Maria montessori (e dei vannacci, i rossi malpeli e il mondo al contrario)
5 Giugno 2024
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Maria montessori (e dei vannacci, i rossi malpeli e il mondo al contrario)

Le preziose: con questo titolo apro articoli che parlano di donne di ieri, l’altro ieri, oggi che, come le preziose del settecento hanno agito o vissuto per lasciare il testimone alle altre.
Gli omosessuali, i transgender, i vegani, gli animalisti, i neri, gli stranieri che sono italiani, da ultimo i rossi (qui mi sono sentita colpita: ah Brecht Brecht! Prima arrivano per…poi… adesso arriva il nostro momento? Lo sa Vannacci che ho una pronipote con sangue marocchino-italiano ed ha i capelli rossi? Cosa fare con la dolcissima Leitha? Iniziare a creare un metaverso? Tingerle i capelli? Insegnarle ora e sempre resistenza?). Il mondo dell’ex generale Vannacci vorrebbe cancellare dalla “normalità” tutto ciò. Ultima o quasi la dichiarazione sui disabili che non possono stare in classi con i “normo o super dotati”: ne rallentano il volo.
Forse per questo, per l’aria che tira qui in Italia e non solo, Sabine Seichter, docente di Scienza della Formazione all’ Università di Salisburgo, irrompe sulla scena contro gli studi montessoriani, con il saggio La lunga ombra di Maria Montessori. Il sogno del bambino perfetto, puntando minacciosamente il dito contro la massima maestra pedagogista mondiale (il metodo da lei messo a punto è applicato oggi in circa 65.000 scuole, sparse nei cinque continenti.). Certo, alcuni studi avevano già messo in evidenza alcune ambivalenze di Maria Montessori nei suoi rapporti con Mussolini e il Fascismo, ma non si era mai arrivati ad accusarla di eugenetica.
Sappiamo anche che Mussolini, nel 1936, ordinò la chiusura di tutte le scuole montessoriane in Italia, probabilmente a causa della prospettiva di libertà insita nel metodo che entrava in conflitto con l’ideologia fascista. La stessa cosa aveva fatto Hitler in Germania e Austria qualche anno prima.
Secondo l’autrice tedesca, l’opera montessoriana “sarebbe stato un malinteso, anzi un inganno diabolicamente perpetrato dalla scienziata italiana che era un medico e non una pedagogista e a cui del bene dei bambini non importava un fico secco. L’unico obiettivo dell’intera ricerca di Montessori è stato quello di perseguire un progetto razzista di tipo eugenetico” … “si manipola il bambino come si addestrerebbe un cucciolo di cane, costringendolo a adattarsi a un piano prestabilito, mirante a renderlo perfetto. Il che equivale a un ideale di normalità che coincide con quello della razza bianca.”
Ma se la pedagogista italiana avesse avuto in mente solo l’eugenetica, come pretende Seichter, perché allora nel 1934, quando ha lasciato l’Italia fascista, non si è trasferita in Germania dove, con perfetto tempismo, avrebbe potuto essere coinvolta in abominevoli esperimenti? (Sottolineo che in quegli anni Hitler stava progettando ed effettuando il programma Eutanasia o Aktion 4 per l’eliminazione sistematica di bambini disabili dai tre anni che poi si allungò agli adolescenti, non degni di vivere). Che abbia fatto confusione la nostra scienziata tedesca?
Maria, nata il 31 agosto 1870 in provincia di Ancona da famiglia benestante e progressista, fin da piccola è determinata e poco incline alle smancerie. A sei anni, sembra, che pur avendo una fortissima febbre, abbia preso le mani alla madre dicendo – non preoccuparti -, non sto per morire, ho ancora tanto da fare!
Quando a 13 anni, sostenuta dalla volontà e dalla mamma progressista, Maria va alla Scuola Tecnica ‘Michelangelo Buonar- roti’, per una professione del tutto maschile, è l’esatto contrario di ciò che aveva il padre immaginato per la sua unica figlia: un futuro rassicurante tutt’al più da maestra.
Maestra mai sostiene Maria, frequenta la scuola tecnica per un futuro ingegneristico, ma un giorno, un episodio cambia la sua vita: vede un bambino mendicante che si diverte con un pezzo di carta rosso che cade per terra nella pioggia. Quella miseria la fa riflettere.
Decide che non farà l’ingegnere ma il medico. Frequenta con molte difficoltà: unica donna a frequentare medicina ha l’obbligo di essere accompagnata sempre da un adulto e anche per lezioni di anatomia in orario notturno, accompagnata da un adulto. Si laurea con una tesi ardita: “Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico”. La malattia mentale alla fine del XIX secolo era un terreno scosceso, il termine ‘isteria’ veniva utilizzato per coprire un po’ tutto ma lei vuole dibattere con convinzione la sua tesi rispetto ai pregiudizi del passato.
Trova un incarico di assistente all’ospedale del Santo Spirito, specializzata nella clinica psichiatrica dell’Università di Roma e incontra lo psichiatra Giuseppe Montesano: all’inizio è un’amicizia professionale, ambedue sono interessati e indignati per le condizioni di degrado dei bambini ospiti per le malattie mentali, e sono convinti di dover migliorare non solo il campo assistenziale-igienico ma soprattutto i percorsi educativi. Dopo s’innamorano, diventano amanti, Maria rimane incinta. Lui non la sposa soprattutto per volontà della madre che convince il figlio a riconoscere il bambino ma a non sposarsi.
Dall’altra parte Maria, che è decisa a perseguire il proprio futuro, affida il bambino ad una balia: con il dolore nel cuore, ma lo fa. Se c’è un’ ombra è questa nella vita di Maria, un’ombra di fatale sofferenza quotidiana anche se va spesso a trovare il figlio: i tempi non concedono altro a donne non sposate se non il disprezzo e la decadenza dal lavoro. La sua carriera continua con fatica ma con buoni risultati.
Maria continua e partecipa a Torino al Primo Congresso Pedagogico per i bambini “ritardati mentali” (rifacendomi all’autrice tedesca …allora erano indicati così, non c’erano altri termini). Inizia un percorso di pedagogia inclusiva, ribadisce la necessità di un percorso educativo e didattico affidato a docenti competenti e sensibili. I “bambini con ritardi mentali non sono fuorilegge, hanno diritto a tutti i benefici dell’educazione. Dobbiamo permettere a questi sfortunati di reintegrarsi nella società, di conquistare il loro posto e la loro indipendenza”.
Il dolore lacerante del matrimonio di Montesano con una ricca signora la fa soffrire enormemente; forse per questo vestirà sempre di nero, ma si rimette a studiare antropologia, filosofia, psicologia. Nel 1904 chiamata dal marchese Edoardo Talamo, uomo illuminato e progressista, inizia a formare la famosa ‘Casa dei Bambini’ nel quartiere di S. Lorenzo, uno dei più degradati di Roma, con situazioni igienico-sanitarie fatiscenti, che fu inaugurata il 6 gennaio del 1907.
Le ‘Case Dei Bambini’ (si moltiplicarono) non erano vere e proprie scuole nel senso comune del termine, ma progetti sociali in cui poter realizzare ciò che lei stessa definisce “movimento umanitario” un percorso sociale e morale, legato all’elevazione etica dell’intera umanità. Compito delle maestre, dell’ educatrice è quello di incentivare e rendere visibile a tutti il potenziale intellettivo e creativo di ciascun bambino senza intervenire direttamente mediante disposizioni precise. Una sorta di autoeducazione in cui gli alunni manifestano liberamente e spontaneamente i propri interessi e le proprie inclinazioni.
Scrive il primo di tanti libri sulla pedagogia scientifica applicata all’educazione infantile. La ‘Casa dei Bambini’ diventa un vessillo e Maria va in tutte le parti del mondo, arriva fino a Boston, negli Stati Uniti, diventa famosa e dal 1912 vive con il figlio che semplicemente le dice di avere capito che lei fosse sua madre e vivrà con lei fino alla fine in amore e dedizione. Questo squarcio di luce cambia la sua vita radicalmente: viaggia con il figlio e diffonde la sua pratica pedagogica ovunque. Con il figlio e quattro bambini si stabilisce nei Paesi Bassi in un ambiente favorevole.
Il metodo Montessori è stato tradotto ed è stato portato in moltissime parti del mondo. Nel 1947 in Italia, richiamata dal governo con tutti gli onori, ad una giornalista che le chiede se si sente ancora italiana risponde con un sorriso: “Vivo in cielo, il mio paese è una stella che gira attorno al sole e si chiama terra: sono cittadina del mondo”. Nel 1952, colpita da emorragia, muore.☺

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