
Nikolaj k. Rerich
Sono fermamente convinto che senza cultura non può esserci futuro, ma nella situazione attuale voglio prendere anche in prestito le parole di un grande artista e filosofo, tra l’altro di origini russe, Nikolaj Konstantinovic Rerich, nativo di San Pietroburgo, che così dicono: “Dove c’è pace c’è cultura, dove c’è cultura c’è pace”.
Quest’uomo dedicò tutta la sua vita alla diffusione di una nuova concezione dell’Arte per cui essa, in- sieme alla cultura, sono da considerare gli strumenti per l’ evoluzione dell’umanità e del pianeta. L’artista autore di oltre settemila opere visse prima in Russia, poi negli U.S.A. e infine in India. Nel 1935 a Washington ventidue Nazioni aderirono al Patto di Pace di Rerich, appoggiando la sua concezione di pace possibile grazie all’Arte e alla Cultura e nel 1993 il Movimento Mondiale di Pace ha adottato la bandiera dell’artista. E’ un antico simbolo che Rerich rielabora in un vessillo: il cerchio grande simboleggia la Cultura, le tre sfere all’interno sono la Scienza, l’Arte e la Spiritualità, ma l’artista diede un ulteriore significato al grande cerchio come l’eternità del tempo che comprende passato presente e futuro.
Il Patto di Pace di Rerich è un trattato ancora vigente e dall’inizio dello scorso secolo è parte integrante dell’attuale diritto internazionale. L’artista-filosofo russo ha usato, nel vessillo retto da una Madonna in trono, il colore rosso poiché è il colore del sangue che scorre nelle vene di tutti. Rielaborando la sua concezione di pace affermò che la pace nel mondo non è tout court la cessazione dei conflitti armati o un’ alternanza di periodi di guerra e di pace, ma è, e dovrebbe essere, un modus vivendi, un’armonia tra il pianeta e tutti gli esseri viventi, una comunione di sentimenti per pensare e agire pacificamente per creare una pace mondiale.