area grigia che se ne impipa di destra e sinistra è il migliore coro di consenso per un leader plastificato e portato in braccio da “quelli che contano”.
Un piccolo esempio, tanto per ingolosire i futuri lettori. “Il 21 settembre 2015 alla direzione del Pd [Renzi afferma]: “Imu e Tasi non sono priorità, tanto è vero che ho cominciato con gli 80 euro. Ma oggi sono percepite come “la tassa”. Per questo Imu e Tasi devono andare via, per tutti, per sempre”. Una volée, un coup de theatre. Come il maestro di Arcore che assestò a Prodi nell’ultimo minuto del confronto televisivo il ko (kappaò): e io abolirò l’Ici. Insomma il nostro uomo ogni mattina legge il copione preparato per lui. Noi non lo sappiamo. Ora, forse, cominciamo a saperlo.
Il libro è edito da Marsilio, costa 15 euro e conta 138 succose pagine. ☺
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