In Molise le persone non autosufficienti, in quanto colpite da patologie invalidanti, vivono una condizione di diffusa sofferenza. Nel contempo il Programma Regionale previsto per gli anni 2009-2010 lascia insoluti diversi ed articolati problemi.
Si pone soprattutto l’urgenza di avviare un percorso volto a favorire una nuova logica di progettazione, gestione e programmazione. Una necessità dinanzi alla quale va costruito un percorso che garantisca l’elaborazione di una specifica legge regionale per l’Istituzione del Fondo per la non autosufficienza. Va inoltre garantita l’attiva- zione di un Osservatorio Regionale onde conoscere in modo dettagliato: il numero dei cittadini che attualmente ricevono i servizi di cura; le diverse patologie rilevate ed articolate per Distretto; la tipologia degli interventi posti in atto; l’attuale situazione regionale in termini di strutture pubbliche e private, accreditate e destinate a garantire il servizio per le diverse patologie connesse alla non autosufficienza. Ulteriori limiti vanno individuati nell’indeterminatezza dell’importo previsto dal piano: il sostegno economico di 400 euro, inteso come tetto massimo, tende a vanificare la qualità dell’intervento, in quanto determinerebbe l’attribuzione di risorse non consone rispetto ai compiti di assistenza assegnate alle famiglie. Non va altresì trascurato che l’assistenza, sviluppata all’interno del nucleo familiare, consentirebbe consistenti risparmi al Sistema Sanitario Regionale, rispetto al rischio di veder aumentare le dinamiche correlate all’ospedalizzazione. Nel contempo si riscontrano limiti di accesso nei requisiti richiesti: in particolare il provvedimento tiene in considerazione la situazione reddituale e patrimoniale familiare corrispondente ad un valore ISEE non superiore a 15.000 euro; al contrario si dovrebbe tenere in considerazione la sola condizione economica del beneficiario della prestazione.
La scarsità delle risorse ha nei fatti limitato l’accesso ad un beneficio che doveva essere rapportato solo alla condizione del singolo cittadino: nei fatti questo non è accaduto neppure per le persone allettate ed affette da patologie totalmente invalidanti (Sclerosi Laterale Amiotrofica, Distrofia Muscolare, Sclerosi Multipla, Soggetti in stato vegetativo, etc.). Anche per questa particolare tipologia di utenza è stata richiesta la certificazione ISEE del nucleo familiare al fine di stabilire un elenco in ordine decrescente di priorità rispetto al minore valore ISEE, onde assicurare prioritariamente il beneficio agli aventi diritto che versino in condizioni economiche di maggiore fragilità. Una logica che tende a fondere il principio di equità con l’esigenze di bilancio: un equilibrio che ancora una volta penalizza i più deboli e le persone che dovremmo maggiormente riuscire a proteggere. Troppi uomini e donne attendono da anni risposte adeguate ai propri bisogni. Se le risorse economiche non sono sufficienti si combattano gli sprechi, si riducano i costi della politica, si contrasti efficacemente l’evasione fiscale, ma non si continui a chiedere sacrifici a chi ha già pagato un prezzo eccessivamente alto nel corso della propria vita. ☺
a.miccoli@cgilmolise.it
In Molise le persone non autosufficienti, in quanto colpite da patologie invalidanti, vivono una condizione di diffusa sofferenza. Nel contempo il Programma Regionale previsto per gli anni 2009-2010 lascia insoluti diversi ed articolati problemi.
Si pone soprattutto l’urgenza di avviare un percorso volto a favorire una nuova logica di progettazione, gestione e programmazione. Una necessità dinanzi alla quale va costruito un percorso che garantisca l’elaborazione di una specifica legge regionale per l’Istituzione del Fondo per la non autosufficienza. Va inoltre garantita l’attiva- zione di un Osservatorio Regionale onde conoscere in modo dettagliato: il numero dei cittadini che attualmente ricevono i servizi di cura; le diverse patologie rilevate ed articolate per Distretto; la tipologia degli interventi posti in atto; l’attuale situazione regionale in termini di strutture pubbliche e private, accreditate e destinate a garantire il servizio per le diverse patologie connesse alla non autosufficienza. Ulteriori limiti vanno individuati nell’indeterminatezza dell’importo previsto dal piano: il sostegno economico di 400 euro, inteso come tetto massimo, tende a vanificare la qualità dell’intervento, in quanto determinerebbe l’attribuzione di risorse non consone rispetto ai compiti di assistenza assegnate alle famiglie. Non va altresì trascurato che l’assistenza, sviluppata all’interno del nucleo familiare, consentirebbe consistenti risparmi al Sistema Sanitario Regionale, rispetto al rischio di veder aumentare le dinamiche correlate all’ospedalizzazione. Nel contempo si riscontrano limiti di accesso nei requisiti richiesti: in particolare il provvedimento tiene in considerazione la situazione reddituale e patrimoniale familiare corrispondente ad un valore ISEE non superiore a 15.000 euro; al contrario si dovrebbe tenere in considerazione la sola condizione economica del beneficiario della prestazione.
La scarsità delle risorse ha nei fatti limitato l’accesso ad un beneficio che doveva essere rapportato solo alla condizione del singolo cittadino: nei fatti questo non è accaduto neppure per le persone allettate ed affette da patologie totalmente invalidanti (Sclerosi Laterale Amiotrofica, Distrofia Muscolare, Sclerosi Multipla, Soggetti in stato vegetativo, etc.). Anche per questa particolare tipologia di utenza è stata richiesta la certificazione ISEE del nucleo familiare al fine di stabilire un elenco in ordine decrescente di priorità rispetto al minore valore ISEE, onde assicurare prioritariamente il beneficio agli aventi diritto che versino in condizioni economiche di maggiore fragilità. Una logica che tende a fondere il principio di equità con l’esigenze di bilancio: un equilibrio che ancora una volta penalizza i più deboli e le persone che dovremmo maggiormente riuscire a proteggere. Troppi uomini e donne attendono da anni risposte adeguate ai propri bisogni. Se le risorse economiche non sono sufficienti si combattano gli sprechi, si riducano i costi della politica, si contrasti efficacemente l’evasione fiscale, ma non si continui a chiedere sacrifici a chi ha già pagato un prezzo eccessivamente alto nel corso della propria vita. ☺
In Molise le persone non autosufficienti, in quanto colpite da patologie invalidanti, vivono una condizione di diffusa sofferenza. Nel contempo il Programma Regionale previsto per gli anni 2009-2010 lascia insoluti diversi ed articolati problemi.
Si pone soprattutto l’urgenza di avviare un percorso volto a favorire una nuova logica di progettazione, gestione e programmazione. Una necessità dinanzi alla quale va costruito un percorso che garantisca l’elaborazione di una specifica legge regionale per l’Istituzione del Fondo per la non autosufficienza. Va inoltre garantita l’attiva- zione di un Osservatorio Regionale onde conoscere in modo dettagliato: il numero dei cittadini che attualmente ricevono i servizi di cura; le diverse patologie rilevate ed articolate per Distretto; la tipologia degli interventi posti in atto; l’attuale situazione regionale in termini di strutture pubbliche e private, accreditate e destinate a garantire il servizio per le diverse patologie connesse alla non autosufficienza. Ulteriori limiti vanno individuati nell’indeterminatezza dell’importo previsto dal piano: il sostegno economico di 400 euro, inteso come tetto massimo, tende a vanificare la qualità dell’intervento, in quanto determinerebbe l’attribuzione di risorse non consone rispetto ai compiti di assistenza assegnate alle famiglie. Non va altresì trascurato che l’assistenza, sviluppata all’interno del nucleo familiare, consentirebbe consistenti risparmi al Sistema Sanitario Regionale, rispetto al rischio di veder aumentare le dinamiche correlate all’ospedalizzazione. Nel contempo si riscontrano limiti di accesso nei requisiti richiesti: in particolare il provvedimento tiene in considerazione la situazione reddituale e patrimoniale familiare corrispondente ad un valore ISEE non superiore a 15.000 euro; al contrario si dovrebbe tenere in considerazione la sola condizione economica del beneficiario della prestazione.
La scarsità delle risorse ha nei fatti limitato l’accesso ad un beneficio che doveva essere rapportato solo alla condizione del singolo cittadino: nei fatti questo non è accaduto neppure per le persone allettate ed affette da patologie totalmente invalidanti (Sclerosi Laterale Amiotrofica, Distrofia Muscolare, Sclerosi Multipla, Soggetti in stato vegetativo, etc.). Anche per questa particolare tipologia di utenza è stata richiesta la certificazione ISEE del nucleo familiare al fine di stabilire un elenco in ordine decrescente di priorità rispetto al minore valore ISEE, onde assicurare prioritariamente il beneficio agli aventi diritto che versino in condizioni economiche di maggiore fragilità. Una logica che tende a fondere il principio di equità con l’esigenze di bilancio: un equilibrio che ancora una volta penalizza i più deboli e le persone che dovremmo maggiormente riuscire a proteggere. Troppi uomini e donne attendono da anni risposte adeguate ai propri bisogni. Se le risorse economiche non sono sufficienti si combattano gli sprechi, si riducano i costi della politica, si contrasti efficacemente l’evasione fiscale, ma non si continui a chiedere sacrifici a chi ha già pagato un prezzo eccessivamente alto nel corso della propria vita. ☺
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