La poesia civile di Enzo Bacca: “la codardìa dei silenzi”
5 Settembre 2025
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La poesia civile di Enzo Bacca: “la codardìa dei silenzi”

(come di Erode il danno)

Intrappolati nei silenzi,
codardia dei silenzi?
Nel danno d’ogni ignavo
i numeri corrono, sbancano ogni cifra.
Tutti presenti!
Le salme imbiancano la lussuria del fango.
Erode ordina nuovi annientamenti d’inermi.
Lenzuola coprono l’aria di occhi già spenti.
– Adagio, non fate rumore con le palpebre
mentre le strade s’affollano di deserti
basta spostare più in là le biglie dell’abaco
– qui sorgeranno resort e roseti e palme giganti.
Quanti giganti (o nani o serpenti)
o imbalsamatori della storia ruotano
su questo quadrato di tempo funebre.
Le maestranze dei governi nicchiano
le madri degli impallinati di giornata latrano
sui filari (tutti uguali) composti di botto in botto,
riversano ogni pianto, ogni battere di denti.
Il vento del mare porterà altro silenzio
su ogni corpo ricomposto.
Bisogna contarne ottanta al giorno
di plastiche allineate e non basteranno
altrimenti il gallo non canterà (povero gallo)
atteso agli straordinari d’ugola.
Erode gongola, miagola, frigna
Erode sbanca il croupier alla roulette. E canta,
intanto sposta torri sul plastico, impianta privé.
Il mondo sbianca intrappolato nel silenzio.

(Erode attento con l’età che avanza
qualche cassandra prima o poi ti parlerà
della gangrena di Fournier
e d’un letto di piaghe tra le mura di Gerico).

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