molise: cercasi visionari
18 Febbraio 2023
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molise: cercasi visionari

Lettera aperta a quanti sognano a occhi aperti

Se la natura può concedersi il giusto periodo di letargo per far tornare ad esplodere in primavera i colori, i suoni, insomma la gioia della vita, il Molise, che da anni è in catalessi, ha bisogno invece di visionari che rianimino una regione comatosa. Ancora qualche giorno e finirà anche il carnevale, che per molti politicanti non è solo un periodo dell’anno ma uno stato di vita. Togliere loro una maschera significa trovarne un’altra e poi un’altra ancora: sono come le matrioske russe, se è ancora lecito citare impunemente una nazione che, per assecondare soprattutto gli interessi degli Stati Uniti, abbiamo deciso di espellere dall’Europa, assecondando una guerra fratricida assurda e immorale.

Non di armi ma di pane ha bisogno l’umanità. Se non vi fossero i fornai che di notte, sacrificandosi per la comunità, maneggiano con cura e amore il lievito per far fermentare tutto l’impasto, al mattino le nostre mense non sarebbero inondate da quella fragranza che dà il piacere di vivere. Se l’inverno non avesse la neve, lievito della terra, in primavera non sgorgherebbero i mille rivoli che testimoniano il sorriso della natura attraverso la fioritura delle piante.

Nel suo piccolo anche la nostra rivista, giunta al duecentunesimo numero, (chi mai ci avrebbe scommesso?) da due decenni “panifica” perché qualcosa di nuovo e di buono accada nella nostra regione. Ci stiamo preparando al prossimo appuntamento elettorale lavorando alacremente: il programma da condividere c’è, l’impegno a portare sul territorio la nostra visione pure: dalla sanità all’ambiente, dalla difesa del territorio alla necessità di produrre energia per lo sviluppo senza devastare la natura, dall’accoglienza per ripopolare i nostri centri sempre più desertificati alla promozione turistica. Se gli attuali amministratori ci avessero dato ascolto non avremmo avuto i morti di covid a causa degli ospedali, non avremmo il progetto devastante della Maverick in mare, non avremmo i lavori in corso per la metropolitana leggera, che partirà dal niente per raggiungere il nulla, non sentiremmo neppure parlare di aeroporto o autostrada. Noi scommettiamo a oltranza su un Molise dove è possibile vivere senza la tentazione di dover andare via per realizzarsi, una regione che possa trovare la giusta dimensione, certi che un po’ di lievito farà fermentare tutta la pasta. Il programma dunque su cui confrontarsi c’è, il dialogo con partiti e movimenti disposti a mettere al centro non gli interessi di bottega ma il bene collettivo si è avviato, il candidato presidente su cui convergere va individuato in una persona che, al di fuori degli schieramenti e tessere di partito, possa essere credibile dentro e fuori la regione. Cerchiamo insieme il visionario che torni a ridarci l’orgoglio di essere molisani. La strada del rinnovamento è tutta in salita ma, per dirla con un gioco di parole, “non è il cammino che è difficile, è il difficile che cammino”.

Come in politica anche nella chiesa la vita del visionario non è facile. La morte di Ratzinger il 31 dicembre 2022, che fu papa Benedetto XVI dal 2005 al 2013, ha portato allo scoperto quanti si erano rifugiati sotto il suo mantello per contrastare con tutti i mezzi la spinta innovativa del legittimo successore. Papa Francesco, con tutti i suoi limiti umani, ha scommesso, dopo il tentennamento dei suoi ultimi due predecessori, finalmente sulla realizzazione del concilio Vaticano II. Vuole non una chiesa “cittadella assediata” ma “ospedale da campo” che faccia la scelta dei poveri, che non sia su un piedistallo circondata di onori ma viva in mezzo alla gente. La nostalgia del passato, la paura del nuovo, il timore di confrontarsi alla pari con una società sempre più laica può rallentare il cammino ma non impedirlo, perché è irreversibile. Il dannoso segretario di Ratzinger tenta ora di far parlare il morto, di fargli dire anche cose che probabilmente neppure pensava, cerca di coalizzare i nostalgici dei bei tempi, che in verità non sono mai esistiti, ma non può bloccare il cammino di quanti sono tornati a scommettere su Cristo, sul vangelo, sulla dignità della persona umana. Si può distruggere il profeta non la sua voce.

Ci hanno provato più volte e in vari modi anche a mettere a tacere la nostra flebile voce ma, in ogni caso, non riusciranno a fermare il processo di consapevolezza del popolo molisano che non merita certi governanti. L’ultima denuncia per diffamazione nei nostri confronti è partita da due consiglieri di maggioranza di Casacalenda, in carica fino al 2021, quando si dimisero insieme con la minoranza davanti al notaio, non in Consiglio comunale. Vincenzo D’Ambrosio e Demelza Melfi si sono sentiti accostati, sulla nostra rivista, al termine “incapaci”. Non era, né voleva essere, un’offesa alla loro persona ma, come dice il giudice disponendo per la seconda volta l’archiviazione del procedimento il 23 gennaio 2023, “incapacità (intesa come inidoneità o inadeguatezza) dei consiglieri a sostenere l’amministrazione comunale”. Che non l’abbiano capito correttamente loro è grave ma possibile, che non l’abbiano capito gli avvocati che hanno cercato di avviare la causa è particolarmente grave e inconcepibile, che non l’abbiano capito i mandanti, che avrebbero voluto mortificare se non spegnere la nostra voce, è squallido e inqualificabile. Noi continueremo a resistere perché un Molise altro è possibile: cercasi visionari.☺

 

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